Il fronte dei sindaci francesi che chiede l’obiezione di coscienza per non celebrare i matrimoni gay
La legge francese che equipara il matrimonio fra uomo e donna a quello omosessuale, adozione piena compresa, non prevede l’obiezione di coscienza. Chi si rifiuterà di attuarla, dunque, sarà sanzionato. A ribadirlo è stato il presidente della Repubblica Francois Hollande, che a ridosso della promulgazione del “matrimonio per tutti” ha detto: «È venuto il tempo del rispetto della legge. Veglierò affinché venga applicata e nessuno possa turbare i matrimoni omosessuali».
RIBELLIONE DEI SINDACI. Ma se i primi matrimoni fra persone dello stesso sesso sono previsti per giugno, c’è chi ha già dichiarato pubblicamente che farà obiezione di coscienza. Costi quel che costi: «È vero, quando celebro le nozze sono il rappresentante dello Stato e conosco anche le sanzioni e le sospensioni, ma nulla mi farà cambiare idea», ha detto il sindaco del Comune di Vienne Jacques Remiller. Dello stesso parere il primo cittadino di Beziers, Raymond Couderc, che ha chiesto un adeguamento del diritto, affinché non si violi il principio di libertà di coscienza e religiosa su cui si fonda ogni democrazia: «La mia coscienza – ha detto Couderc – mi vieta di fare una cosa simile. Quindi non la farò. Dobbiamo avere il diritto di non compiere atti in totale contraddizione con le nostre convinzioni e regole morali».
CONTINUA LA PROTESTA. Si prevedono ulteriori proteste, visto che sono 14.900 i sindaci francesi che la pensano come Remiller e Couderc. La scorsa settimana, inoltre, 20 mila primi cittadini hanno firmato una petizione a favore dell’obiezione di coscienza e contro il disegno di legge, come riportato dal Le Figaro. A dar forza all’opposizione sarà sicuramente la manifestazione popolare della Manif pour tous, che ha già visto circa un milione e 400 mila persone sfilare per le strade di Parigi in difesa della famiglia naturale. Torneranno in piazza, probabilmente ancora più numerosi, domenica prossima. Si attendono anche le reazioni dell’organizzazione “Sindaci per l’infanzia”, di cui fanno parte 649 giurisdizioni. Franck Mayer, primo cittadino di Sottesville-sous-le Val e portavoce dell’organizzazione, aveva dichiarato che nessuno dei suoi membri era disposto a celebrare il matrimonio omosessuale.
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17 commenti
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L’obiezione di coscienza e’ un diritto, sposare una persona del proprio sesso una buffonata.
Lo statalismo alla vaselina mieterà per fortuna molte vittime, dal cui sangue sgorgherà un rinnovato senso del ridicolo.
Più che di sangue parlerei di secrezioni…
mi sembra ovvio che non abbiate ne la capacità ne la volontà di leggere e capire. quello che ho scritto è perfettamente corretto: a Norimberga furono punite le persone che emanarono gli ordini e quelle che li applicarono con un esuberanza che prescindeva il loro dovere.
visto che ormai i vostri commenti sono solo sul piano offensivo vi dico che è inutile che piantate i piedi per terra, tolta l’Italia, qualunque paese approverà il matrimonio gay non riconoscerà il diritto di non celebrarlo per questioni di credo. se poi siete così stupidi da non capire il perché il problema è vostro.
un paese che cerca tramite una legge di cancellare una discriminazione non può riconoscere il diritto ad alcune persone di perpetrarla.
Su Connottu, Gmtubini e Q.B., il vostro modo di postare è patetico: offendete apertamente le persone e l deridete sul piano culturale. lo fate sistematicamente, sembrate un gruppo di scolarette acide… se volete ergervi a super acculturati e capiscioni almeno imparate a leggere. siete intellettualmente ritardati, ma d’altronde se non lo foste sareste atei.
@Andarea
Prima di appioppare al prossimo la qualifica di “intellettualmente ritardato” (epiteto tanto amato dal noto mentitore seriale Galvani) e invitarlo ad imparare a leggere, faresti bene a imparare tu a scrivere.
“Capiscione” è un’aggettivo che usava una mia anziana zia, era tanto brava ma non avendo potuto studiare non aveva un lessico molto appropriato. Per un attimo mi sono commosso al ricordo :).
Sono stato folgorato da una visione: Andarea, non è che per caso sei il carlomasi redivivo?
@ Andarea
Mi scuso per aver affermato che con le tue conoscenze di storia non passeresti dalla V elementare alla I media.In realtà non supereresti la II elementare. Perchè il tuo problema non è la storia, ma la lettura.
Non posso quindi biasimarti se non sei in grado almeno di sillabare il capitolo indice della convenzione dell’Aja, o di quello di Ginevra, o i sette principi di Norimberga.
Complimenti per la figura di m che hai appena raggranellato nel calpestare un terreno evidentemente troppo scivoloso per te, ma suppongo, da come ti esprimi, che sia uno dei tuoi sport preferiti. Comunque grazie per le risate che mi regali, specialmente per quelle che dovranno arrivare se continuerai a sparare puttanate su obiezione di coscienza e dintorni.
L’obiezione di coscienza e’ un istituto indispensabile e indisponibile allo Stato, cioe’ lo Stato che volesse limitare il diritto alla obiezione di coscienza sarebbe uno Stato totalitario e in questo caso il cittadino potrebbe legittimamente mirare a rovesciare lo Stato con qualsiasi mezzo.
Anche nel caso in questione l’obiezione di coscienza e’ legittima e deve essere sempre rispettata. Punto e basta. Ci pensi lo Stato, se ce la fara’, ad affidare a funzionari che non obiettano l’onere di eseguire la previsione di legge.
La discriminazione vera sarebbe forzare un funzionario o chicchessia ad agire contro la propria coscienza.
Assurda richiesta di un privilegio a favore di,non giustificabili, convinzioni prettamente personali.
Nessuno è obbligato a svolgere una determinata mansione se questa richiede attività che vanno contro alle proprie fantasiose idee personali. L’ideologia religiosa non legittima la discriminazione ingiusta di cittadini (come sarebbero le famiglie omoparentali a cui venisse negata il diritto a sposarsi).
Altrimenti non so domani si potrebbe chiedere di lavorare solo 4 ore la settimana perchè un ipotetico credo confessionale (fatina dei denti va bene?) comanda che lavorare più ore siano abominio…il tutto pretendendo di mantenere il proprio posto e stipendio.
Paoletto, non so se te ne rendi conto, ma ha appena affidato alla futura memoria dei posteri un’opinione che si allinea perfettamente con la linea difensiva di quasi tutti criminali nazisti dal processo di Norimberga a quello sulla strage delle Fosse Ardeatine, passando per il processo a Eichmann: il funzionario pubblico deve eseguire i suoi compiti senza discutere.
Oggi il matrimonio gay, poi l’aborto e infine le camere a gas!
Per la fatina dei denti… Sieg Heil!
al processo di Norimberga e tutti gli altri che citi il fatto di eseguire ordini superiori era pienamente sufficiente a scagionarti… il punto di quei processi era dimostrare che alcuni non si erano limitati a questo. un esempio per tutti alle fosse ardeatine furono uccisi più uomini di quanto comandato e il tutto ha converso su questo.
la legge riconosce che chi lavora deve eseguire ciò che gli viene comandato. cmq il problema è di carattere pratico, non si può pagare gente che fa il suo lavoro a metà e soprattutto sociale, non si pu riconoscere cme diritto la discriminazione, fosse anche per motivi religiosi
Sturmbannführer Andarea,
complimenti, con la tua tesi assolutoria hai riabilitato anche la tanto vituperata categoria dei Kapò. Saranno contenti di te anche a Sant’Anna di Stazzema.
Eh già, cosa si arriva a dire per l’illusione di aver ragione.
Andarea giurista d’accatto, mi citi qualche parte dI questa fantomatica entità che chiami “la legge” nella quale sia espressa questa perla della dottrina giuridica secondo cui “chi lavora deve eseguire ciò che gli è comandato”?
Ti risparmio la fatica: non esiste. La “legge” dice piuttosto che i doveri si basano sul principio di legalità, cioé nulla che non sia stabilito dalla legge (in senso atecnico) mi può essere “comandato” (mettiamola giù semplice altrimenti ti confondi), salvo il mio diritto di astenermi da ciò che confligge con la mia coscienza, misurata non sulla base del mio estro del momento bensì su radicati convincimenti ideologici, morali o religiose ai quali lo stato riconosce tutela giuridica. Questo perché lo stato colloca al primo posto l’individuo e la sua coscienza, poi l’ordinamento giuridico.
Mi rendo conto che nel tempo vi siate convinti del contrario, ma in reltà il mondo non gira intorno al vostro ano.
@ Andarea
Hai scritto cazzate tali che ti impedirebbero il passaggio dalla quinta elementare alla prima media.
E’ stato proprio il processo di Norimberga che ha fatto entrare nel codice penale internazionale il principio secondo cui chi si macchia di crimini di guerra, o contro l’umanità o contro la pace non è giustificato dall’obbedienza a un ordine gererchico. Ti ricordo che a Norimberga vennero eseguite delle impiccagioni.
Kappler eseguiva ordini eppure fu condannato all’ergastolo per la strage delle Fosse Ardeatine, pena massima per un tribunale italiano in tempo di pace. Priebke, inferiore in grado, ha preso anche lui l’ergastolo. Crimini di guerra e contro l’umanità.
Sull’istituto dell’obiezione di coscienza ti basti ciò che ha scritto Q.B., sempre che tu lo capisca..
Paoletto è ferrato in ogni campo dello scibile e ogni giorno ci arrichisce con il portato della sua sterminata cultura. Ma più di tutto, dopo anni di corsi serali dispensati da arcigay è riuscito a fissare due concetti chiave: “ideologia religiosa” (specializzazione in storia dell’ateismo di stato, da marx a paoletto, un modulo, tre crediti) e “fatina dei denti” (seminario in storia della satira lgbtskmvd, attività extracurriculare, non da crediti) e che ripete in ogni commento.
Al nostro è però sfuggito un dettaglio: che se vi fosse stato ancora il servizio di leva obbligatoria sarebbe stato proprio il diritto all’obiezione di coscienza a consentirgli, alla luce del suo essere diversamente etero, di evitare un’esprienza quantomeno frustrante tra quegli “omofobi” dei militari.
E comunque, viva la f…..
Ai miei tempi (non così remoti) Paoletto sarebbe bastato invero far mostra delle sue tendenze già alla prima visita del distretto militare per esser riformato su due piedi.