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Il frate nel quartiere sciita di Tiro: «La guerra ci ha resi amici per i musulmani»

Di Leone Grotti
14 Gennaio 2025
Fra Toufic Bou Merhi racconta l’accoglienza degli sfollati nel convento di Sant’Antonio, tra le bombe israeliane e il rischio degli “infiltrati” di Hezbollah. «Con la maggioranza islamica non eravamo mai andati oltre i saluti formali. Ora ci rispettano, spero sia un nuovo inizio»
Fra Toufic Bou Merhi nella chiesa del convento di Sant’Antonio da Padova a Tiro
Fra Toufic Bou Merhi nella chiesa del convento di Sant’Antonio da Padova a Tiro, affidato dal 1860 ai francescani della Custodia di Terra Santa (foto Tempi)

Prosegue il viaggio di Tempi in Libano per raccontare come il paese sta cercando di rialzarsi dopo la devastante guerra tra Hezbollah e Israele scoppiata in mezzo a una drammatica crisi economica. Puoi aiutarci a sostenere le spese per il reportage attraverso una donazione al Fondo Più Tempi. Per leggere tutti gli articoli della serie clicca qui.

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Tiro, Libano. Durante la guerra tra Israele e Hezbollah, nel convento di Sant’Antonio da Padova di Tiro, è accaduto un piccolo grande miracolo. E non è la prima volta. Nel 1982, quando lo Stato ebraico invase il Sud del Libano per porre fine agli attacchi dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp), la Marina bombardava dal mare la città affacciata sul Mediterraneo. Il convento affidato ai francescani della Custodia di Terra Santa si trova proprio di fronte alla spiaggia ed era sempre nel mirino dell’esercito israeliano.

Nonostante i bombardamenti e le tante case distrutte, nessuno a Tiro rimaneva ferito e tant...

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