Il “dottor Morte” annuncia l’arrivo di Sarco, panico tra i guru del suicidio assistito
Il “dottor Morte” Philip Nitschke annuncia che Sarco, la sua capsula per il “suicidio razionale”, ha superato il tagliando delle autorità elvetiche, che sarà disponibile e operativa in Svizzera nel 2022, e i fornitori di suicidio assistito locali perdono la testa: «Chi ha dato l’approvazione legale?», tuonano a Dignitas, dove la “competenza” dei propri assistenti e collaboratori al decesso è tutto, «a fronte di una pratica consolidata e sicura non possiamo credere che una capsula per il fine vita troverà consenso in Svizzera»; «non può essere una valida alternativa al suicidio assistito», rincarano da Exit, «ci sono troppi punti interrogativi sul metodo di eutanasia del signor Nitschke»; Ex International conferma lapidaria «non abbiamo in programma di utilizzare il Sarco nel prossimo futuro».
Insomma, le cliniche della morte non vogliono lavorare (o meglio, spartirsi il mercato: nel 2020, quasi 1.300 persone sono morte ingerendo sodio pentobarbital diluito fornito dagli specialisti di Exit e Dignitas) col dottor Morte, alias il medico australiano Nitschke, fondatore di Exit International, che il 7 dicembre a Swissinfo.ch ha annunciato che tutto era pronto: «Lo scorso anno abbiamo richiesto il parere di diversi esperti sulla possibilità legale di usare Sarco per il suicidio assistito in Svizzera. L’analisi giuridica è stata completata (…) Il dispositivo non pone alcun problema legale. Al momento abbiamo prodotto due prototipi di Sarco, e un terzo è attualmente in stampa nei Paesi Bassi. Se tutto va bene, il terzo macchinario dovrebbe essere pronto per diventare operativo in Svizzera nel 2022».
Sarco, un suicidio “euforico”
Pare che in Svizzera nessuno sia ancora riuscito a verificare le affermazioni di Nitschke, ma cos’è Sarco? La prima macchina per l’eutanasia costruita con il metodo della stampa 3D che molto aveva fatto scalpore al Funeral Expo 2018 di Amsterdam. La sua esposizione era stata accompagnata da una dimostrazione grazie a una app per “sperimentare la propria morte virtuale”: si tratta di una capsula a chiusura ermetica dotata di design futuristico e che, azionata dall’interno schiacciando un bottone o sbattendo le palpebre, sprigiona azoto liquido riducendo rapidamente il livello di ossigeno dell’abitacolo dal 21 all’1 per cento in circa 30 secondi.
«La persona sperimenterà un vago disorientamento e una lieve euforia, prima di perdere conoscenza. La morte avverrà per ipossia e ipocapnia, cioè mancanza di ossigeno e anidride carbonica, senza provocare panico né senso di soffocamento», assicura il dottor Morte quantificando il sopraggiungere della morte in circa 5-10 minuti. Nel frattempo l’aspirante suicida può godersi il panorama perché Sarco, «può essere trainata ovunque per la morte. Può essere in un ambiente idilliaco all’aperto o nei locali di un’organizzazione per il suicidio assistito, per esempio». Dopo di che «la persona entrerà nella capsula e si sdraierà. È molto comodo» e risponderà alle domande per il consenso informato prima di procedere (si sta lavorando alla produzione di una telecamera per comunicare con l’esterno e registrare le risposte) con l’avvio della procedura.
Medici rimpiazzati dall’intelligenza artificiale
Obiettivo dichiarato di Nitschke fin dai suoi primi guai con la giustizia è «demedicalizzare il suicidio», renderlo «razionale» e non più «assistito», levando cioè di mezzo qualsiasi filtro, medico, specialista, «qualsivoglia valutazione psichiatrica e lasciare al singolo individuo il controllo sulle modalità con cui togliersi la vita», «sviluppare un sistema di screening tramite intelligenza artificiale per stabilire le facoltà mentali del soggetto» così che «la persona possa fare un test online e ricevere un codice per accedere a Sarco».
Qualcuno scrive che il dottor Morte ha specificato che la revisione commissionata da Exit International e condotta dall’accademico giuridico svizzero Daniel Hürlimann ha confermato che Sarco non infrange alcuna normativa e che «l’assistenza al suicidio di una persona competente tramite Sarco non costituisce un reato ai sensi del codice penale». Difficile incriminare una stampante 3D e l’intelligenza artificiale per la morte di qualcuno, almeno quanto far digerire ai colossi dell’eutanasia la concorrenza delle “cameretta a gas” autoprodotte ai loro cocktail letali.
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