Il Cairo, 4 esplosioni. Quattordici morti e 80 feriti

Di Chiara Rizzo
24 Gennaio 2014
Nel terzo anniversario della rivoluzione, nel giro di poche ore si sono susseguiti gli attentati nella capitale. Il più devastante quello che ha colpito la sede della polizia

Quattordici morti e 80 feriti. È questo il bilancio del terzo anniversario della rivoluzione iniziata al Cairo che portò alla caduta di Mubarak. Quattro esplosioni stamattina si sono succedute nella capitale, in una mattina fatta di terrore e attacchi kamikaze.

ESPLOSIONI. La prima bomba c’è stata stamattina alle sei e trenta, nel centro del Cairo. Un kamikaze a bordo di un auto imbottita di esplosivo per la prima volta nella storia del paese si è fatto esplodere nel quartier generale della polizia egiziana. Sono morte quattro persone e altre 70 sono rimaste ferite. Il secondo ordigno è esploso nei pressi di una stazione della metropolitana, a Dokki un altro quartiere della capitale, e ha ucciso una persona e lasciato ferite altre 8 persone. Pochi minuti dopo è arrivata la terza esplosione, nel commissariato di Giza – la megalopoli che si sviluppa dalla capitale lungo la strada verso le piramidi –. L’ultimo attentato ha visto uccidere a colpi di arma da fuoco un dimostrante pro Morsi, a Damietta, sul delta del Nilo. Il primo attacco è stato rivendicato via twitter dal gruppo jihadista Ansar Bait al Makdis, spiegando che «Questo attentato è diretto contro le forze di sicurezza, infedeli e sanguinarie».

«SISI SALVI IL PAESE». La prima è stata anche l’esplosione dagli effetti più devastanti, dato che la sede della polizia è stata del tutto sventrata ed è stato gravemente danneggiato anche il museo delle Antichità egiziane antistante: poco dopo nel piazzale di fronte agli edifici si è radunata una folla di centinaia di manifestanti che inneggiando al ministro della Difesa e vicepremier Sisi, chiedevano: «Salvi il paese, si candidi alle presidenziali e uccida i Fratelli musulmani». In tutta la città è stato provocato lo stato di massima allerta.

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