
Il ’68 rivive nei Teletubbies
La scrittrice Carola Susani ha rivelato sul Venerdì di Repubblica di essere colpita dallo show dei Teletubbies, quelle «quattro voluminose creature, morbide e pelose, senza padri né madri», rimaste ormai le uniche in tv a vivere «in una felice condizione di radicale e affettuosa uguaglianza». Non esistono drammi né tensioni nel mondo dei Teletubbies. Il loro è davvero l’ultimo «paradiso terrestre, una utopia egalitaria, un sogno anni Sessanta, come se la sete di quel bene fosse ancora ardente». Grazie ai Teletubbies la fantasia è finalmente al potere. E pazienza se è un programma per la prima infanzia, vorrà dire che è quello l’«ultimo baluardo della speranza».
SPERANZA. Ma la speranza non trionfa solo tra i Teletubbies. A Puffolandia, per esempio, nessuno è bianco, nero, marroncino e così via. Sono tutti blu. Non è forse questo il regno della tolleranza? E a Paperopoli vige un tale ambientalismo che gli uomini sono diventati volatili, roditori o canidi. Perfino le Winx mostrano, oltre alle cosce, un barlume di autocoscienza di genere. C’è un piccolo sogno anni Sessanta in ogni creazione umana. Avremo presto un mondo dove uno accende la tv, spara la prima che gli viene in mente e subito trova una rivista felice di pubblicargliela.
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