Il "moralista capo" di Repubblica se la prende con la destra impresentabile e gretta in nome del popolo e della giustizia sociale. Ma dimostra il solito disprezzo per la massa che in Italia non vota a sinistra e in Usa sostiene Trump
Theodor Adorno, in Minima moralia ha scritto: «In molti individui appare già come una sfrontatezza che abbiano il coraggio di pronunciare la parola "io"».
Ecco, sa perfettamente non essere sfrontatezza la sua, un po' per piena consapevolezza dei propri mezzi, un po' per eccesso di baldanza, Michele Serra, penna nota e arguta di Repubblica che già un ottimo Giuseppe Cruciani definiva in un godibile articolo apparso su Panorama alcuni anni fa "moralista capo".
In Michele Serra albergano due Michele Serra
E, intendiamoci, non un moralismo assolutizzante alla Pascal, ma qualcosa di più affine alla estetica di un Lord Shaftesbury, in cui il costume umano e politico sublima nella estetica e nella ricerca del bello: perché, per citare un meme di qualche fortuna che scomoda due lupi presenti in apparenza in ogni persona, in Michele Serra invece albergano due Michele Serra. Uno mordace e argutamente brillante nel satireggiare, ed è in questa parte che meglio gli riesce anche il motteggiare...