I fuoriusciti del Movimento 5 Stelle faranno un gruppo autonomo in Parlamento con la prospettiva di sostituire il Nuovo Centrodestra di Alfano nella maggioranza di governo? Dopo le ennesime epurazioni consumatesi ieri nel partito di Grillo, mentre circolano voci di nuovi addii imminenti tra le file degli eletti pentastellati, l’ipotesi è adombrata un po’ da tutti i giornali, ma oggi Repubblica arriva a farci un titolo abbastanza esplicito: “La scissione dei dissidenti. Pronti i gruppi autonomi. ‘Possiamo sostituire l’Ncd'”.
«UN SOGNO CHE SI FA PROGETTO». Nell’articolo Tommaso Ciriaco parla di quello che tra i dissidenti grillini vecchi e nuovi è come «un sogno che prova a farsi progetto politico: sostituire il Ncd di Alfano, dando vita a una diversa maggioranza di governo». Il Movimento sta andando in frantumi: «Almeno dieci senatori sbattono la porta in faccia a Beppe Grillo, altri cinque sono pronti all’addio. Un magma per ora indistinto, informe, caotico. Pronto però, nelle prossime settimane, a strutturarsi in gruppo». A Palazzo Madama, continua Repubblica, i numeri di questa diaspora «rischiano di spaventare anche il gelido Gianroberto Casaleggio. “È come un domino”, profetizza Laura Bignami. “Non è finita”, giura Lorenzo Battista». E in effetti a quanto pare «la contabilità è dalla parte dei dissidenti. Quattro espulsi, quattro ex grillini che militano da mesi nel Misto, cinque dimissionari (che l’Aula con ogni probabilità obbligherà a restare in Parlamento): tredici in tutto, sufficienti per dare vita da soli a un nuovo gruppo».
«UN GOVERNO DI CENTROSINISTRA». Il «progetto» di cui parla Ciriaco sarebbe reso ancora «più ambizioso» dal fatto che nel Misto, a fianco dei “cittadini” dimissionari o dimissionati, già «lavorano dall’inizio della legislatura sette senatori di Sel». Tredici grillini più sette vendoliani fa venti: «Un matrimonio con i dissidenti grillini compenserebbe almeno sulla carta il Nuovo centrodestra di Alfano». Dunque secondo il cronista i promotori della nuova maggioranza aspettano solo che si consumino «nuovi e più traumatici passaggi» (per altro «anche alla Camera una manciata di deputati lavora a una mini fronda»). Dopo di che il gioco sarebbe fatto: «Pippo Civati, per dire, già si lecca i baffi: “L’area del nuovo centrosinistra è a quota 23 senatori”». L’ex sfidante di Renzi alle primarie del Pd spiega esplicitamente che «c’è un’area di centrosinistra che si sta articolando, Un nuovo centrosinistra, inteso come rete di relazioni politiche. I numeri sono simili a quelli del Ncd. Ora apriamo un cantiere, lavoriamo insieme sui temi e vediamo cosa succede». E in una intervista al Fatto quotidiano conferma: «Ci sono i numeri per avanzare la richiesta di un governo di centrosinistra, ma il Pd sceglie di fare un esecutivo di centrodestra. Troveremo il modo opportuno per organizzarci».