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H.P., gli scatti di Harri Peccinotti in mostra a Firenze

Di Mariapia Bruno
16 Giugno 2011
La Tethys Gallery di Firenze ospita una mostra dedicata a Harri Peccinotti, il fotografo inglese che ha rivoluzionato la rappresentazione del corpo femminile. Fino al 4 luglio 2011

In più di quarant’anni di carriera sono sempre state le donne le protagoniste principali degli scatti dell’esuberante fotografo londinese Harri Peccinotti (Londra 1935). Sono soggetti che si impongono, trionfano, parlano e comunicano la loro forza e aggressività. Appena inaugurata a Firenze, presso lo spazio espositivo contemporaneo della Tethys Gallery, la mostra H.P. Harri Peccinotti si configura come un percorso pluridecennale attraverso una selezione di immagini che ci raccontano l’evoluzione della fotografia di moda facendoci, allo stesso tempo, riflettere sui cambiamenti dell’estetica contemporanea che è stata inevitabilmente influenzata dalla fotografia. L’eclettico Peccinotti, musicista, ideatore di copertine discografiche e letterarie, reporter, art director di Flair e Vanity Fair, è un personaggio creativo che ha osato tanto nel corso della sua carriera.

 

 

E’ stato il primo a scegliere modelle nere per i suoi scatti e a scoprire qualche centimetro di pelle in più nei celebri calendari Pirelli, come in quello del 1968 ambientato sull’isola tunisina di Djerba. Indimenticabili anche i suoi scatti di labbra tinte di rosso. Ma il segno più evidente del cambiamento lo ha dato creando nel 1965, Nova, un magazine femminile che si allontanava dalle riviste dell’epoca che ancora insistevano sui temi della famiglia e della vita domestica e che era dedicato alle donne A.A., Above Average income and intelligence, con un reddito ed una mente superiore. All’interno della rivista, tra interventi e articoli di scrittori sagaci incorniciati da una grafica innovativa e psichedelica, svettavano queste splendide figure femminili dai corpi imperfetti ma portatrici di un fascino e di una sensualità mai visti prima. «Amo la natura in tutte le sue forme» dice Peccinotti «e le forme più belle, in questo mondo imperfetto, saranno sempre quelle delle donne».

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