Il trucchetto di Hollande per introdurre «l’utero in affitto etico» ha una piccola conseguenza: la legalizzazione dell’incesto
IL PARERE DEL GIURISTA. Come scrive su Le Figaro Muriel Fabre-Magnan, professore di Diritto all’università Parigi 1, «continuare a proibire l’utero in affitto in Francia mentre si obbliga a riconoscere i figli nati dalla stessa pratica all’estero costituisce un incoraggiamento inammissibile a violare la legge» e discrimina coloro che non hanno i mezzi di pagarsi un viaggio all’estero in India o Ucraina dove la pratica è legale. Di conseguenza, «si farà sempre più forte la pressione per legalizzare anche in Francia la formula “dell’utero in affitto etico” (che è un ossimoro, una contraddizione in termini)».
L’ESCAMOTAGE DI HOLLANDE. Si passerà dunque «a riconoscere l’incesto come legittimo davanti alla legge. Anche l’anonimato di chi dona i gameti», nel caso della fecondazione eterologa o dell’utero in affitto, «dovrà essere soppresso e il legame di filiazione stabilito con il donatore di sperma o di ovociti». C’è un solo modo per evitare questa deriva: «Resta una speranza – conclude il giurista -. La Francia può fare ricorso alla Gran Camera della Corte europea dei diritti dell’uomo».
Ma François Hollande e Manuel Valls hanno deciso di non farlo. Questa scelta, dal loro punto di vista, offre un evidente vantaggio politico: hanno trovato finalmente il modo di legalizzare l’utero in affitto (e, in futuro, l’incesto), come le associazioni Lgbt gli chiedono da anni di fare, senza assumersi davanti al popolo francese e a chi critica questa decisione la diretta responsabilità di un cambiamento epocale, che sancisce come legale lo sfruttamento e la commercializzazione del corpo della donna.
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