Una cosa è certa: il partito socialista di François Hollande è colato a picco. All’indomani del secondo turno delle elezioni dipartimentali francesi, che corrispondono alle nostre provinciali, i giornali della République si interrogano solo su chi sia il maggior responsabile del naufragio della sinistra: se l’ondata del Front National di Marine Le Pen, la cosiddetta “Bluemarine”, o quella dell’Ump di Nicolas Sarkozy.
DISFATTA DI HOLLANDE. Se si guardano i numero, Sarkò fa bene ad esultare. La destra (in blu nella mappa) ha conquistato 67 dipartimenti su 101, partendo da 40. Alla sinistra (in rosso) ne sono rimasti solo 34 sui 61 che controllava fino a poche settimane fa. Il Fn non ha conquistato neanche un dipartimento, ma questo dato non deve ingannare: il sistema elettorale maggioritario che vige in Francia è fatto apposta per non far vincere candidati terzi, rispetto ai due principali contendenti di Ump e Ps. Le Pen si era detta certa che avrebbe trionfato in almeno un dipartimento, e questo non è avvenuto. Ma il suo bacino di voti è aumentato rispetto alle precedenti elezioni e ora il partito può disporre di 62 consiglieri. Pochi, se si considera il totale dei 4.000 disponibili, ma prima di queste elezioni ne aveva solo uno.
ELEZIONI PRESIDENZIALI. Tutti ora guardano già al 2017, quando ci saranno le elezioni presidenziali. Se le cose non cambieranno e il partito socialista non invertirà la rotta, al secondo turno, a cui accedono i primi due candidati più votati, si sfideranno Marine Le Pen e il vincente delle primarie nella destra. Per il momento Sarkozy è in vantaggio, ma molti vedrebbero bene come candidato anche l’ex primo ministro Alain Juppé, sindaco di Bordeaux, ultimo vero alfiere gollista.
PERCHÉ VOTANO LE PEN. Secondo Alexis Brézet, direttore delle redazioni del Le Figaro, «il partito socialista è stato umiliato» per colpa anche delle «divisione interne alla sinistra», subendo una delle peggiori sconfitte della storia repubblicana. Mentre la destra alleata con i partiti centristi «può legittimamente festeggiare la sua riuscita». Sul Front National annota: «La sua progressione (più 7 punti percentuali in cinque anni di Sarkozy e più altri 7 in tre anni di Hollande) non si spiega perché i suoi avversari lo “stigmatizzano” troppo o troppo poco, ma perché il partito parla delle vere sofferenze dei francesi: disoccupazione, immigrazione, insicurezza e soprattutto questo sentimento di esproprio culturale e morale».
BASTA MATRIMONI PER TUTTI. Il punto, continua, non è «”combattere” il Front National ma renderlo inutile agli occhi dei suoi sostenitori». Questo significa però dare un taglio a «promesse non mantenute, mezze soluzioni, bastonate fiscali e matrimoni per tutti». Se la sinistra è stata punita alle urne, anche molti elettori della destra sono passati al Fn e non torneranno se l’Ump «non affronterà in modo franco le realtà più difficili, a partire da 40 anni di immigrazione incontrollata». Servirà un «programma economico di rottura radicale rispetto a un mezzo secolo di socialismo esplicito o implicito». Il tutto preservando però «l’identità francese. Un programma molto vasto…».
Foto Hollande: Ansa/Ap