Hollande anticipa l’approvazione del matrimonio gay di un mese. «Siamo in una dittatura»
«Hollande vuole il sangue e lo avrà». Durissima la reazione della portavoce della Manif Pour Tous, che si oppone in Francia alle nozze gay, alla notizia che la legge che legalizza matrimonio e adozione gay in Senato è passata con diversi giorni di anticipo. «Il presidente ha ghigliottinato il popolo – insiste arrabbiata, quasi piangendo – ci costringe ad uscire dal perimetro della legge. Siamo tutti furiosi, siamo in una dittatura! Hollande non ha ascoltato migliaia di francesi che sono scesi in piazza in queste settimane».
APPROVAZIONE ANTICIPATA. La Manif Pour Tous ha organizzato due grandi manifestazioni a Parigi negli scorsi mesi, portando in piazza oltre un milione di persone e chiedendo al presidente di ritirare la legge e sottoporla a referendum popolare. Il 55 per cento dei francesi è contrario all’adozione per le coppie gay, prevista dalla nuova legge. Ma Hollande non li ha ascoltati, rifiutandosi persino di ricevere gli organizzatori dopo la seconda manifestazione e ha accelerato l’approvazione della legge, che tornerà alla Camera mercoledì prossimo invece che il 20 maggio.
CAMBIA LA REGOLA SUL COGNOME. «Il presidente della Repubblica si prende il rischio di un confronto violento con i francesi» ha affermato Christian Jacob, capogruppo in Parlamento del gruppo Ump, principale partito di opposizione francese. Il Senato ha esaminato 280 emendamenti e la legge è rimasta invariata, tranne che in qualche dettaglio. In caso di disaccordo sul cognome da dare al bambino, ad esempio, prenderà entrambi i cognomi dei genitori in ordine alfabetico.
PROTESTA IMMEDIATA. In attesa di una nuova manifestazione di protesta il 26 maggio, ieri sera 7500 francesi appartenenti alla Manif Pour Tous si sono trovati a Parigi, tra il Senato e la Sorbona, per protestare contro la legge approvata da poche ore. «È aberrante quello che hanno fatto» dichiara un manifestante. «Distruggono la democrazia» afferma un altro, tutti portando la maglia con il logo di una famiglia (mamma, papà e due bambini) e scandendo slogan: «Francois [Hollande, ndr], non vogliamo la tua legge!».
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7 commenti
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«Il presidente ha ghigliottinato il popolo – insiste arrabbiata, quasi piangendo – ci costringe ad uscire dal perimetro della legge. Siamo tutti furiosi, siamo in una dittatura! Hollande non ha ascoltato migliaia di francesi che sono scesi in piazza in queste settimane».
Uguale uguale ai bambini vizzianti, che si sentono dire no.. ma proprio uguale ehhh……
certo che se il tuo senso della democrazia è questo, allora potresti essere definito un fascista o comunista, ma tu la democrazia non sai neanche dove abiti. Tu fai parte del popolo ARCIGAY ovvero il popolo delle canne
a parte il fatto che arcigay è un movimento apolitico, le canne se le si fa tanto a destra quanto a sinistra, quin il tuo discorso già non regge, e poi fino a prova contraria Hollande è stato eletto democraticamente dalla maggioranza dei francesi, quindi che nn rompano troppo i coglioni.
Non è perchè il 1% o forse meno della popolazione nn vuole una cosa, che deve far rivedere i progetti di legge di un’intero stato…
Quanta ipocrisia…
ARCI (Associazione Ricreativa e Culturale Italiana) è sempre stata la stampella culturale-ricreativa del PCI.
La canna libera è da sempre la bandiera culturale della sinistra.
A proposito dell’1% della popolazione contraria a progetti di legge di un’intero stato, che ne pensi allora dei NOTAV?
I coglioni i francesi fanno bene a romperli ad Hollande e anche a te, di riflesso.
Come ha sempre fatto la CGIL quando al potere c’era qualcuno che a lei dispiaceva.
Sostenere che si tratta dell’1% è come sostenere che nel sindacato comunista italiano, che faceva e fa opposizione politica al governo quando non è del suo colore, c’è l’1% dei partecipanti alle sue manifestazioni.
Quindi non dire stronzate,
uguale uguale al bue che dice cornuto all’asino …