Usa. Il Green New Deal è talmente assurdo che Trump sta già festeggiando

Di Leone Grotti
10 Febbraio 2019
Per combattere i cambiamenti climatici i democratici propongono di «ricostruire ogni singolo edificio americano», eliminare gli aerei e «diffondere colonnine per auto elettriche dovunque». Bastano diecimila miliardi di dollari
epa07222254 Supporters of Representative elect Ocasio-Cortez's proposed Select Committee on a 'green New Deal' rally outside the office of Democratic Congressman from Maryland and House Minority Whip Steny Hoyer in the Longworth House Office Building in Washington, DC, USA, 10 December 2018. The rally was organized by Sunrise, a 'movement to stop climate change and create millions of good jobs in the process.' Dozens of activists were arrested during their action. EPA/JIM LO SCALZO

Green New deal: così si chiama la strategia che il Partito democratico ha lanciato giovedì negli Stati Uniti per combattere e sconfiggere il cambiamento climatico. La deputata Alexandria Ocasio-Cortez, l’astro nascente del partito, ha presentato una risoluzione alla Camera talmente ambiziosa che i media americani, anche quelli favorevoli ai Dem, hanno definito «incredibile» e «distante dalla realtà».

«RICOSTRUIRE OGNI SINGOLO EDIFICIO AMERICANO»

Il «sogno verde», come l’ha definito Ocasio-Cortez, ha come obiettivo ultimo di soddisfare «in 10 anni il 100 per cento del fabbisogno energetico degli Stati Uniti con energia pulita, rinnovabile, proveniente da fonti a zero emissioni» inquinanti. Se il traguardo è a dir poco fantasioso, e non a caso è definito il piano più ambizioso «dai tempi della Seconda guerra mondiale», le principali misure da adottare per raggiungerlo sono ancora più stupefacenti.

I democratici propongono innanzitutto di «migliorare o rimpiazzare ogni singolo edificio degli Stati Uniti per renderlo efficiente dal punto di vista energetico». Oltre a dare impulso alle energie rinnovabili il piano prevede poi la «dismissione di tutti gli impianti nucleari americani nell’ottica della transizione energetica dai combustibili fossili e dal nucleare».

ELIMINARE GLI AEROPLANI

Per azzerare l’alto numero di emissioni prodotte dagli aeroplani, il piano consiglia di «costruire linee ferroviarie ad alta velocità fino a quando viaggiare in aereo non sarà più necessario». Non è chiaro se la proposta comprenda anche le tratte transoceaniche. Per quanto riguarda la cattura e lo stoccaggio del carbonio, i Dem consigliano di «piantare alberi e ripristinare tutti gli ecosistemi naturali».

«COLONNINE ELETTRICHE DOVUNQUE»

Dovrebbero inoltre esserci «massicci investimenti statali» per «modernizzare i trasporti, espandendo la manifattura di veicoli elettrici e costruendo colonnine elettriche dovunque per sostituire ogni singolo veicolo a combustione».

Niente come il Green New Deal era mai stato messo nero su bianco e dopo la sua diffusione tutti si sono fatti la stessa domanda: come paghiamo tutte queste mirabolanti iniziative? Lo stesso rapporto precisa infatti che soltanto ammodernare o sostituire tutti gli edifici degli Stati Uniti costerebbe cinquemila miliardi di dollari, cioè un quarto del debito publico totale degli Usa.

BELLO, MA CHI PAGA?

Per realizzare il piano sarebbe necessaria almeno la metà di tutto il Pil americano, che ammonta a 20 mila miliardi di dollari. I democratici ipotizzano anche tasse sul carbone, ma il Green New Deal sarà pagato «nello stesso modo in cui abbiamo pagato il New Deal o il quantitative easing o la Seconda guerra mondiale: attraverso linee di credito messe a disposizione dalla Federal Reserve e attraverso la nascita di nuove banche pubbliche che finanzino i progetti». A debito, insomma. «Ma alla fine, questo è un investimento nella nostra economia che dovrebbe far crescere la nostra ricchezza come nazione. Il punto quindi non è come pagheremo per tutto questo, ma che cosa faremo con la nostra nuova prosperità condivisa».

TRUMP E I REPUBBLICANI FESTEGGIANO

Come già detto, perfino il New York Times ha definito il piano «distante dalla realtà». Il Green New Deal probabilmente non vedrà mai la luce ma di sicuro ne sentiremo ancora parlare, soprattutto durante la campagna elettorale per le presidenziali americane del 2020. Jonathan Swan, giornalista di Axios, il sito creato dal cofondatore di Politico Jim VandeHei, ha dichiarato dopo aver contattato gli esperti che stanno studiando la campagna del tycoon Usa: «Non li ho mai visti così entusiasti. È come se fossero arrivati insieme Natale, Hanukkah e tutte le altre feste. Credo che ne parleranno fino alla nausea».

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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