Tempi
  • ACCEDI
ABBONATI
  • Esteri
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
    • Ottobre 2022
    • Settembre 2022
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Esteri
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
    • Ottobre 2022
    • Settembre 2022
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Tempi
ABBONATI
Home Esteri

«Fratelli Musulmani vogliono conquistare Francia ed Europa»

Intervista a Soufiane Zitouni, docente musulmano non praticante che ha lasciato il liceo islamico Averroè di Lille: «L'islam è in guerra con se stesso. E chi lo dice viene zittito»

Leone Grotti
01/03/2017 - 3:00
Esteri
CondividiTwittaChattaInvia

Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti)

«Gli ebrei sono una razza maledetta da Allah!». Quando un giovane liceale è esploso così in classe, Soufiane Zitouni, professore di filosofia di 48 anni, è rimasto a bocca aperta. In vent’anni di carriera non aveva mai sentito tante espressioni antisemite come nei corridoi del liceo Averroès di Lille, il primo prestigioso collegio privato musulmano sotto contratto con lo Stato (paritario diremmo noi, con la differenza che i professori sono pagati dalla République).

LEGGI ANCHE:

Emmanuel Macron e Antonio Tajani Francia Italia

È sempre Italia-Francia. Qua la mano nemico mio

22 Marzo 2023
Immigrazione Francia

«L’integrazione ha fallito». Il piano “sovranista” di Valls sull’immigrazione

21 Marzo 2023

Ma non è l’unica difficoltà riscontrata da Zitouni durante i cinque «travagliati» mesi di docenza nell’istituto islamico. Gli studenti, ad esempio, storcevano il naso davanti a Spinoza, non perché non apprezzassero la teoria della sostanza, ma perché era un ebreo sefardita (oltretutto scomunicato). Un’alunna, sempre velata, leggendo un testo di Freud si rifiutava di pronunciare la parola «sesso» e non voleva sedersi di fianco ai maschi. Molti altri protestavano quando Zitouni, figlio di immigrati algerini sunniti, parlava del Corano durante le ore di filosofia, accusandolo di non essere un imam.

Inutile cercare di applicare il metodo del famoso filosofo musulmano Averroè nel liceo che ne prende il nome, perché la sola idea che i testi sacri dell’islam potessero essere vagliati e interpretati con la ragione destava orrore tra i banchi e in sala professori. Non a caso, nella nutrita biblioteca della scuola, non c’era neanche un libro del commentatore di Aristotele, mentre abbondavano i testi dei fratelli Ramadan, nipoti di Hassan al Banna, fondatore dei Fratelli Musulmani.

Zitouni, insomma, non si è mai sentito a suo agio ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso, costringendolo a dimettersi e ad entrare in causa legale con l’istituto, è stato il polverone sollevato da un suo articolo scritto per Libération, all’indomani della strage di Charlie Hebdo. La tribuna pensata per commemorare le vittime e denunciare l’islamismo, datata 14 gennaio 2015 e intitolata “Oggi anche il Profeta è Charlie”, gli è valsa insulti e minacce, tanto che il 6 febbraio si è dovuto licenziare. Dopo un secondo articolo, sempre pubblicato sul quotidiano fondato da Jean-Paul Sartre, nel quale il professore senza mezzi termini denunciava l’estremismo di un liceo foraggiato con denaro pubblico, Zitouni è stato portato in tribunale dalla direzione per «diffamazione non pubblica». Condannato in primo e secondo grado, è stato definitivamente assolto il 7 febbraio perché i problemi sollevati sono «di interesse generale».

«Felicissimo per l’assoluzione», Zitouni ha deciso di raccontare a Tempi «la storia di un professore di cultura musulmana perseguitato come un apostata». Nato a Roanne, secondo di cinque fratelli, Zitouni ha ricevuto una rigida educazione musulmana e la sua settimana si divideva tra scuola repubblicana e coranica. Costruirsi un’identità è stato difficile, visto che il padre gli ricordava ogni giorno a tavola che «non sei francese, sei musulmano». Durante i suoi studi, Zitouni ha lavorato quattro anni a Lione per Libération, dove è diventato amico di Philippe Lançon, che sarebbe stato ferito gravemente nell’attentato di Charlie Hebdo. Uomo di sinistra, convinto elettore del partito socialista, a 30 anni ha attraversato una profonda crisi spirituale dalla quale, dopo un periodo di psicanalisi, è uscito approdando alla confraternita sufi Alawiya. Oggi, come scrive nel libro uscito per i tipi di Les Echappés, Confessioni di un figlio di Marianna e Maometto, si definisce un «musulmano non praticante».

soufiane-zitouniProfessor Zitouni, a Charlie Hebdo non hanno mai indossato i guanti prima di parlare dell’islam. Perché ha scelto un titolo così provocatorio per il suo articolo?
Come altri milioni di francesi sono rimasto scioccato dagli attentati. Inoltre, ero amico di una delle persone rimaste ferite nell’attacco. Quindi ero ancora più coinvolto. In quanto francese di cultura musulmana, ho capito che qualcosa si era rotto. Penso che troppi musulmani manchino di senso dell’umorismo riguardo alla loro religione. Uccidere delle persone solo perché hanno osato disegnare il Profeta è assurdo, chiunque può disegnare Maometto.

La stragrande maggioranza dei musulmani si è sentita offesa dalle vignette.
È ovvio che Charlie Hebdo ha uno stile provocatorio e possiamo dire che forse sono stati insensibili. Ma ho scelto quel titolo per denunciare la paranoia di alcuni musulmani e invitare i fedeli ad essere critici nei confronti dell’islam.

Critici verso che cosa?
Ad esempio verso la presunta prescrizione dell’iconoclastia. I legalisti ci ripetono che rappresentare Maometto è vietato ma non è vero: la cultura persiana o anche quella turca disegnavano il Profeta nelle miniature.

Possiamo dire allora che in Francia la cultura legalista è maggioritaria.
È evidente. Purtroppo molti musulmani amano più la religione di Dio. Ma l’islam non chiede a nessuno di adorare Maometto. Se i musulmani adorano più Maometto di Allah, allora sono degli idolatri.

Ha insistito per diffondere nel liceo Averroès il suo articolo?
No. Sono alcuni miei colleghi ad aver chiesto alla direzione di appendere il mio articolo in sala professori. Ma qualcuno l’ha strappato subito. Allora è stato riappeso e strappato di nuovo. E così via molte volte.

Come hanno reagito i suoi colleghi?
Mi hanno accusato di sacrilegio solo per aver associato Maometto e «quei miscredenti di Charlie» nello stesso titolo. Durante le lezioni i miei alunni mi hanno apertamente apostrofato come un «leccapiedi dei nemici dell’islam». Sono stato perseguitato come un apostata, un traditore.

Davvero non si aspettava simili reazioni?
No, sono rimasto scioccato. Un giorno un membro della direzione mi ha preso da parte e mi ha detto: «Adesso devi fare attenzione quando cammini per strada. Guardati le spalle».

Una minaccia neanche troppo velata.
Al contrario. A lui era piaciuto il mio articolo ma voleva mettermi in guardia. Il liceo Avveroès infatti si trova nella parte meridionale della città di Lille, in un quartiere a maggioranza islamico dove c’è anche la Grande Moschea guidata da Amar Lasfar, il fondatore dell’istituto, nonché presidente dell’Uoif (Unione delle organizzazioni islamiche di Francia, ndr), ritenuta l’antenna francese dei Fratelli Musulmani.

E lei credeva davvero di poter decantare le lodi di Averroè in un simile liceo?
Devo ammettere che un mio amico sufi, prima di accettare l’assunzione, mi avvertì: «Soufiane, fai attenzione». Lui lavora in un ospedale a Marsiglia e aveva avuto enormi problemi con i Fratelli Musulmani. Io però non l’ho ascoltato.

Perché?
Perché un liceo intitolato a colui che ha cercato di propagare nel mondo un islam dei lumi non poteva essere estremista. Mi sono detto: «Soufiane, anche se il liceo è stato fondato dall’Uoif, vai e fai il tuo lavoro. Invita i giovani a riflettere e a porsi delle buone domande».

Non è stato un po’ ingenuo?
Un po’ sì. Ho avuto molti problemi con i miei alunni: facevano dei discorsi sugli ebrei scioccanti. Il loro islam non corrispondeva a quello sufi, che definirei il ramo intelligente, spirituale e pacifico dell’islam. Sia loro che gli altri professori erano retrogradi, legalisti, ritualisti. La religione che si insegna all’Averroès non fa per la Francia, né per l’Europa, né per il resto del mondo.

charlie-liberation-zitouni

Perché?
Quello dei Fratelli Musulmani è un islam comunitarista, che impone ad esempio il velo alle donne come arma politica.

Lo portavano tutte in classe?
Sì. E io, cercando di incentivare l’uso della ragione, le provocavo: «Sapete che ci sono degli imam che dicono che il velo non è obbligatorio e ci sono delle ottime donne musulmane che non lo portano?». Volevo farle riflettere, ma per loro era inconcepibile.

E gli altri insegnanti? Erano tutti musulmani?
No. C’era una mia collega non musulmana che non si sentiva a suo agio perché le dicevano che avrebbe dovuto mettersi il velo, conformemente alla sharia. È drammatico. Un liceo pubblico sotto contratto con lo Stato francese, dove i professori sono pagati dal governo, vuole applicare la sharia. Mi sono chiesto: perché lo Stato finanzia un liceo di questo tipo?

Ottima domanda. Qual è la risposta?
Sembra un mistero, ma è semplice: ragioni elettorali. Con l’aumentare dei francesi musulmani, il voto islamico è diventato sempre più importante. I partiti costruiscono moschee e licei, in cambio sono votati.

Quand’è che ha capito che non poteva più andare avanti?
Quando l’ipocrisia mi è diventata insopportabile. Il marchio di fabbrica dei Fratelli Musulmani è la doppiezza del linguaggio. Quando ho pubblicato il mio articolo, tutti i miei colleghi barbuti mi hanno detto: «Non c’è problema, noi siamo per la libertà di espressione». Poi però mi hanno pugnalato alle spalle, pubblicando sul sito del liceo un vero attacco ad personam, nel quale si sosteneva che non ero un bravo insegnante. Ho capito perciò che il mio lavoro non era compatibile con la loro linea politica islamista.

Esiste una linea politica islamista in Francia?
Ma certo. Un mio amico, Mohamed Louizi, che ha scritto un libro intitolato Perché ho abbandonato i Fratelli Musulmani, ha documentato il progetto Tamkine, che ha come primo scopo la conquista dell’islam di Francia e d’Europa. Si tratta di un progetto politico. Gli islamisti sono i farisei dell’islam.

Il progetto riesce?
Assolutamente. Ma sono queste interviste e libri come quello che ho scritto a frenarlo, perché così si mette in guardia l’opinione pubblica. E magari si aprirà un dibattito nazionale sull’islam. È ora che i politici si prendano le loro responsabilità.

E cosa pensa degli intellettuali? Oggi criticare l’islam è quasi impossibile.
L’islam ha urgente bisogno di una riforma e di una forte autocritica. Io ho sempre lavorato a favore del dialogo inter-religioso, specie con i cristiani, e penso che anche noi dovremmo riaprire le porte dell’interpretazione razionale e libera del Corano e dei testi sacri per attualizzarli.

Come definirebbe oggi l’islam?
Una religione in guerra con se stessa. Oggi chi fa più male all’islam sono i musulmani stessi. Da una parte vediamo i sunniti che si fanno guerra con gli sciiti, così come i cattolici e i protestanti un tempo. Dall’altra ci sono dei musulmani che non vogliono far progredire l’islam e così lo fanno regredire.

Chi?
I Fratelli Musulmani, i salafiti, i wahhabiti sauditi. Ma non ci sono solo loro, l’islam non è un monolite, è plurale. Purtroppo i musulmani favorevoli all’interpretazione libera del Corano non godono di buona stampa e hanno pochi mezzi.

Perché tanti francesi si uniscono all’Isis?
In Francia abbiamo molti giovani, specie nelle banlieue, che hanno problemi di emarginazione e sono maltrattati. Lo vediamo in questi giorni con gli scontri di Parigi. I più deboli tra loro sono sensibili alle sirene del Daesh (acronimo arabo di Stato islamico, ndr) perché i jihadisti ripetono: «L’Occidente vi odia, venite da noi a combattere i miscredenti». E i più deboli li seguono, anche perché trovano conferme nei testi sacri.

Lo sa che chi dice una cosa del genere in Europa viene accusato di islamofobia, vero?
Resta la verità. Certi versetti del Corano e degli Hadith incitano alla violenza. Nel Corano si parla di jihad contro i miscredenti, nessuno può negarlo, ed è proprio per questo che le autorità musulmane devono insegnare che questi versetti non hanno più ragion d’essere oggi. Avevano senso forse nel VII secolo, quando le tribù musulmane erano in guerra. Ma oggi non è più così. Tocca a noi musulmani dire queste cose, ma anche a voi giornalisti. Invece chi prova a parlare viene zittito.

Servono più musulmani moderati?
No! Servono più uomini e donne coraggiosi. Tanti oggi pensano di difendere l’islam dicendo che è una religione di pace. Certo, va benissimo. Ma non è questo ciò di cui abbiamo bisogno. Noi abbiamo bisogno di dire: nel Corano ci sono versetti violenti, che autorizzano la guerra contro gli infedeli, che autorizzano i mariti a picchiare le mogli. Questi versetti esistono ma oggi non hanno più alcuna utilità e pertanto bisogna interpretarli. L’islam ha bisogno di musulmani che si alzino, prendano la parola e dicano queste cose.

Insegna ancora filosofia?
Sì, sono tornato in un liceo cattolico.

Tornato?
Ho costruito tutta la mia carriera in istituti cattolici. Ho cominciato 25 anni fa e dopo l’ultima esperienza credo che continuerò.

@LeoneGrotti

Foto Ansa

Tags: charlie hebdoFranciaIslamlilleMusulmani
CondividiTwittaInviaInvia

Contenuti correlati

Emmanuel Macron e Antonio Tajani Francia Italia

È sempre Italia-Francia. Qua la mano nemico mio

22 Marzo 2023
Immigrazione Francia

«L’integrazione ha fallito». Il piano “sovranista” di Valls sull’immigrazione

21 Marzo 2023
Macron nucleare Russia sanzioni

Le ambiguità di Macron sulle sanzioni energetiche alla Russia

16 Marzo 2023
Il leader della sinistra francese de La Francia Insoumise, Jean Luc Mélenchon e Annie Ernaux, premio Nobel per la Letteratura nel 2022, scrittrice e icona dei salotti liberal

Fenomenologia del boluche francese, anticapitalista caviar e champagne

10 Marzo 2023
Macron Angola Africa

Perché Macron in questi giorni è in Africa (c’entra anche la Russia)

4 Marzo 2023
Resti della barca che trasportava i naufraghi vicino alla costa di Crotone, 26 febbraio 2023 (Ansa)

Appello islamo-cristiano: «Affrontiamo insieme la realtà delle migrazioni»

2 Marzo 2023

Video

Caorle 2023
Video

Chiamare le cose con il loro nome. Tutti a Caorle a giugno

Redazione
6 Marzo 2023

Altri video

Lettere al direttore

Un fermo immagine tratto dalla trasmissione Rai mostra Lucia Annunziata e Eugenia Roccella durante Mezz'Ora in Più su Rai3, 19 marzo 2023 (Ansa)

Utero in affitto. La fiera dei corpi e dei sentimenti è più volgare di una parolaccia

Emanuele Boffi
21 Marzo 2023

Read more

Scrivi a Tempi

I nostri blog

  • La preghiera del mattino
    La preghiera del mattino
    Non esiste un’Unione Europea unita contro un’Italia isolata
    Lodovico Festa
  • Memoria popolare
    Memoria popolare
    Arringa cristiana e popolare per il «diritto dei turchi a restare turchi»
    A cura di Fondazione Europa Civiltà
  • Lettere al direttore
    Lettere al direttore
    Ribadiamo: l’inchiesta di Bergamo sulla pandemia ha solo «valore catartico»
    Emanuele Boffi
  • Il Deserto dei Tartari
    Il Deserto dei Tartari
    Caso Cospito. Ritorneranno gli anni di piombo?
    Rodolfo Casadei
  • Good Bye, Lenin!
    Good Bye, Lenin!
    La vita «ordinaria, tragica e bella» di Elena Bonner
    Angelo Bonaguro

Foto

Foto

Cura: quale integrazione tra territorio e domicilio?

22 Marzo 2023
Foto

“Bisogna pur aver fiducia di qualcuno”. Il concorso dei Nonni 2.0

13 Marzo 2023
Foto

Cosa c’è di allegro in questo maledetto paese?

10 Febbraio 2023
8/2/2014 Milano Giornata Banco Farmaceutico
punto raccolta farmaci presso Farmacia Foglia C.so di Porta Romana 56
Iconphotos/Paolo Bonfanti
Foto

Inizia oggi la Giornata di raccolta del farmaco: ecco come e perché aderire

7 Febbraio 2023
Benedetto Antelami, Deposizione dalla croce, Duomo di Parma
Foto

Davanti alla Deposizione di Antelami. Quello che non avevo mai “visto”

3 Febbraio 2023

Altre foto

Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994

Codice ISSN
online 2499-4308 | cartaceo 2037-1241

Direttore responsabile
Emanuele Boffi

Editore
Contrattempi Società Cooperativa
Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano
[email protected]
C. F. / P. Iva 10139010960
Iscrizione ROC n. 30851

Redazione
Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano
+39 02.51829864
[email protected]

  • Chi siamo
  • Scrivi a Tempi
  • Iscriviti alla newsletter
  • Pubblicità
  • Privacy policy
  • Preferenze Privacy
  • Sfoglia Tempi digitale
  • Gestione abbonamento
  • Abbonati con carta di credito
  • Abbonati con bonifico/bollettino
  • Archivio storico

Copyright © Contrattempi Società Cooperativa. Tutti i diritti sono riservati | Contributi incassati nel 2022: euro 211.883,40. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70

Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • ACCEDI
  • Sfoglia Tempi
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Marzo 2023
    • Febbraio 2023
    • Gennaio 2023
    • Dicembre 2022
    • Novembre 2022
    • Ottobre 2022
    • Settembre 2022
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
    • Elly Schlein
    • Giorgia Meloni
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Scuola
    • Scuole paritarie
    • Educazione
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Cultura
    • Libri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Mutui
  • Società
    • Obiettivi di sviluppo sostenibile
    • Razzismo
    • Politicamente corretto
    • Lgbt
    • Sport
  • Spettacolo
    • Cinema
    • Tv
    • Musica
  • Tempi Media
    • News
    • I nostri blog
    • Video
    • Foto

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In

Add New Playlist