
Il martirio di padre Frans, l’ultimo prete di Homs, ci ricorda che «essere cristiani non è mai slegato dalla croce»
«Raramente nella recente storia della Chiesa olandese si ha avuto un momento in cui è apparsa così chiaramente l’essenza della fede cristiana come nella notizia dell’assassinio de nostro confratello». Con queste parole padre Johan Verschueren S.J, provinciale dei gesuiti di Fiandre e Olanda, ha ricordato la figura di padre Frans van der Lugt, brutalmente assassinato il 7 aprile a Homs in Siria. La morte di padre Frans, che è stata ricordata anche nell’ultima udienza generale da papa Francesco, ha scosso non solo la comunità siriana – il sacerdote viveva nel paese dal 1966 – ma anche quella del suo paese d’origine.
LAVORAVA PER LA PACE. Per padre Verschueren, «il brutale assassinio del nostro confratello padre Frans van der Lugt a Homs alla vigilia della Settimana Santa ci ricorda che il nostro essere cristiani non è mai slegato dalla croce e che questa croce sia spesso terribilmente reale lo abbiamo potuto constatare vedendo come padre Frans abbia concluso la sua vita terrena. Insieme a lui sono scomparse altre migliaia di persone, vittime della guerra civile in Siria, tra i quali cittadini e bambini innocenti. Consegniamo queste vittime della violenza a Dio perché come cristiani siamo anche figli della speranza e crediamo quindi nella Resurrezione. Sappiamo che il Signore conosce la vita che Frans ha compiuto sempre in ottemperanza al Vangelo fino alle più estreme conseguenze, e che lo porrà vicino a Suo Figlio, al quale sempre più assomigliava. Era un conciliatore e un mediatore per tutti i siriani a prescindere dalla loro appartenenza, razza o religione, ai quali apriva sempre la sua porta, lavorando per la pace e la comprensione tra i popoli. Ci auguriamo che il suo sacrificio sia fruttuoso e possa ispirare tanti a seguire la stessa strada di Cristo che amava con tenerezza, e continuiamo a pregare per quella terra lacerata e devastata dalla guerra».
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