
Francia. Scompare il padre e la madre non sarà più “semper certa”

È con una discussione lampo, mentre le vacanze parlamentari sono alle porte e in piena emergenza coronavirus che l’Assemblea nazionale francese si appresta a stravolgere la filiazione. Venticinque ore di dibattito, divise su cinque giorni, per esaminare 2.300 emendamenti e approvare in seconda lettura quella legge di bioetica che permetterà per la prima volta la programmazione di figli senza padre e con madre incerta.
NUOVA BANDIERINA IDEOLOGICA
La discussione si è aperta lunedì e procederà a tappe forzate fino alla fine della settimana al riparo da manifestazioni di piazza, a causa delle restrizioni dovute all’epidemia del nuovo coronavirus. Il governo di Emmanuel Macron, dopo la sonora batosta ricevuta alle amministrative, vuole rifarsi il look, ammiccando agli elettori che hanno abbandonato Lrem per i partiti ambientalisti, e piantare una nuova bandierina ideologica allargando ancora un po’ le maglie dei nuovi diritti.
È come al solito nel nome dell’uguaglianza che la maggioranza di Macron vuole aprire alle donne sole e alle coppie di lesbiche l’accesso alla fecondazione assistita. Lo strapotere della tecnica nella sfera della procreazione, introdotto per ragioni mediche e fino ad oggi esclusivamente rivolto alle coppie eterosessuali che per problemi di infertilità non potevano avere figli, diventerà così uno strumento per soddisfare il desiderio di maternità di donne che non possono avere bambini per ragioni che nulla hanno a che fare con la salute e la biologia.
«SPENDIAMO SOLDI PER CREARE ORFANI»
La maggioranza ha intenzione di reintrodurre, dopo che era stata cancellata dal Senato, la gratuità della prestazione medica, che costerà dunque allo Stato almeno 15 milioni di euro all’anno, che si andranno ad aggiungere ai 275 milioni già impiegati per finanziare l’inseminazione artificiale. Fondi spesi per che cosa? Come ricordato in aula dal deputato dei Repubblicani Thibault Bazin, «per finanziare la creazione di orfani di padre e orfani di un secondo genitore. La stragrande maggioranza dei francesi non vuole questo. Non c’è dunque più limite all’onnipotenza della volontà degli adulti?».
Se il padre verrà di fatto cancellato, ridotto a campione di sperma da reperire sul mercato (ma assente sul certificato di nascita), anche la figura della madre sarà indebolita grazie alla possibilità per la coppia di fecondare l’ovulo di una delle donne e impiantarlo nell’utero dell’altra, affinché partorisca. Così entrambe le figure della coppia potranno essere considerate in qualche modo madri, senza che nessuna lo sia pienamente, affievolendo ulteriormente i legami biologici del nascituro.
DERIVA EUGENETICA DOPO LA PANDEMIA
Inoltre, la diagnostica pre-impianto permetterà di selezionare o scartare gli embrioni prodotti in base alla “qualità” del loro patrimonio genetico: «Immaginiamo la deriva eugenetica», ha sottolineato ancora Bazin.
E perché fare tutto questo, si è chiesto in una tribuna sul Figaro il filosofo ed europarlamentare François-Xavier Bellamy, «all’indomani di una pandemia mondiale, alla vigilia di una crisi economica eccezionale, in sessione straordinaria? Certe urgenze tradiscono le ossessioni ideologiche piuttosto che rispondere ai bisogni vitali della società».
«NESSUNO HA DIRITTO AL FIGLIO»
Come ricordava l’arcivescovo di Parigi, Michel Aupetit:
«nessuno è padrone della vita, tanto meno dei suoi figli. La vita si trasmette, non ci appartiene. Mio figlio viene da me, ma non è un “mio bene”. Non posso rivendicare un diritto al figlio come un diritto alla casa. Un bambino è sempre un dono che bisogna accogliere senza trasformarlo in un oggetto prodotto dalla tecnologia dell’uomo e sottomesso al potere del denaro. Bisogna imparare a essere figli, cioè a capire che la nostra vita non viene da noi stessi, la riceviamo e dobbiamo imparare ad abitarla. Solo così possiamo essere veri genitori. Non si può strumentalizzare un bambino per soddisfare un desiderio individuale. Mi felicito del coraggio di chi si oppone alla falsa evidenza di un apparente progresso che costituisce invece una profonda regressione della nostra umanità. C’è un legame intimo tra il delirio tecnologico che porta alla distruzione del nostro pianeta nel nome del progresso e la follia tecnicista del desiderio che rivoluziona l’antropologia e la natura profonda della nostra umanità. Non spetta a me convincere tutti, ma spetta a me dirlo».
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