Francia, respinta l’accusa di «pregiudizio morale» per il sindaco che non ha celebrato un matrimonio gay

Di Leone Grotti
13 Novembre 2013
Il giudice non ha competenza sull'accusa a carico del primo cittadino di Arcangues, Jean-Michel Colo. Ma la coppia gay: «Ora la causa penale per discriminazione»

Il sindaco di Arcangues Jean-Michel Colo, che a giugno si è rifiutato di celebrare un matrimonio gay in Francia appellandosi alla sua libertà di coscienza, non dovrà risarcire con 10 mila euro la coppia che l’ha denunciato per «pregiudizio morale».

VIZIO DI FORMA. Il giudice di urgenza a cui si sono rivolti Guy Martineau-Espel et Jean-Michel Martin ha emesso una sentenza in cui afferma che «il pregiudizio morale è di competenza esclusiva dei magistrati [di base] e non di quelli d’urgenza». La richiesta della coppia gay è stata quindi respinta per un vizio di forma, anche se il giudice ha specificato che i due uomini «si sono comunque potuti sposare un mese dopo la seconda richiesta».
Il 22 luglio, infatti, dopo un braccio di ferro durato più di un mese e una lettera che minacciava sanzioni inviata al Comune di Arcangues dal ministro degli Interni Manuel Valls, un aggiunto del sindaco ha deciso di celebrare le nozze gay nonostante fosse contrario.

NIENTE LIBERTÀ DI COSCIENZA. L’avvocato del primo cittadino Colo ha esultato, parlando di rispetto «della libertà di coscienza dei sindaci». Ma non finisce qui, come annunciato dall’avvocato della coppia gay: «Abbiamo anche fatto causa sul piano penale per discriminazione». Una recente decisione del Consiglio costituzionale ha negato in Francia il diritto alla libertà di coscienza dei sindaci, che non potranno rifiutarsi di celebrare un matrimonio gay pena il carcere.

@LeoneGrotti

Articoli correlati

10 commenti

  1. Sirio

    Se non fermiamo la violenza degli omosessuali finiremo presto nei campi di concentramento. Questi, e i loro capi, sono dei mostri, violenti e sanguinari come i peggiori gerarchi nazisti. Vanno fermati col voto prima che prendano definitivamente il potere

    1. Giovanni

      Hai ragione, Sirio. Io prima militavo nei movimenti LGBT e ora mi sono ravveduto, anzi sono rinsavito. Cerco di far capire quanto sia perniciosa questa ideologia e il furore di chi la porta avanti, ma il fenomeno viene sottovalutato.

  2. Picchus

    Ma soprattutto, quello che mi domando, con queste azioni di rappresaglia gli omosessuali pensano davvero che saranno più accettati? Temo invece che saranno più odiati e disprezzati e che la gente sempre di più eviterà di avere a che fare con loro, la reazione sarà allora ancora più denunce e leggi ancora più repressive e così via…
    Scusate, mi sono venuti i soliti cinque minuti di cassandrite… saranno le mestruazioni…

  3. Paolo

    Nessuna libertà di coscienza, solamente l’assurda pretesa di poter scegliere (in maniera non legittima) chi può accedere o meno ad un diritto che come ufficiale di uno Stato Pubblico il signore in questione deve garantire.
    Inconcepibile poi che si pretenda che tale carica, liberamente scelta, debba essere subordinata alla paturnie personali di stampo confessionale.
    Nessuno obbliga il signora a spsarsi con una persona dello stesso sesso, ma come Sindaco di uno Stato Laico (cioè non dipendente dalla fantasticherie di ideologie religiose) è chiamato a svolgere un servizio verso i propri cittadini…punto!

    1. Q.B.

      Paoletto … carichi la molla, premi un bottone e paoletto salta fuori dalla scatola ripetendo a pappagallo ideologia religiosa eheheh ideologia religiosa eheheh … poi rientra nella scatola.

      Mi chiedo da qualche tempo cosa si potrebbe fare per aiutarlo; perché oramai è fuor di dubbio che ha bisogno di aiuto.

  4. Antonio

    ogni tanto qualche buona notizia.

  5. Cisco

    Il diritto alla libertà di coscienza e’ tale anche se non riconosciuto dallo stato (d’altra parte anche i movimenti gay ritengono il diritto di sposare una persona dello stesso sesso un diritto da rivendicare anche se vietato dallo stato). Mi auguro che la battaglia sia solo all’inizio.

    1. mike

      sono d’accordo.

  6. Giovanni

    L’omosessualità designa le relazioni tra uomini o donne che provano un’attrattiva sessuale, esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso. Si manifesta in forme molto varie lungo i secoli e nelle differenti culture. La sua genesi psichica rimane in gran parte inspiegabile. Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, [Cf ⇒ Gen 19,1-29; ⇒ Rm 1,24-27; 2357 ⇒ 1Cor 6,10; ⇒ 1Tm 1,10 ] la Tradizione ha sempre dichiarato che “gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati” [Congregazione per la Dottrina della Fede, Dich. Persona humana, 8]. Sono contrari alla legge naturale. Precludono all’atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati.
    Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione.
    Le persone omosessuali sono chiamate alla castità. Attraverso le virtù della padronanza di sé, educatrici della libertà interiore, mediante il sostegno, talvolta, di un’amicizia disinteressata, con la preghiera e la grazia sacramentale, possono e devono, gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione cristiana.

  7. marzio

    Il Sindaco Colo ha agito giustamente in base alla sua coscienza, altro che “pregiudizio morale”!

I commenti sono chiusi.