

OMICIDIO INVOLONTARIO. Il 14 febbraio 2014, il giudice della Camera correzionale del tribunale di Tarbes ha condannato l’automobilista per omicidio involontario a tre anni di carcere con la condizionale, a 300 euro di ammenda per eccesso di velocità e a tre anni di sospensione della patente. Una perizia medica aveva infatti stabilito che l’incidente aveva causato direttamente la morte del feto. La condanna ha trovato anche il benestare del procuratore Chantal Firmigier-Michel.
«CONDANNATEMI». Come dichiarato dal giudice, Elisabeth Gadoulet, «una perizia psichiatrica ha messo in evidenza che la giovane donna, a causa della terribile perdita, ha subito un trauma psicologico molto grande». Anche per questo, «sentendosi fortemente in colpa», l’automobilista «ha precisato che ha coscienza di aver causato la morte di un bambino, del quale non vuole che sia contestata la qualità di essere umano in tutto e per tutto». Per questo, «per essere in grado di ricominciare, chiede di essere condannato per l’omicidio del futuro neonato».
«FETO NON È UNA PERSONA». Questa decisione non era affatto scontata. In un famoso precedente, che ha fatto giurisprudenza in Francia, la Corte di Cassazione nel 2001 si era rifiutata di condannare un altro automobilista di Metz che nel 1995, investendo una donna, aveva causato la morte del bambino che portava in grembo. Secondo i giudici di legittimità, infatti, l’articolo 221-6 del Codice penale sull’omicidio involontario non si può applicare a un feto, perché questo «non è una persona umana».
200 MILA ABORTI. La sentenza è in linea con la legge sull’aborto, recentemente modificata in Francia. L’aborto è stato definito un «diritto fondamentale» e nella République avvengono 200 mila interruzioni di gravidanza ogni anno. Se il feto venisse definito persona umana, i tribunali dovrebbero indagare su 200 mila omicidi in più ogni anno.
RICORSO E ASSOLUZIONE. Il caso di Tarbes però si era chiuso in un altro modo: il giudice nella sentenza aveva sempre chiamato la donna con il termine «madre» e sia la procura che l’omicida avevano accettato la sentenza. Tutto finito, dunque? No, perché la stessa procura che aveva ritenuta congrua la condanna, ha poi fatto ricorso, spinta da chissà chi. E il 5 febbraio 2015, la Corte di appello di Pau ha assolto l’uomo dalle accuse di omicidio involontario perché manca la vittima. La donna insomma sarebbe uguale a prima, non avrebbe perso nulla e questo nonostante una perizia medica abbia confermato che l’incidente ha causato la morte del feto.
SPIEGATELO ALLA MAMMA. Restano alcuni aspetti paradossali: la procura non ha contestato, insieme all’accusa di omicidio involontario, il fatto che padre e madre si siano costituiti parte civile «per Yanis», il nome che avevano deciso di dare a loro figlio. Perché hanno potuto costituirsi parte civile se Yanis non ha tutela giuridica come persona? È paradossale anche che in Francia l’articolo 222-19 del Codice penale punisca «le ferite causate accidentalmente a un feto (…) che non gli impediscano di nascere». Ferire un feto involontariamente dunque si può, ed è punito dalla legge, ucciderlo no. Perché un feto non è un bambino né una persona. Qualcuno lo vada a spiegare alla mamma di Yanis, che non ha neanche diritto di piangere la morte di suo figlio.
Foto ecografia da Shutterstock
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Sconvolgente. Ma specchiamoci nella Francia, perché il laikismo sta attaccando l’Italia. Non dimentichiamo che i deputati cattolici del pd hanno votato TUTTI pro legge scalfarotto. Ma la Francia è proprio andata fuori di testa. La Francia sventurata patria della ghigliottina, che in Vandea faceva bollire i corpi dei cattolici amazzati per farne sapone e con la pelle paralumi, la Francia dell’illuminismo padre di tutte le ideologie mefistofeliche proliferate fino a ridurre ll’Occcidente e la sua Civiltà – l’unica Civiltà che è quella imperniata sulla Persona Umana, creata ad immagine e somiglianza di Dio fin dal concepimento (“il mio bimbo ha esultato nel mio grembo sentendo la Tua voce!”)- a rimasugli di popoli suicidi tra aborti droghe eutanasia, relitti malati terminali senza figli ed ectoplasmi che, aborrendo la Verità in odio a Dio e Cristo, babbeano come apolidi culturali e dispersi mentali. Povera Francia, povera nostra cara Guivanna d’Arco! …quando gridavi “noi DOBBIAMO dare battaglia, Dio penserà a darci la vittoria!”
Una storia tristissima, ma da un punto di vista legale temo corretta. Credo che anche in Italia, se accadesse un evento del genere, non si potrebbe parlare di omicidio. Poi attraverso una causa civile (con i tempi di una causa civile) si potrebbero e dovrebbero quantizzare i danni che la donna ha subito (materiali e morali), ma questo direi che è un dettaglio!
Non mi meraviglia perché è l’ovvia coerenza delle carogne. Non molto differente per qualità dalle femministe che nella discussione, su questo sito, si voltano dall’altro lato sul femminicidio abortivo dileguandosi e non spendendo una parola contro uno scempio che, come minimo in qualche modo, dovrebbe riguardale (dato che sono femministe).
La Francia, patria senza Dio dei “diritti dell’uomo” in un certo senso è la prova della ridicola idea di concepire una umanità, che priva di Dio, non può che diventare un pregiudizio. Ridicolaggine testimoniata anche da una legislazione che prevede fino a sei mesi di carcere se si schiaccia involontariamente il “progetto parentale” di un rospo, una serpe, una farfalla particolare e non rischi nulla se schiacci una donna incinta.
Ma che sentenza scandalosa ?! Penso che anche in Italia finirebbe alla stessa maniera . Cioè se secondo la legge la nascita e al momento del parto la sentenza e corretta. Non mii sembra così scandalosa e soprattutto non vedo cosa c’entra con le discussioni sull’aborto ?
D’altra parte esistono precise definizioni di feto e neonato altrimenti sarebbe difficile dirimere le questioni …. O no ?
In Francia schiaccia un rospo “pregiato” e rischi sei mesi …. senza dirimere questioni.
Dimenticavo: un rospo gravido.
Cosa e’ diventata la Francia ?
Yanis starà già pregando per sua madre e anche per tutti i criminali che hanno portato a questa sentenza contro la ragione e la dignità umana.
Parlare di “feto” piuttosto che di “bambino” è orribile, comunque seguendo il pensiero che giustifica l’aborto se in grembo la donna non ha un bambino ma un feto allora non si può che giungere alla conclusione che non vi è stato nessun omicidio altrimenti la donna compie omicidio quando abortisce!
Riflettiamo tutti insieme, anche gli “abortisti”. Ciò che la donna tiene in grembo assume due qualità opposte/: “feto”, cioè “sub-umano” “non-persona” quando la donna desidera abortire, mentre diventa come per magia “bambino” quando la donna desidera metterlo al mondo.
Capite cosa significa tutto ciò è perché le femministe vogliono l’aborto? Alla donna è stata rimesso il potere di decidere se quella “cosa” (Dio e voi mi perdoniate il linguaggio) è un feto o un bambino! Decide non solo sulla vita di quel povero essere ma persino sulla sua qualità ontologica e biologica che varia a seconda del giudizio soggettivo della donna non delle sue caratteristiche oggettive!
E se ci riflettete è proprio questo il potere di Dio: la creazione. La donna viene quindi “idolatrata” e diventa creatore non più creatura attraverso cui si compie l’opera di Dio. Come Eva un tempo la donna mangia il frutto del bene e del male=il libero arbitrio attraverso l’aborto. Ma Dio onnipotente è la volontà per antonomasia è colui cui spetta decidere della vita delle sue creature, non l’uomo. Con l’aborto si riattua la ribellione a Dio e il peccato originale dell’uomo nel decidere non solo le sorti di una creatura (il destino su cui spetta a Dio decidere) ma persino la sua qualità di creatura o meno!