Francia. Il Consiglio di Stato conferma il divieto di andare a Messa
Il Consiglio di Stato in Francia ha respinto sabato il ricorso presentato dai vescovi francesi, secondo i quali impedire ai fedeli di partecipare alla Messa durante il nuovo lockdown costituisce una «violazione della libertà di culto». Per frenare la pandemia di Covid 19, il governo francese ha deciso che fino all’1 dicembre i francesi non possono allontanarsi da casa per più di un chilometro se non per motivi di salute e lavoro. Ogni attività produttiva non essenziale è stata chiusa e mentre le scuole sono rimaste aperte, le attività religiose pubbliche sono state sospese.
«SALVIAMO IL NATALE»
I vescovi in una nota, dichiarando che l’appello è stato respinto «solo per ragioni sanitarie», hanno definito «deplorevole che i fedeli non potranno partecipare alla Messa, che costituisce l’apice della loro fede e il luogo insostituibile dell’incontro con Dio e con i fratelli». Anche la Confederazione nazionale delle associazioni familiari cattoliche ha ribadito l’importanza della partecipazione alla Messa «in un momento in cui la comunità cattolica è vittima di atti di terrorismo». Il riferimento è all’uccisione di tre fedeli nella basilica di Notre-Dame, a Nizza, il 29 ottobre da parte del terrorista islamico Brahim Aouissaoui.
I giudici, pur avendo respinto il ricorso della Chiesa cattolica, anche dopo che il ministero dell’Interno ha mostrato quattro video di funzioni dove le misure sanitarie non erano state rispettate, hanno ordinato al governo di dialogare entro otto giorni con i rappresentanti delle diverse religioni. L’episcopato francese ha invitato i fedeli a rispettare la decisione del Consiglio di Stato per evitare lo scontro frontale, ma ha ribadito che al di là dei filmati mostrati le chiese hanno sempre rispettato tutte le misure di sicurezza. Ha poi chiesto al governo se ci sono nuove misure sanitarie da rispettare per poter riaprire. L’obiettivo è uno solo: «Salvare almeno la celebrazione del Natale in maniera dignitosa».
L’APPELLO
Nei giorni scorsi su Le Figaro era uscito un appello firmato da vescovi, filosofi e imprenditori affinché il governo permettesse la partecipazione popolare alla Messa. «Proprio mentre si riafferma che la libertà di culto costituisce un diritto fondamentale da proteggere, questa viene ristretta nel suo esercizio da un divieto quasi totale di riunirsi negli edifici religiosi. Non la si considera infatti una “attività essenziale”. Noi pensiamo al contrario che la libertà di culto non si possa mettere in discussione e che sia necessario lasciarla libera di esprimersi, soprattutto in questi tempi in cui viene minacciata. Se la “Repubblica assicura la libertà di coscienza” (legge del 1905, primo articolo), lo Stato di diritto deve rendere possibile l’esercizio e la pratica del culto», hanno scritto gli autori dell’appello ricordando che «non possiamo vivere senza la domenica».
Foto Ansa
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