Tempi
  • ACCEDI
ABBONATI
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Risparmio
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Magazine
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Maggio 2022
    • Aprile 2022
    • Marzo 2022
    • Febbraio 2022
    • Gennaio 2022
    • Dicembre 2021
    • Novembre 2021
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Risparmio
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Magazine
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Maggio 2022
    • Aprile 2022
    • Marzo 2022
    • Febbraio 2022
    • Gennaio 2022
    • Dicembre 2021
    • Novembre 2021
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Tempi
ABBONATI
Home Interni

Francesca Puglisi (Pd): «Senza le materne paritarie un bambino su due non avrebbe posto a scuola»

La responsabile nazionale per l'istruzione del Partito Democratico a tempi.it: «La penso come Prodi. Sostenere l'opzione "B" è la soluzione migliore»

Matteo Rigamonti
22/05/2013 - 6:20
Interni
CondividiTwittaChattaInvia

Altro che sottrarre risorse alle materne statali, con le quali si potrebbero creare più posti riducendo così le liste d’attesa. Senza finanziamenti alle scuole dell’infanzia private paritarie, non ci sarebbe posto per il 50 per cento dei bambini italiani. Parola di Francesca Puglisi, capogurppo Pd alla Commissione istruzione del Senato e responsabile nazionale del suo partito per l’istruzione, che è intervenuta per sostenere l’opzione “B” al referendum di Bologna contro l’abolizione dei finanziamenti alla scuole dell’infanzia private paritarie.

Puglisi, anche lei si è schierata in difesa del modello Bologna. Come mai?
Sono convinta che sostenere l’opzione “B” per il prosieguo del finanziamento alle scuole dell’infanzia private paritarie da parte del Comune sia la soluzione migliore. È compito di un’amministrazione comunale, infatti, occuparsi di tutti i bambini della propria comunità; in questo caso, permettendo loro, senza esclusione alcuna, di frequentare una scuola, sia essa comunale, statale oppure privata paritaria.
Le scuole d’infanzia private paritarie, del resto, hanno sottoscritto con l’amministrazione una convenzione in cui si sono impegnate a operare entro determinati parametri, a rispettare la carta dei servizi e a garantire precisi standard qualitativi relativamente alla loro offerta.
Questo è il modello di governo del sistema pubblico integrato della scuola dell’infanzia scelto dal Comune di Bologna, dove il 60 per cento degli istituti sono comunali e il 23 per cento privati paritari. Caso più unico che raro nel panorama italiano. E dove, se proprio c’è qualcuno che non fa la sua parte, quel qualcuno è lo Stato, con il suo magrissimo 18 per cento di scuole materne.

Eppure c’è chi continua a dire che sarebbe meglio eliminare del tutto i già esigui finanziamenti alle paritarie per destinare tutto allo Stato. Senza considerare minimamente il risparmio che questi istituti generano per la collettività. Di questo almeno sembrano essere convinti i promotori del referendum. Perché?
Sul referendum si stanno caricando le frustrazioni, a volte anche giuste, di molti, tra personale e docenti, per via della difficile condizione in cui versa la scuola italiana dopo anni di tagli indiscriminati, sia alle private paritarie sia alle statali. Come Romano Prodi anche io avrei preferito che la mia città potesse essere capace di dialogo sul tema, evitando di giungere all’adozione di un referendum. Ma così non è stato. Credo, infatti, che l’impegno collettivo di tutta la città dovrebbe concentrarsi soprattutto nell’esaurire la lista d’attesa di 103 bambini che ancora non possono frequentare una scuola dell’infanzia.

LEGGI ANCHE:

Don Pierino De Giorgi

In memoria di don Pierino De Giorgi, “fratello maggiore” dell’Agesc

21 Aprile 2022

I 45 anni del Liceo Montini di Milano

3 Aprile 2022
Bologna, i numeri della scuola
Un agile vademecum del Comune di Bologna spiega, in vista del referendum, come è organizzata la scuola dell'infanzia in città, rispondendo alle domande dei cittadini. Il primo dato che balza subito all'occhio è che a Bologna, diversamente dal resto d'Italia, il 60 per cento delle scuole per l'infanzia sono comunali, il 23 per cento private e il 17 statali.
Il Comune di Bologna investe 37,76 milioni di euro nel sistema pubblico integrato: 35,5 milioni vanno agli asili comunali, 1,11 milioni di euro vanno alle private paritarie e 1,14 milioni di euro alle scuole statali.
A Bologna ci sono 9.131 bambini tra i 3 e i 6 anni; i posti disponibili sono 8.988: questo significa che la città può offrire un posto al 98,4 per cento di loro. Nelle scuole comunali (che sono 70) trovano posto 5.327 bambini, 1.611 in quelle statali (25), 1.825 nelle private convenzionate (27) e 225 in private non convenzionate (5). Le convenzioni con le scuole private paritarie sono state introdotte nel 1994, grazie alla legge Berlinguer, per ampliare l'offerta di posti disponibili.
Le scuole private paritarie ricevono 1,11 milioni di euro dal Comune grazie alla convenzione in vigore da 18 anni e così possono offrire un posto a 1.730 bambini. Il contributo da un milione non corrisponde al costo della scuola paritaria privata convenzionata, bensì al contributo per le spese di funzionamento, per migliorare gli standard qualitativi e abbassare le rette così da renderla più accessibile a tutti. Si tratta di un contributo che fa risparmiare la collettività. Esclusa la costruzione degli edifici, infatti, queste scuole costerebbero 12 milioni di euro l'anno se a gestirle dovesse essere il Comune. Ma si tratta di una cifra che lo Stato non eroga.
Visita la gallery

Come fare?
Sicuramente attraverso la partecipazione di tutti i tipi di scuola, private paritarie, statali e comunali. Poi, sono le istituzioni che devono impegnarsi in prima persona per fare qualcosa: sono 150 mila in tutta Italia i bambini che non hanno o non trovano posto nella scuola dell’infanzia. Occorre uno sforzo collettivo. Anche perché, in questi anni, i Comuni, che hanno il compito del governo pubblico del sistema integrato, hanno avuto i bilanci falcidiati dal taglio dei trasferimenti statali e in più hanno le mani legate dai vincoli del patto di stabilità interno relativamente all’assunzione del personale.
Personalmente sto lavorando a una proposta di legge che prevede l’assegnazione alla scuola (statale, comunale o privata paritaria che sia) di una quota capitaria per ogni bambino che nasce, così da potergli assicurare di frequentare la scuola dell’infanzia o materna, a seconda delle necessità della famiglia. Si tratterebbe di finanziamenti da destinarsi sempre nel pieno rispetto dei criteri di cui sopra. La responsabilità della gestione dei fondi sarebbe in capo all’ente.

Perché modelli pubblici integrati come quello di Bologna sono un bene per il paese?
L’Italia è un Paese variegato, anche per quanto concerne la scuola. Basti pensare che, mentre il Lombardia e in Veneto il 60 per cento delle scuole sono private paritarie, nelle Marche l’80 per cento sono statali. Sarebbe controproducente privatizzare tutto, così come pure lo sarebbe statalizzare tutto. In ogni caso, sarebbe una soluzione estremamente sbagliata. È proprio la compresenza dei tre tipi di scuola, governati dall’ente locale, infatti, a garantire che la qualità continui a crescere e per tutti.

A chi continua a strumentalizzare l’articolo 33 della Costituzione per difendere la scuola statale contrapponendola a quella privata, che dovrebbe essere esclusa dai finanziamenti, cosa dice?REFERENDUMB-come-Bologna copia
Che c’è una legge dello Stato, che nel 2000 votò tutto il centrosinistra italiano (la riforma Berlinguer, ndr), comunisti compresi, che non ha mai subito alcuna eccezione di costituzionalità. Tutte le scuole, anche quelle private paritarie che rispondono a determinati criteri, infatti, contribuiscono a svolgere una funzione di pubblica utilità e sono meritevoli di esistere. Dovessimo cancellare i finanziamenti alle paritarie, a Bologna come altrove in Italia, non solo non riusciremmo a raggiungere l’obiettivo della generalizzazione della frequenza alla scuola dell’infanzia, ma nemmeno riusciremmo a mandarci il 50 per cento dei nostri bambini.

@rigaz1

Tags: articolo 33francesca puglisireferendum bolognaScuole Paritarie
CondividiTwittaInviaInvia

Contenuti correlati

Don Pierino De Giorgi

In memoria di don Pierino De Giorgi, “fratello maggiore” dell’Agesc

21 Aprile 2022

I 45 anni del Liceo Montini di Milano

3 Aprile 2022
scuola, entrata degli alunni in un istituto scolastico di Milano

Scuola cattolica. Per un impegno globale di educazione e formazione

3 Gennaio 2022
Studenti della scuola Regina Mundi a Corvetto, paritaria della periferia Sud-Ovest di Milano

La scuola che ha fatto scuola, «mai arresi di fronte a una telecamera spenta»

14 Novembre 2021

I 70 milioni che servono per il sostegno ai disabili nelle paritarie

29 Ottobre 2021
Il comitato promotore del referendum sulla cannabis legale chiede al Cdm di prorogare i termini per le firme

La Spid Democracy genera mostri, è iniziata la gara all’ultimo referendum

30 Settembre 2021

Video

Don Luigi Giussani
Video

Don Giussani, mondo e missione – L’incontro con Camisasca e Alberti

Redazione
17 Maggio 2022

Altri video

Lettere al direttore

Lee Cheuk-yan all’ingresso del tribunale a Hong Kong

Il palloncino di Lee Cheuk-yan, Elon Musk il “rompibolle” e i vantaggi di tre giorni a Caorle

Emanuele Boffi
20 Maggio 2022

Read more

Scrivi a Tempi

I nostri blog

  • La preghiera del mattino
    La preghiera del mattino
    Anche a Washington servono soluzioni politiche, non la retorica della “vittoria” ucraina
    Lodovico Festa
  • Lettere al direttore
    Lettere al direttore
    Il palloncino di Lee Cheuk-yan, Elon Musk il “rompibolle” e i vantaggi di tre giorni a Caorle
    Emanuele Boffi
  • Good Bye, Lenin!
    Good Bye, Lenin!
    I sabati di lavoro dei profughi ucraini per i polacchi «in segno di gratitudine»
    Angelo Bonaguro
  • Libri in povere parole
    Libri in povere parole
    Eureka Street; Uno di noi; La morte viene per l’arcivescovo
    Miber
  • Il Deserto dei Tartari
    Il Deserto dei Tartari
    La sentenza sul doppio cognome esalta il feticcio della libera scelta
    Rodolfo Casadei

Foto

Foto

Il potere dei senza potere e la guerra in Ucraina

20 Maggio 2022
Foto

“Investire in educazione”. Incontro sulla mostra “Alleanza scuola lavoro”

10 Maggio 2022
Foto

“Droga, le ragioni del no. Scienza, prevenzione, contrasto, recupero“

2 Maggio 2022
Foto

Avsi Run al Parco di Monza per sostenere i progetti dell’ong in Ucraina

27 Aprile 2022
Foto

“Vieni dietro a me” chiude le iniziative della mostra “Emilia Vergani. Saggia e ardente”

21 Aprile 2022

Altre foto

Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994

Codice ISSN
online 2499-4308 | cartaceo 2037-1241

Direttore responsabile
Emanuele Boffi

Editore
Contrattempi Società Cooperativa
Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano
[email protected]
C. F. / P. Iva 10139010960
Iscrizione ROC n. 30851

Redazione
Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano
+39 02.51829864
[email protected]

  • Chi siamo
  • Scrivi a Tempi
  • Iscriviti alla newsletter
  • Pubblicità
  • Privacy policy
  • Preferenze Privacy
  • Sfoglia Tempi digitale
  • Gestione abbonamento
  • Abbonati con carta di credito
  • Abbonati con bonifico/bollettino
  • Archivio storico

Copyright © Contrattempi Società Cooperativa. Tutti i diritti sono riservati | Contributi incassati nel 2021: euro 155.773,68. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70

Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • ACCEDI
  • Magazine
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Maggio 2022
    • Aprile 2022
    • Marzo 2022
    • Febbraio 2022
    • Gennaio 2022
    • Dicembre 2021
    • Novembre 2021
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Scuola
    • Scuole paritarie
    • Educazione
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Cultura
    • Libri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Risparmio
    • Mutui
  • Società
    • Social network
    • Razzismo
    • Politicamente corretto
    • Lgbt
    • Sport
  • Spettacolo
    • Cinema
    • Tv
    • Musica
  • Tempi Media
    • News
    • I nostri blog
    • Video
    • Foto

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In

Add New Playlist