E’ finito 15-15 il voto della “bicameralina” chiamata a esprimere il suo parere sul decreto attuativo del federalismo per la fiscalità municipale. E, secondo l’articolo 7 del regolamento della Commissione, il decreto dunque si intende respinto, almeno in commissione. Si legge infatti nel Regolamento: «Le deliberazioni della commissioni sono adottate a maggioranza dei presenti, considerando presenti coloro che esprimono voto favorevole o contrario. In caso di parità di voti, la proposta si intende respinta».
«Questa è una bocciatura di fronte alla quale il governo deve trarre le opportune conseguenze», ha dichiarato il capogruppo Idv al Senato, Felice Belisario, dopo il voto. Valutazione negativa espressa, durante la riunione, anche dal senatore Fli Mario Baldassari, che ha denunciato il rischio che il provvedimento sulla fiscalità municipale possa aumentare la pressione fiscale e far diminuire l’autonomia dei Comuni: «Con mio profondo rammarico e con la speranza che le cose possano migliorare, la mia valutazione non può essere positiva».
Il ministro per le Riforme e leader del Carroccio, Umberto Bossi, prima che uscisse il verdetto della bicamerale sul federalismo, aveva risposto ai giornalisti: «Speriamo che passi. In caso di pareggio, vediamo».
Al termine del vertice a palazzo Grazioli sul federalismo, il leader della Lega Umberto Bossi e il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, hanno lasciato la residenza del premier senza rilasciare dichiarazioni salvo che non si andrà al voto.
Il governo non ha intenzione di arretrare sul federalismo. Si va avanti, nessuna retromarcia, non facciamo precipitare la situazione, il federalismo è una riforma prioritaria per l’azione dell’esecutivo: così Silvio Berlusconi ha parlato a Umberto Bossi. Il presidente del Consiglio, riferisce chi ha partecipato all’incontro in via del Plebiscito, ha spiegato al Senatur che la maggioranza ha i voti per poter proseguire la legislatura.