La preghiera del mattino

Facile mantenere gli impegni sulle emissioni di Co2: basta un bel lockdown totale

Di Lodovico Festa
13 Gennaio 2022
Rassegna ragionata dal web su: i dati della lotta al cambiamento climatico in Germania, le trovate del fronte anti Draghi al Quirinale, il nonsenso di un Mattarella bis e molto altro ancora
Inceneritore

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Su Huffington Post Italia Alessandro De Angelis scrive di Silvio Berlusconi, qualora dovesse rinunciare alla corsa al Colle: «Le sue preferenze andrebbero su Giuliano Amato ma ancor di più sulla presidente del Senato, Elisabetta Casellati, perché è l’unica che potrebbe nominarlo senatore a vita. E c’è infatti tutto un chiacchiericcio attorno alla presidente del Senato, con qualche altra volpe che pensa di sedurre il Pd offrendo a Luigi Zanda la presidenza del Senato, o meglio di sedurre Zanda in modo che a sua volta seduca il Pd, ingolosito dall’idea». Naturalmente se Mario Draghi non sarà eletto capo dello Stato, inizierà una fase di caos perché questo parlamento allo sbando dovrà affrontare comunque un “anno elettorale” (se va male e non si vota anticipatamente) senza nessuno che abbia la statura per fare il regista. Certo la Casellati almeno avrebbe una logica “istituzionale”.

Su Huffington Post Italia Federica Olivo scrive: «C’è una Lega che, a Roma, frena sull’obbligo vaccinale». La Olivo registra come la parte centrale dei leghisti, da Roberto Calderoli ai presidenti delle Regioni, è scatenatamente (e provvidenzialmente) pro vaccini, ma nazionalmente si nota un atteggiamento più moderato. In parte la Lega centralmente ha un qualche difetto di comunicazione, privilegiando gli slogan sulle posizioni articolate. Però più in generale si è di fronte a un partito-movimento che non ama “emmerder” i suoi concittadini, anche quando sbagliano non vaccinandosi.

Su Dagospia si scrive: «D’altra parte, Mattarella è rimasto molto suggestionato da un ficcante editoriale di Michele Ainis apparso su Repubblica: “Ci sono quattro fattori che, creando un inedito costituzionale, spingono per il bis di Mattarella”, scrive il costituzionalista». Gli ambienti romani che ispirano una campagna anti Draghi, supponiamo per nobilissimi motivi, se ne inventano di tutte, persino quella di un Sergio Mattarella folgorato da un articolo di Michele Ainis su come un parlamento delegittimato non possa nominare un nuovo presidente e debba mantenere in carica quello vecchio durante il cui mandato il parlamento si è delegittimato. È il famoso argomento già ben spiegato da un noto scioglilingua: “Se l’arcivescovo di Costantinopoli si disarcivescoviscostantinopolizzasse, ti disarcivescoviscostantinopolizzeresti tu? No, io non mi disarcivescoviscostantinopolizzerei mai se l’arcivescovo di Costantinopoli si disarcivescoviscostantinopolizzasse!”.

Sul Sussidiario Fabrizio d’Esposito dice: «Per dieci anni abbiamo fatto finta di non vedere che il centrodestra era maggioranza nel paese». Che abbia finto d’Esposito, pur un intelligente e preparato giornalista, ci dispiace. Ma dispiace molto di più che abbiano fatto finta Giorgio Napolitano e Sergio Mattarella.

Sul Sussidiario Stefano Bressani scrive: «L’accordo federale fra Azione e +Europa è stato annunciato con uno scopo preciso: candidare Emma Bonino al Quirinale. La mossa appare meno “wild” di quanto dicano i 5 parlamentari che hanno il loro riferimento nominale in questo nuovo “partito di programma”». Sarà anche meno “wild” come scrive Bressani, comunque ci vuole una certa faccia tosta da parte di Benedetto Della Vedova che cercava di togliersi di torno la Bonino persino da +Europa, cioè da quella sorta di Lista Bonino che è quel movimento.

Su Startmag Fernando Soto scrive: «“Naufragato di nuovo il tentativo di conciliazione con Bnl Bnp Paribas”, i sindacati bancari Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin proclamano un altro sciopero per il 24 gennaio, il secondo dopo quello del 27 dicembre 2021». Mentre Bnl Bnp Paribas è in difficoltà, Unipol è sempre più attiva nel mondo del credito per cercare di aggregare poli finanziari che aiutino l’economia italiana. Chissà se qualcuno si ricorda ancora di quando Antonio Fazio voleva mettere insieme Bnl, Monte dei Paschi e Unipol per avere un forte soggetto finanziario al centro dell’Italia. E i vari Abete e Della Valle gli rispondevano con la previsione delle magnifiche sorti che avrebbe garantito la presenza francese a Roma.

Su Startmag Pierluigi Mennitti scrive: «Dati alla mano, solo nel 2020 la Germania ha mantenuto fede agli impegni assunti di contenere del 40 per cento le emissioni di gas a effetto serra: ma quello è stato l’anno più duro della pandemia, con un lockdown quasi totale che ha paralizzato per due mesi la vita economica e sociale. L’obiettivo non è stato più centrato nel 2021, e secondo le stime di Habeck, non lo sarà neppure nel 2022 e nel 2023». La grande imbrogliona Angela Merkel era fatta così: manteneva la sua parola solo per forza maggiore.

Su Strisciarossa Paolo Soldini scrive: «Poniamo la questione nei suoi termini più semplici. La Russia di Vladimir Putin si sente accerchiata e pretende garanzie sul non allargamento ulteriore della Nato verso i propri confini. Garanzie che gli Stati Uniti di Joe Biden non le possono dare se non smentendo la propria impostazione generale di politica estera e, in un certo senso, il fondamento della cultura politica dei democratici tornati al potere a Washington. È questo, ridotto all’osso, il Grande Problema sul tavolo del confronto tra la Casa Bianca e il Cremlino che sta, molto faticosamente, riprendendo con la telefonata della fine dell’anno tra i due presidenti, l’incontro a Ginevra nel fine settimana tra i sottosegretari agli Esteri, l’americana Wendy Sherman e il russo Sergeij Riabkov, ambedue muniti – a quanto si è saputo – di robuste deleghe a trattare almeno sulle armi, il resuscitato Consiglio Nato-Russia che si è riunito ieri a Bruxelles e l’imminente sessione dell’Osce, l’unica sede internazionale in cui sono presenti tutti gli stati del Nord America, dell’Europa e dell’Asia centrale. Un foro, insomma, competente ad affrontare non solo la crisi ucraina, ma anche quella arrivata, a complicare cose già abbastanza complicate di loro, con le rivolte contro il regime del Kazakistan». È una triste constatazione ma per trovare un qualche realismo nell’analisi di questioni internazionali, non di rado si deve ricorrere a opinionisti ancora segnati dalla nostalgia per il proprio passato comunista.

Sulla Nuova bussola quotidiana Luca Volonté scrive: «Quasi un decennio fa la Bussola commentava il lancio della “Giornata mondiale della vasectomia”, molto semplicemente la parziale castrazione maschile attraverso la parziale resezione dei dotti deferenti, i canali dello sperma nel pene maschile. Da qualche mese è partita una campagna massmediatica mondiale in tutto l’Occidente per promuovere questa tremenda pratica, sbandierata come forma di solidarietà responsabile verso le donne e contro la limitazioni dell’aborto di vari paesi e, inoltre, come straordinario atto di generosa decisione per salvare il pianeta». Non se ne può veramente più di questi apologeti della cultura patriarcale e dell’inquinamento prodotto dall’”andate e moltiplicatevi”: Castrati si vince! Il nichilismo trionferà!

Su Atlantico quotidiano Fabrizio Borasi scrive: «Dietro questo blocco della politica, anche se non si celano probabilmente complotti cervellotici, si nasconde qualcosa di molto grave, forse quasi altrettanto grave di un complotto: una mentalità che ormai da tempo sta indebolendo la democrazia nel nostro paese e che si concentra anche (non solo, ma anche) nella trasformazione della figura istituzionale del presidente della Repubblica rispetto al modello delineato dall’Assemblea costituente nel 1947». Un’analisi perfetta (soprattutto nel respingere l’idea che la storia proceda attraverso complotti) con forse un solo elemento su cui riflettere: una certa ambiguità nel delineare la figura del capo dello Stato sin dalla discussione nella Costituente, in un contesto internazionale che era sempre più segnato dalla Guerra fredda.

Su Byoblu Edoardo Gagliardi scrive: «Il dominio economico è talmente introiettato che, oggi, gli individui fanno fatica a comprendere che l’economia a base capitalistica sia un fatto umano e contingente e quindi che potrebbe anche non esistere. Al contrario, l’uomo si trova immerso in un’era, quella del Capitalocene, dove l’essenza umana viene ridotta in schiavitù, tanto fisica quanto mentale. Per venire fuori da tutto questo serve non già la libertà, ma la liberazione. Liberarsi significa in primo luogo risvegliarsi, prendere atto dei meccanismi e dei poteri che controllano la vita. In secondo luogo, mettere in atto dei passi per arrivare ad operare un cambiamento politico nella società. Su Byoblu l’intervista al docente e scrittore Gianni Vacchelli, autore del libro L’Inconscio è là fuori. Dieci tesi sul capitalocene: pratiche di liberazione (Mimesis)». Insomma l’umanità è ridotta in uno stato di schiavitù sia fisica sia mentale, e, tac, arriva Vacchelli e libera tutti.

Sul Post si scrive: «Lunedì il sindaco di Milano Beppe Sala si era scusato a nome della città con le ragazze coinvolte, promettendo l’assunzione di 500 nuovi vigili – cosa che aveva già fatto in campagna elettorale». Bei tempi con il Sala 1, quando la violenza era circoscritta alle periferie. Ma adesso arriveranno 500 vigili.

Su Leggo Mario Fabbroni chiede al sindaco di Firenze Dario Nardella: «Una donna capo dello Stato: che figura dovrebbe essere?». E lui risponde: «Mi piacerebbe una Merkel». Con Macron agli Esteri e Joe Biden presidente dell’Inps?

Foto Ansa

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