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Dolce morte legale, molta morte banale

Di Leone Grotti
16 Febbraio 2022
Provano a indorare la pillola promettendo “rigidi paletti” che impediranno derive distopiche. Ma dovunque eutanasia e suicidio assistito siano divenuti legge, ogni argine è saltato alla svelta. Rassegna internazionale di orrori “compassionevoli”
Iniezione
Foto di Markus Spiske per Unsplash

Theo Boer ragionava come Marco Cappato 15 anni fa. Il docente di etica all’Università teologica di Kampen, Olanda, era convinto che l’eutanasia fosse la soluzione giusta per restituire dignità ai malati condannati a morti strazianti a causa di patologie incurabili nel nome del diritto all’autodeterminazione. Pur rendendosi conto di quanto la materia fosse delicata, era sicuro che «una buona legge sull’eutanasia, insieme a una scrupolosa procedura di revisione dei casi, garantirà un numero stabile e relativamente basso» di decessi. Basta fissare paletti chiari e severi perché a ricevere l’iniezione letale siano soltanto coloro che si trovano in condizioni disperate.
Ecco perché accolse con entusiasmo l’approvazione da parte del Parlamento olandese di una legge, entrata in vigore nel 2002, che da allora è servita da traccia e modello per il mondo intero. Ecco perché, dal 2005 al 2014, ha fatto convintamente parte di una delle commissioni incaricate di verificare il rispetto del...

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