Euro 2012 come l’Eurozona: tutti sperano che la Germania perda

Di Leone Grotti
14 Giugno 2012
La Germania è prima della classe, Irlanda e Portogallo arrancano, Italia e Spagna studiano un modo per uscire dalla crisi, la Grecia affonda. Parliamo di Euro 2012 o dell'Eurozona? Di entrambi.

L’austera Germania è la prima della classe, Irlanda e Portogallo arrancano, Italia e Spagna studiano un modo per non uscire dall’Euro, la Grecia affonda. Ma stiamo parlando di Euro 2012 o della situazione economica dell’Eurozona? Di entrambi, visto che le compagini europee hanno deciso di seguire per filo e per segno le loro disavventure economiche.

Partiamo dal gruppo A, che avvalora in pieno la metafora Eurozona-Euro 2012. La Grecia è in piena crisi: dopo anni di euforia economica e larghezze, che rispecchiano i fasti della vittoria dell’europeo del 2004, Atene è in crisi e non sa che pesci pigliare. Ha avuto le sue chance contro la Polonia, è vero, quando ha rimediato un pareggio per 1-1, ma ha fallito clamorosamente il calcio di rigore che poteva valere la vittoria. Tutti gli sforzi greci sono stati vanificati dal tiro dagli 11 metri fallito da Karagounis, un po’ come le ultime elezioni, che sono terminate in un tragico nulla di fatto. Bisogna ricominciare dunque e se in Grecia si voterà di nuovo a breve, la partita con la Repubblica Ceca non fa presagire nulla di buono. Atene è stata schiantata dai cechi, neanche fossero il piano di salvataggio Ue che sta strozzando il paese. La Grecia però non è ancora uscita da Euro 2012, così come non è fuori dall’Eurozona, ma i pronostici per l’ultima partita contro la Russia, che sembra il terzo membro della Trojka a cui Atene è stata costretta a piegarsi, parlano di sconfitta annunciata. Tutti sperano in un colpo di reni.

Il gruppo B non lascia spazio alla fantasia. L’11 tedesco domina il girone a 6 punti e impone il suo gioco freddo, calcolato e austero alla spumeggiante Olanda, proprio come Berlino tiranneggia i partner “spendaccioni” dell’Eurozona. Secondo alcune voci Angela Merkel avrebbe parlato con Loev prima di Euro 2012 ed è per questo che la nazionale tedesca non largheggia, non si concede tre o quattro gol di scarto, anzi li sbaglia apposta, perché prima di tutto viene l’austerità e la Germania deve dare il buon esempio. Quindi ci si accontenta di un 1-0 al Portogallo e di un 2-1 all’Olanda. Vittorie di misura. Registriamo però speranzosi che la Germania ha subito un gol da Van Persie nel finale di partita di ieri. Che sia di buon auspicio? Che la tattica della Merkel perda colpi alla distanza? Chissà, bisogna seguire la fine di Euro 2012, ma il gol di Van Persie è sicuramente un punto a favore degli Eurobond.

Non c’è tempo per parlare del Portogallo, le cui speranze di rimanere in Euro 2012, così come nell’Eurozona, sono appese a un filo. Veniamo al gruppo C. Quale conferma migliore che Euro 2012 stia seguendo l’andamento dell’Eurozona della situazione di Italia e Spagna? Le due squadre hanno dominato il panorama mondiale negli ultimi anni: l’Italia ha vinto i mondiali del 2006 nonostante Calciopoli, proprio come il Paese è riuscito a tirare avanti nonostante le prime avvisaglie della crisi. Ma le intercettazioni hanno danneggiato tanto il calcio italiano (Moggi) quanto la politica (Berlusconi) e ora l’Italia si ritrova in crisi, calcistica e non. Con Monti il Belpaese cerca di rialzarsi con misure in extremis, un po’ come ha fatto Prandelli schierando De Rossi in difesa, ma il futuro economico è incerto, così come è incerta la qualificazione ai quarti di finale.

E cosa dire della Spagna? Finché c’era Zapatero, che spendeva a destra e a manca, creando debito su debito, le Furie rosse si concedevano grandi vittorie prima agli Europei del 2008, poi ai Mondiali del 2010. Ma la favola non poteva durare, i dati erano truccati, l’economia drogata, la crisi imminente e così i tagli del premier Rajoy, perfettamente esemplificati dalla rinuncia del tecnico Del Bosque a giocare con una punta vera come Torres, hanno messo in ginocchio il paese. Il tasso di disoccupazione è alto, proprio come il tasso di infortuni nella compagine spagnola, e le misure per la crescita messe in campo dal premier spagnolo assomigliano molto all’inserimento nel finale di partita di Torres: il paese sta provando a rialzarsi, e anche la nazionale spagnola è diventata più pericolosa, ma senza risultati concreti. Aspettiamo con ansia di vedere il match odierno contro l’Irlanda (di cui non parliamo perché, trovandosi a 0 punti in classifica, e conoscendone tutti la situazione economica, è superfluo).

Infine, c’è il girone D: Ucraina, Francia, Inghilterra e Svezia. Che Euro 2012 rispecchi l’Eurozona lo si capisce benissimo dal big match tra inglesi e francesi. Il primo è un popolo storicamente euroscettico, il secondo lo sta diventando con l’elezione a presidente di Francois Hollande. Oggi però l’Eurozona sembra una cornice istituzionale dalla quale non si può prescindere, continuare a metterla in dubbio non fa bene a nessuno, e lo si è visto durante la partita: un misero 1-1, squadre sulle gambe, poche occasioni, noia mortale. L’euroscetticismo, a quanto pare, non paga.

Ma il calcio, si sa, non è una scienza perfetta proprio come l’andamento di un popolo, che può risvegliarsi e tirare fuori l’orgoglio in qualsiasi momento. E allora l’Italia potrebbe schiantare la Croazia, o viceversa, la Spagna superare l’Irlanda, o viceversa, la Grecia battere la Russia, o viceversa, la Francia umiliare l’Ucraina, o viceversa, la Germania dare una lezione alla Danimarca. Ma tutti sperano nel viceversa.

@LeoneGrotti

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