Egitto. «I cristiani copti trucidati dall’Isis non hanno abiurato»

Di Leone Grotti
29 Maggio 2017
Sono 29 i copti uccisi venerdì in un attentato dell'Isis a Minya. Tra loro, anche dieci bambini. Vescovo Macarius: «Hanno preferito morire piuttosto che convertirsi all'islam»
Coptic Christians shout slogans after funeral service at Abu Garnous Cathedral in Minya, Egypt, Friday, May 26, 2017. Egyptian officials say dozens of people were killed and wounded in an attack by masked militants on a bus carrying Coptic Christians, including children, south of Cairo.(AP Photo/Amr Nabil)

Egypt

Sono 29 i cristiani copti uccisi venerdì in Egitto dallo Stato islamico, che ha rivendicato l’attentato. Un commando di jihadisti, travestiti da militari, ha bloccato due autobus di pellegrini e un pick-up di lavoratori diretti al monastero di Anba Samuel, compiendo la strage. Tra le vittime ci sono anche dieci bambini: due avevano appena 2 e 4 anni. Dei 26 feriti, 15 sono stati dimessi e 11 si trovano ancora in ospedale.

BAMBINO SALVATO. I terroristi islamici hanno bloccato i veicoli sulla strada, sono entrati e hanno derubato i pellegrini, testimonia una donna al Washington Post. Dopo aver chiesto soldi e gioielli, hanno cominciato a sparare all’impazzata, uccidendo prima gli uomini, poi donne e bambini. Parlando a una televisione locale, un bambino di sei anni ha detto di essersi salvato perché la madre l’ha nascosto sotto un borsone.

«NESSUNO HA ABIURATO». Gli uomini sopravvissuti alla sparatoria sono stati fatti scendere dall’autobus e mentre un terrorista filmava la scena, l’Isis ha offerto loro di salvarsi in cambio della conversione all’islam. Nessuno ha accettato e sono stati uccisi. Anba Macarius, il vescovo di Minya, dove è avvenuto l’attentato, ha dichiarato: «Gli uomini hanno preferito morire piuttosto che abiurare la fede. Siamo orgogliosi di loro». Esprimendo la sua solidarietà al popolo egiziano domenica all’Angelus in piazza San Pietro, papa Francesco ha chiesto che «Dio accolga questi coraggiosi testimoni, questi martiri, nella sua pace e converta i cuori dei violenti».

REAZIONE DEL GOVERNO. Il governo egiziano ha reagito all’attentato bombardando alcuni campi militari in Libia dove i terroristi sarebbero stati addestrati. Il governo, inoltre, ha garantito per le famiglie che hanno avuto almeno una vittima nell’attentato un compenso di 100 mila lire egiziane (circa 5 mila euro). A chi ha avuto un ferito andrà invece un compenso di 40 mila lire (circa 2 mila).

Coptic Christians shout slogans after funeral service at Abu Garnous Cathedral in Minya, Egypt, Friday, May 26, 2017. Egyptian officials say dozens of people were killed and wounded in an attack by masked militants on a bus carrying Coptic Christians, including children, south of Cairo.(AP Photo/Amr Nabil)

MESSAGGIO ALL’EUROPA. Parlando a Fides dopo l’attentato, il portavoce della Chiesa cattolica, padre Rafic Greiche, ha detto che l’obiettivo di Stato islamico è «a lungo termine: espellere i cristiani dall’Egitto come è avvenuto in Iraq, dove non appena l’Isis ha conquistato Mosul la prima cosa che ha fatto è stata quella di cacciare tutti i cristiani. La stessa cosa è avvenuta in Siria, in Sudan, e ora si cerca di farlo in Egitto che possiede la prima comunità cristiana del Medio Oriente e la più grande comunità islamica del mondo arabo».
I cristiani di tutto il mondo, ha aggiunto, «possono aiutarci in primo luogo con la preghiera. Poi non permettendo che il radicalismo religioso e il terrorismo islamista attecchisca nei loro Paesi. Si deve promuovere un discorso religioso moderato non solo in Egitto ma anche in Europa: nelle moschee europee ci sono imam che fanno discorsi radicali e incendiari».

STRAGI CONTINUE. L’attentato di venerdì è solo l’ultimo di una lunga serie, che si è intensificata negli ultimi mesi. Da dicembre, sono almeno 75 i cristiani uccisi. Oltre agli attentati contro la cattedrale copta di San Marco, al Cairo, e quelli la Domenica delle palme nelle chiese di Tanta e Alessandria, i terroristi islamici hanno anche lanciato un’offensiva nel Sinai del Nord, uccidendo i cristiani casa per casa nella città di Al-Arish. A migliaia sono scappati dopo la serie di omicidi e non tutti sono tornati. L’ultimo cristiano in città è stato ucciso a inizio maggio. La strage odierna ricorda invece quella del febbraio 2015, quando 21 cristiani copti sono stati sgozzati dall’Isis sulla spiaggia di Sirte, in Libia.

@LeoneGrotti

Foto Ansa/Ap

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