
Egitto, Europa imbarazzata ma Obama tace. McCain: «Gli Stati Uniti devono condannare Morsi»
«Dopo decenni di dittatura la transizione politica e democratica dell’Egitto non può certo concludersi in poche settimane o qualche mese. Posto questo, la dichiarazione costituzionale fatta giovedì dal presidente Mohamed Morsi non ci sembra che vada nella giusta direzione». Queste le parole imbarazzate di Philippe Lalliot, portavoce del ministro degli Esteri francese, davanti alla mossa del presidente dei Fratelli Musulmani, che con un decreto ha accentrato nelle sue mani il potere esecutivo, legislativo e giudiziario.
LA «PREOCCUPAZIONE» TEDESCA. Dopo le proteste da parte degli egiziani, che hanno portato a violenti scontri in piazza Tahrir al Cairo, e da parte di alcuni membri dei Fratelli Musulmani, anche la Germania è intervenuta per esprimere il suo disappunto davanti alla scelta di Morsi. Steffen Seibert, portavoce del governo di Angela Merkel, ha dichiarato che «la separazione dei poteri è uno dei fondamenti di un sistema democratico», aggiungendo che «il governo tedesco sta guardando con preoccupazione agli sviluppi della situazione in Egitto».
CHE COSA NE PENSA OBAMA? Le parole più dure sono però arrivate dall’ex candidato repubblicano alla presidenza statunitense John McCain, che ha criticato Morsi senza giri di parole: «La presa del potere da parte di Morsi è inaccettabile per gli Stati Uniti d’America». Citando il contributo americano per aiutare l’economia egiziana a riprendersi dalla crisi, ha affermato che «il comportamento del presidente egiziano non è quello che i contribuenti americani si aspettano». Manca però una presa di posizione ufficiale da parte della presidenza americana, fa notare l’ex avversario di Obama: «Gli Stati Uniti devono condannare le azioni di Morsi». Si aspetta ora una risposta di Obama.
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