Lo scienziato dissidente Green colpisce ancora: illuso chi pensa di sconfiggere l’Aids con condom e farmaci, ci vuole un’educazione

Di Benedetta Frigerio
09 Settembre 2014
L'ex direttore del Centro anti-Aids di Harvard sfata (di nuovo) gli «assunti» del New York Times. «Non sono diventato religioso, porto dati scientifici»

Continuare a inondare l’Africa di preservativi e farmaci antiretrovirali? Non è scientifico sostenere che sia questo il modo migliore di combattere contro l’Aids nel continente. Peggio: è un’illusione che rischia paradossalmente di peggiorare le cose, favorendo la diffusione del contagio da Hiv. È la tesi del ricercatore americano Edward Green (foto in basso a destra), autorità internazionale della materia, ostracizzato dal “suo” mondo liberal proprio per aver assunto posizioni anticonformiste riguardo alle campagne anti-Aids.

CONTROCORRENTE. Messo alla porta dal Centro di ricerca per la prevenzione dell’Aids di Harvard, da lui diretto, dopo essersi ricreduto circa l’efficacia dei programmi di sostegno al Terzo Mondo incentrati ideologicamente sull’uso del condom, Green aveva fatto scalpore in tutto il mondo nel 2009 quando fornì i dati che provavano la verità delle parole pronunciate da papa Benedetto XVI proprio in Africa: «Il problema dell’Aids non si risol­ve con la distribuzione dei preservativi, che anzi peggiorano il problema». Una tesi che il luminare progressista sostenne di nuovo con forza nel 2012, sempre con abbondante contributo di dati scientifici, nel suo libro Broken Promises che denuncia il “tradimento” dei paesi in via di sviluppo da parte dell'”establishment dell’Aids” (qui la sua intervista a Tempi sulle tesi contenute nel volume).

«NON FATE CONFUSIONE». E adesso, con un articolo pubblicato dal National Review il 29 agosto, Green torna all’attacco insieme al collega Allison Ruark per rispondere all’intervento di Donald McNeil apparso sul New York Times il 25 agosto e intitolato “I progressi contro l’Aids in South Africa sono in pericolo”. Secondo McNeil la diminuzione degli investimenti del governo americano mirati alla diffusione dei farmaci antiretrovirali starebbe invertendo il trend positivo registrato in Sudafrica dalla lotta all’Aids. Per Green e Rualk, invece, questo non accadrà, semplicemente perché nell’Africa meridionale «non c’è mai stato alcun progresso» nella lotta contro la diffusione del virus. I dati discussi alla Conferenza del Sud Africa del 2013 hanno rilevato piuttosto come si sia ridotto l’indice di mortalità per Aids, non la sua incidenza. Ma «il successo nei trattamenti medicinali in Sudafrica e quindi la decrescita del tasso di mortalità non devono essere confusi con un successo nella prevenzione», un equivoco purtroppo diffuso «non solo in Sudafrica».

edward greenUGANDA, SUCCESSO E RETROMARCIA. Innanzitutto il calo della prevalenza dell’Hiv in Africa dopo il picco alla fine degli anni Novanta, ricordano Green e Rualk, è un fenomeno che è si è manifestato «prima che gli antiretrovirali diventassero ampiamente accessibili». E «l’altro assunto» del New York Times che bisogna sfatare perché non supportato dai dati, continuano i due studiosi, è quello secondo il quale «i preservativi sono la causa o sono legati al declino del tasso di infezione da Hiv in Sudafrica». In proposito i ricercatori ricordano «il primo e maggior caso di successo contro l’Aids» di tutta l’Africa: l’Uganda, dove grazie all’approccio educativo basato su astinenza e fedeltà «i tassi di infezione si abbassarono ancor prima che i profilattici fossero disponibili fuori dalla capitale Kampala». E se invece oggi «l’Uganda non sta più facendo tanto bene», notano Green e Rualk «probabilmente è perché i benefattori occidentali hanno fatto pressione sui suoi governanti perché smettessero di dissuadere i comportamenti a rischio – principalmente i rapporti con più partner — e si affidassero invece ai farmaci, ai test e ai condom».

«NON SONO DIVENTATO RELIGIOSO». Se l’indice di diffusione del virus in Africa si è ridotto è grazie alla “partner education”, ovvero alla riduzione dei partner sessuali, insistono Green e Rualk. E appare anche «probabile che l’insegnamento e l’esortazione venuti dalla base del paese, segnatamente dalle chiese e dalle moschee, abbia rinforzato la reazione naturale che ha portato le persone a fare più attenzione al comportamento sessuale». Tesi un po’ forti per un intellettuale progressista? «Dicono che sono diventato religioso – ha detto poi Green in una intervista a Lifesitenews.com – ma siamo noi quelli che portano dati scientifici. Loro sono nella morsa dell’ideologia».

LA GUARDIA ABBASSATA. Se infatti come sostiene il New York Times in Sudafrica i progressi della lotta contro l’Aids sono a rischio, la vera ragione la mostrano meglio le rilevazioni sui comportamentali nazionali, da cui emerge che «nell’ultimo decennio è aumentata la percentuale di sudafricani che riportano partner sessuali multipli (due o più nell’ultimo anno)». A quanto pare, quindi, «paradossalmente l’accesso maggiore ai trattamenti medici contro l’Aids degli ultimi anni potrebbe aver portato a una minor cautela nei comportamenti (…), facendo pensare alle persone che l’Aids non coincide più con una sentenza di morte».
Quando Green era membro del Consiglio consultivo del presidente per l’Hiv dal 2003 al 2007 – racconta lui stesso nell’articolo firmato con il collega – tutti i 27 membri concordarono con lui che la strategia della diffusione del condom e dei trattamenti medici «era stata un sogno irrealizzabile». Tanto che «persino l’allora amministratore delegato della Pfizer, Hank McKinnell, scrisse un libro insieme al resto del Consiglio consultivo che parlava della necessità di promuovere cambiamenti nel comportamento sessuale, di incoraggiare la circoncisione maschile (almeno in Africa) e prendere altre misure necessarie a una sana prevenzione dell’Aids». Purtroppo però i pochi fondi per i programmi educativi stanziati durante il governo Bush sono «scomparsi sotto l’amministrazione Obama».

@frigeriobenedet

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93 commenti

  1. giuliano

    il preservativo è la nuova religione della sinistra dopo che tutti i suoi idoli sono stati via via abbattuti, e con il preservativo fasciano il ooro cervello malato

    1. malta

      esatto. è uno degli idoli di una morale deforme causa di una logica deforme

  2. Nino

    Articoli come questi fanno più male che bene, perchè mischiano cose giuste con cose sbagliate, rendendo difficile al lettore, anche attento, il separare il grano dalla crusca.

    La posizione del dottor Green, se la si va a leggere negli articoli originali, è chiara e (secondo me) condivisibile, ma non è esattamente quella espressa nell’articolo.

    Per esempio, la frase riportata qui sopra

    “tutti i 27 membri concordarono con lui che la strategia della diffusione del condom e dei trattamenti medici «era stata un sogno irrealizzabile»”

    In realtà nell’originale è la seguente:

    “all 27 of us on the council pretty much agreed that “treating our way out” was a pipe dream.”

    “tutti noi 27 membri del Consiglio (Consultivo del Presidente per l’HIV) concordarmmo che trovare una via d’uscita (per l’AIDS) era un mero sogno” con nessun riferimento a condom e trattamenti medici.

    Detto questo, la posizione di Green (ripeto, condivisibile) è che la lotta all’AIDS si ottiene attraverso una strategia combinata, in cui da una parte si va a curare chi ha contratto l’infezione e dall’altra si educa la gente a comportamenti meno a rischio, la cosiddetta strategia ABC (astinenza, fedeltà, preservativo). Tra l’altro Green stesso, riferendosi all’Uganda, è andato oltre sottolineando che “l’Uganda ha sperimentato per la prima volta degli approcci utili a ridurre lo stigma sociale della malattia, parlando apertamente dei comportamenti sessuali, senza mettere da parte gli studenti delle scuole colpiti dall’HIV, persuadendo singoli o coppie a fare dei test e a servirsi dei consultori, migliorando lo status delle donne, coinvolgendo le organizzazioni religiose, coinvolgendo i guaritori tribali, e molto altro”

    Green non è contrario alle cure (tra l’altro i sieropositivi trattati con gli antivirali, poichè appunto questi farmaci abbassano la carica virale, ovvero la forza del virus HIV, diventano “meno contagiosi” e curandoli si ottiene anche un effetto di prevenzione verso gli altri) ma asserisce che la sola cura non impedisce che nuove persone vengano contagiate e che quindi è importante operare nella prevenzione incentivando l’uso del preservativo, la fedeltà (specie in africa dove è normale avere più partner fissi) e l’astinenza .

    E’ peraltro vero che proprio i progressi fatti nella cura della sieropositività (dalla quale, ricordiamolo, non si guarisce, ma la si riesce a tenere sotto controllo sempre più a lungo) possono far abbassare la guardia e far aumentare i comportamenti a rischio in quanto la si vede non più come una malattia mortale ma come qualcosa che “si cura”.

    1. stupefatto

      Chiaro e condivisibile. Ne emerge però che nell’articolo di Tempi la posizione del Dott. Green è biecamente strumentalizzata, anche perchè della strategia ABC si tende a svalutare il valore e l’utilità della C.

      1. Nino

        ti sorprende? 🙂

        Vedi , il titolo giusto per un articolo onesto sarebbe dovuto essere:

        Illuso chi pensa di sconfiggere l’Aids SOLO con condom e farmaci, ci vuole ANCHE un’educazione

        Ovvero ci vuole la cura ma anche la prevenzione che implica educazione

      2. Laura

        Resta il fatto che dopo avere parlato dell’HIV per anni, dopo avere pubblicizzato e distribuito preservativi anche nelle scuole, qui da noi l’infezione sta crescendo in maniera impressionante.
        Sarà colpa del papa, sarà colpa della Chiesa se molti passano da un partner all’altro?
        Sarà colpa dei vescovi se le relazioni omo aumentano?
        Saranno stati sacerdoti e suore a diffondere la droga?
        (Sicuro che adesso qualcuno ci spiegherà “scientificamente” che è effettivamente dipeso dalla Chiesa se l’HIV si è diffuso nel mondo)

        1. luca

          laura guarda che le relazioni omo non sono intrinsecamente un veicolo di trasmissione maggiore di quello etero dell’hiv. così come l’hiv non si trasmette con la droga… il peggior nemico è la disinformazione!

          1. Laura

            Luca
            Le relazioni omo sono intrinsecamente un veicolo maggiore di trasmissione poiché il tessuto anale e’ meno elastico (quindi più soggetto a lesioni) di quello vaginale dunque meno adatto ai rapporti sessuali in quanto è strutturato appunto per fare la cacca e non altro!
            Tra la popolazione i più colpiti dall’Hiv sono gli omo, gli etero con tante frequentazioni e i tossici (causa lo scambio di aghi, lo sanno anche i bambini ormai.)
            Ma perché dici sempre stupidaggini?
            Forse per non rispondere alla domanda posta nel mio precedente commento: come si spiega che l’HIV stia crescendo a livello esponenziale malgrado le serratissime campagne sull’uso dei preservativi?

          2. Giosuè

            Laura, non ti risponde nessuno?

          3. Laura

            Giosuè
            Mi hanno risposto Paolo e Luca qui sotto e guarda come.

          4. Paolo

            Sig.ra Laura ma quanta disinformazione fatta passare per dati di fatto nel suo commento…
            1) Le relazioni omo non sono veicolo di trasmissione maggiore di quelle etero. Le piaccia o meno.
            2) Dal suo commento risulta che lei faccia l’equazione omosessualità=sesso anale. A parte il fatto che il sesso anale esiste anche tra gli etero (e basta usare il preservativo se si vuole effettuare tale pratica)…come la mette con le donne lesbiche? Mi raccomando nel sesso evitate tutto quello che non sia sesso vaginale atto alla procreazione…sapete la bocca serve solo per mangiare (quindi evitate di parlare e niente baci), la mani solo per scrivere baggianate, eccc.
            3) Saranno poi al massimo maggiormente colpiti gli etero e gli omo con tante frequentazioni…come può parlare di omo in generale e di etero “con tante frequentazioni”. Cosa poi non vera se si pratica sesso protetto.
            4) Infine è essenziale una giusta educazione…ma questo non vuol dire che debba essere l’indottrinamento castrante di una qualque ideologia confessionale;

          5. Grillo Parlante

            Caro Paolo, le affermazioni altrui si smentiscono con i fatti, non con gli ipse dixit.
            Se hai dei dati statistici SERI da sciorinare, accomodati, altrimenti tieni presente che per condividere le tue osservazioni bisogna fare un atto di fede degno della più sfigata delle “ideologie confessionali” che tanto ti diverti a schifare.

          6. luca

            laura hai presente la differenza tra intrinseco ed estrinseco?
            ecco vattela a vedere.
            sono i rapporti anali ad essere più rischiosi non i rapporti omosex… guardati un film hard (fai uno etero e uno gay) e fatti un idea della differenza che c’è tra le cose…
            non è la droga ma lo scambio di aghi (qualunque sostanza abbiano iniettato) ad essere un atteggiamento a rischio…

            forse non riesci a cogliere la differenza ma ti assicuro che c’è. un rapporto gay, come drogarsi non è di per se pericoloso per il contagio dell’hiv… è pericoloso un certo atteggiamento verso il sesso (non usare il preserva) e l’uso improprio delle siringhe (scambiarsi aghi)

            alla domanda rispondo subito, la diffusione dell’hiv ha subito un enorme arresto durante i periodi di forte sponsorizzazione mediatica dei preservativi ed ha ripreso a crescere ora che si parla sempre meno del preservativo… ppc

          7. Laura

            Paolo e Luca
            Infatti i colpiti dall’infezione omo sono in assoluta prevalenza maschi (che sono anche in numero sensibilmente maggiore rispetto alle donne lesbiche)
            A differenza degli etero, con un rischio di 20 a 1 per le donne in un rapporto non protetto.
            Ma teniamo ben presente che il preservativo non e’ sicuro al 100%
            Comunque il contagio continua a crescere anche se la propaganda del preservativo non è stata affatto abbassata, ma anzi viene svolta in modo sempre più capillare anche in Africa.
            Se mai sarebbe più ragionevole pensare che, qui da noi, la guardia e’ stata abbassata per la presenza di nuovi farmaci che allungano la vita (comunque precaria, ma non la salvano.)
            Ma la migliore strategia per non infettarsi ( anche con altre malattie sessualmente trasmissibili), oltre che ridursi in un ossesso sessodipendente, e’ mantenere una vita sessuale regolare e fedele e non usare droghe che, oltre a friggerti il cervello, ti espongono al rischio di infettarti perché se sei in astinenza c’è ben poco che ti interessi oltre al buco da fare come e quando ti capita.
            Un po’ come succede spesso con il sesso occasionale (evidententemente)
            Tutti questi stili di vita,( professorino di italiano dal quale ho copiato pari pari la frase) sono intrinsecamente forieri di problemi di salute e di psiche.
            Il film hardware lo lascio a voi senza rimpianti., questo e’ il vostro vangelo non certo il mio!
            Resta il fatto che attraverso la vagina vede la luce un bimbo di 3-4Kg e lungo 50 cm, a volte senza lacerazioni, dall’ano invece esce la cacca che, per quanto uno magni ( eh Luca!) resta sempre piccolina.
            E non venitemi a raccontare che i gay non hanno rapporti anali perché in caso contrario sarebbe molto interessante capire come mai la prima infezione e diffusione e’ avvenuta quasi esclusivamente per opera loro.

          8. luca

            laura semplicemente non sei in gradi di leggere i miei post è ovvio…
            non ho mai detto che i gay non hanno rapporti anali, ho solo detto che non li hanno solo i gay! adesso hai capito? non devi essere gay per avere rapporti anali e per quanto riguarda i drogati… pensate a dare siringhe/aghi gratis a chi si buca! anche perché tra le nuove droghe il 90% non si inietta.
            chi dice che i rapporti anali non sono più rischiosi di quelli vaginali?, ma di tutti i rapporti sessuali quelli con il condom sono di gran lunga i meno rischiosi e questo pone fine alla discussione, visto che l’astensione è una favola che vi raccontate tra di voi, ma non la pratica nessuno.
            io sono in una relazione monogama stabile da 8 anni, ma non tropo credibile che la storia dell’astensione possa sortire alcun effetto.

          9. Grillo Parlante

            Certo, come no.

          10. luca

            capisco perché gli altri grilli non parlano, se l’unica cosa che sanno dire è “certo come no” degna di un 11 enne allora fanno bene a stare zitti. ma d’altronde se avessi gli strumenti intellettuali per formulare un pensiero e/o una risposta più articolata lo faresti

          11. Grillo Parlante

            Certo, come no.

          12. Lela

            Certo che non la pratica QUASI nessuno, se si racconta agli adolescenti arrapati che tenerselo/a nelle mutande è impossibile e essere fedeli pure…non per motivi religiosi, per evitare una malattia! Salvo poi essere capaci di sterilizzarsi mani e vestiti più volte al giorno, farsi vaccinare, girare con la mascherina e non mangiare certe carni per paura di un’influenza…

          13. Nino

            La verità è che credo che ancora oggi la sessualità sia per moltissimi adulti un tabù, per cui non se ne parla proprio con i ragazzi, non se ne parla a scuola, non se ne parla a casa. O al limite la si censura, che è uno dei modi per stimolare la fantasia dei ragazzi. Ma qui si aprirebbe un’altra discussione che con l’argomento del post non c’entra niente

          14. Laura

            Luca
            Se fai attenzione mi sono rivolta sia a Paolo che a te ( non sei l’unico a dire sciocchezze, non fare l’egocentrico)
            Ma il problema focale e’ che l’infezione sta crescendo in modo impressionante sia da noi che in Africa, mentre in Uganda e’ scesa a rotta di collo, dopo una buona educazione radicale centrata sui valori e sulle tradizioni del paese.
            Qualcosa vorrà pur dire!

          15. luca

            laura ripeto se vuoi cavalcare il cavallo di una terribile malattia per insinuare la tua morale e imporla agli altri la mia risposta è un fermo no.
            se vuoi associare ad una terribile malattia una sorta di stigmate, una punizione per una morale deviata la mia risposta è no.
            se vuoi proporre una tecnica combinata di sensibilizzazione, responsabilizzazione civile e uso del preservativo se ne può discutere soprattutto se ci sono evidenze che questa è una maniera vincente per affrontare un problema.
            ma se è questo il caso dovresti cambiare linguaggio e atteggiamento perché non è quello che comunichi

      3. Kan63

        Si caro Stupefatto, l’autore dell’articolo ha un po’ glissato sulla “C” del metodo “ABC” dopo che per anni tutti gli intellettuali occidentali hanno glissato sulla “A” e la “B” andando avanti solo sulla “C” con una strategia che adesso ammettono essere stata fallimentare in Africa e che é costata la vita a centinaia di migliaia di persone…
        Diciamoci la verità, “AB” vuol dire educare, perdere tempo, spiegare che la vita non é sempre fare tutto quello che ti dice di fare il tuo mebro genitale, rispettare il proprio partner… insomma tutte cose faticose sia da spiegare che da rispettare e che a noi tutti non piace fare.
        Meglio spiegare che basta donare un po’ di euro a qualcuno che comprerà tonnellate di “C” e che li sparpaglierà per tutta l’Africa e che risolveranno il problema e poi andare a letto tranquilli che all’Africa ci abbiamo pensato e siamo buoni.

        1. Nino

          @Kan63: è vero, la “C” è molto più semplice della “AB”, ma soprattutto più immediata, quindi è stato giusto (a mio avviso) partire con la “C”, sbagliato limitarsi (o puntare principalmente) a quella.

          E’ come dire che la “C” era un intervento di emergenza, ma da solo non può bastare se non affiancato, in egual misura da “A” e “B”. Usando una metafora, la “C” è come la tachipirina, può far abbassare la febbre, ma se poi non si individua la causa della febbre, e non al si cura, non si risolve niente

    2. giovanna

      Tipico intervento dell’ufficio di propaganda a tempo pieno detto “nino “: si arrampica faticosamente sugli specchi del web per smentire l’articolo , e lo conferma in pieno, però mellifluamente tentando di negarlo .

      1. giovanna

        Rimarrà nella storia del sito l’intervento dell’ufficio “nino ” che smentiva che nel trattare un caso di bambino maschio che voleva essere femmina , si fosse totalmente esclusa la via della cura psicologica , postando una lunga brodaglia di titoli del dottore in cui non c’era la minima traccia di una cura psicologica sul bambino e la famiglia. Colto in fallo, disse che se un dottore aveva tanti titoli, per forza doveva proporre la cura psicologica di non c’era traccia da nessuna parte, tantomeno nelle dichiarazioni di dottore e famiglia !
        Oggi, uguale: l’ufficio “nino” scrive per contraddire il titolo, che dice che è un illuso chi pensa di sconfiggere l’aids con condom e farmaci, senza educazione, e poi, dopo affannosa consultazione di mille siti web ( ma hai solo questo lavoro ? riesci a camparci ? ) conferma che chi tenta di sconfiggere l’aids con condom e farmaci , senza educazione, è un illuso !
        Fossi nel capo-ufficio, ti licenzierei in tronco !

    3. kan63

      Luca, stiamo parlando della diffusione dell’AIDS in Africa non della tua relazione stabile in Europa.
      Stiamo parlando di un continente con un altissima promiscuità sensuale e in cui i primi rapporti avvengono in giovanissima età e in cui il rispetto “sessuale” per le donne è prossimo a zero.
      L’approccio noto come ABC al problema dell’AIDS (astinenza, fedeltà e… preservativo) ha messo in evidenza in paesi vome l Uganda che i veri risultati si ottengono se si fa una vera educazione a una gestione più responsabile della propria sessualità, certo accompagnata dall’uso del preservativo laddove serve ma senza invertire l’ordine.
      Se una persona è abituata a farlo con chi capita quando capita senza grandi remore difficilmente si fermerà se non ha il preservativo in tasca.
      Puntare tutto sul solo uso del preservativo è molto “occidentale high society” come approccio è fa autocompiacimento dirsi che basta riempire di preservativi l’Africa per risolvere il problema ma purtroppo la cosa è un po più complicata.
      Attenzione, lo stesso vale per i ragazzini tredicienni nelle nostre scuole… come è chiaro dal fatto che in certi paesi del nord Europa non è bastato mettere preservativi ovunque per ridurre la trasmissione delle malattie sessualmente trasmettibili.

      1. luca

        kan scusa ma se sostenete che il preservativo è inutile perché non previene, la mia esperienza dimostra il contrario, se sostenete che il preservativo non serve perché non c’è modo di convincere gli africani ad usarlo dubito fortemente che li convincerete a non “farlo” con chiunque gli capiti a tiro.

        tu mi vuoi dire che non convinci un 13 enne / africano a non fare sesso senza preserva ma lo convinci a non fare sesso a volontà? buona fortuna

        1. Kan63

          Luca non mi pigliare per il naso!
          non ho detto che é inutile e il tuo caso lo dimostra (anche se io fossi stato nel tuo partner mi sarei comportato diversamente), ho detto che senza un’educazione il solo mettere a disposizione un preservativo non serve (e in Africa i fatti lo dimostrano)
          Tu stesso ammetti indirettamente di avere un’educazione sessuale che ti porta ad avere una relazione stabile e responsabile il che ha sicuramente facilitato anche l’uso del preservativo.
          Scusa, se il ragazzino di 13 anni ha l’AIDS mi spieghi come fai a spiegargli che deve usare il preservativo prima di scoparsi la sua amichetta di 12 quando é tutto infoiato sul materasso?
          Forse é meglio spiegargli che quando si fanno certe cose si ha anche una responsabilità…questa si chiama educazione.

          1. luca

            kan se l’educazione è alla responsabilità civica in generale sono d’accordissimo con te, ma ti assicuro che tanti dei tuoi “colleghi” qui vorrebbero saltare sul treno della prevenzione per predicare l’astensione… cosa che ti assicuro non ha mai funzionato nella storia e mai funzionerà

          2. Kan63

            Non parlo di responsabilità civica ma di responsabilità di fronte alla vita che definirei direi “ontologica” se il termine é corretto.

            Senza voler criticare te e il tuo partner perché in fondo ognuno ha la sua storia e la sua educazione, io (per come sono fatto, per quel che ho incontrato e per quello in cui credo…) se sapessi di avere una malattia sessualmente trasmettibile penso che non creei neanche le condizioni per entrare in intimità con una persona per annullare il rischio anche remoto di trasmetterle la malattia e viceversa (per rispetto in questo caso della mia persona) eviterei di entrare in intimità con una persona “a rischio”.

            Per essere chiaro, se in un momento di debolezza tradissi mia moglie, certo (amandola) non avrei rapporti con lei se/fintanto che pensassi di aver corso il rischio di aver preso nella mia scappatella una malattia… e non riuscirei a dirle, dai usiamo il preservativo…
            …l’esempio contrario mi piace meno ma vale altrettanto.

            Certo, se per motivi vari (ripeto, uno ha l’educazione che ha e il più delle volte non se l’é data lui) uno non condivide questa posizione e ritiene che comunque valga la pena avere rapporti in situazione di rischio…beh, é meglio che usi il preservativo perché la vita é più preziosa di una qualsivoglia debolezza.

          3. luca

            kan tanto per chiarire il mio compagno all’epoca, aveva scoperto assieme a me di essere positivo, avevamo un rapporto da 6 mesi e ci siamo stufati di usare il condom, quindi abbiamo deciso di farci il test assieme… quando lui ha scoperto il suo problema ha deciso di non fare più sesso, ma io non volevo che si dichiarasse morto 40 anni prima di esserlo, ho insisito e insistito, e alla fine abbiamo cominciato a farlo… ho fatto il test ogni mese, ma sono sempre rimasto negativo (grazie al condom) dopo due anni, la storia è finita per altri motivi, come finiscono altre storie, ma resta il fatto che se uno usa il condom sesso lo può fare con tranquillità come ho fatto io

          4. Nino

            tanto per essere precisi, io direi “se uno usa il condom in maniera corretta, a meno di incidenti, può fare sesso con tranquillità”. La non assoluta sicurezza che dà il condom non è dovuta ad una inefficacia del mezzo in sè, ma all’utilizzo errato che se ne può fare o al fatto che può sempre rompersi durante il rapporto.

          5. luca

            si nino, hai ragione, è come dire che volare è sicuro… a meno di incidenti, ma tutti continuiamo a prendere l’aereo ogni volta che abbiamo la possibilità di una vacanzetta!

          6. Nino

            vero 🙂 , si chiama Risk Awareness. D’altronde è anche rischioso andare in giro in automobile, 186.726 incidenti stradali con 3.653 e 264.716 feriti nel 2012 in Italia, secondo l’ISTAT, ma continuiamo ad usarla ogni giorno

          7. Nino

            3.653 sono stati i morti 🙁

          8. Grillo Parlante

            Purtroppo la tua asserzione è falsa.
            La struttura del lattice, ahimè, al microscopio risulta porosa, (sì hai letto bene, proprio “porosa”!) e presenta varchi anche di 50 volte più grandi del virus dell’AIDS.
            Così, in seguito ad un’indagine della dottoressa S.C. Weller condotta su coppie regolari di cui uno dei partner risultava sieropositivo, si è scoperto che ben il 30% (mica fichi secchi!) delle persone sane sì era infettato pur usando in maniera continuata il preservativo.

          9. Nino

            @Grillo Parlante: secondo i Centers for Disease Control and Prevention

            “Laboratory studies have demonstrated that latex condoms provide an essentially impermeable barrier to particles the size of HIV.”

            Quindi un condom integro non fa passare niente. Se la struttura del lattice facesse passare il virus dell’AIDS il suo livello di protezione sarebbe pressochè nullo.

            Conosco lo studio cui ti riferisci, si potrebbe discutere sulla validità della base statistica utilizzata. Preferisco però citare un recente articolo (2013) pubblicato sul Catholic Medical Quarterly Volume 63 (che di certo è difficile tu possa considerare di parte) che asserisce che

            When condoms fail to prevent conception and the transmission of HIV they do so because of:

            Innate deficiencies in the latex material used in their manufacture (method failure)
            Failure to use them during every act of sexual intercourse (poor compliance)
            Rupture during sexual intercourse (method failure)
            Inexperience in their use (poor compliance and method failure)
            Cultural resistance to their use (poor compliance)

            Tradotto: quando il preservativo fallisce nel prevenire il concepimento o l’infezione HIV accade per:
            difetti innati nel preservativo (come tutti gli oggetti prodotti in serie anche loro hanno delle percentuali di difettosità, bassi ma non nulli)
            Errore nell’uso durante l’intero rapporto sessuale (per esempio indossandolo dopo un petting spinto con possibile fuoriuscita di fluidi)
            Rottura durante il rapporto
            Inesperienza (ovvero cattivo uso dello strumento)
            Resistenza culturale

          10. luca

            grillo come ho detto ho avuto una relazione stabile e monogama con un sieropositivo per due anni, questo è significato sesso 3 volte alla settimana sempre e solo con il preservativo. ora vuoi venirmi a dire che non funziona? anche i freni sulle automobili non prevengono sempre gli incidenti, ma cmq continuiamo a montare freni sulle auto e continuiamo ad usarle

          11. storico

            Che schifo, si può dire ?

          12. Grillo Parlante

            Dunque tutta la tua ricerca internautica che hai testè spiattellato cosa dimostra?
            Che ho ragione io.
            Ovvero che il profilattico non è sicuro neanche quando è usato correttamente e che il suo uso continuativo è relativamente rischioso.
            Tanti saluti.

      2. storico

        Kan63, relazione stabile tra due attori porno quali sono Luca e il suo sudamericano !?!
        Non è una diceria, ne ha parlato diffusamente al suo esordio come Carlo Masi, dando persino le pezze d’appoggio in internet per vantare le sue prodezze.
        Nel mezzo ci sono state le paginate di bestemmie.
        Ora ricompare a reclamare la pensione, si vede che l’industria del porno è in crisi.
        Si potrebbe buttare sulla pedo-pornografia, i numeri ce li ha.

        1. luca

          guarda la pedo pornografia è già satura di preti non credo che ci sia bisogno di altra gente.
          e io non sono carlo masi, poi pensala come ti pare.
          infine parlavo di una relazione che ho avuto quando avevo 24 anni ed è durata due anni circa… ora ne ho 38 fatti due conti

          1. storico

            Davvero non sei Carlo Masi ?
            Strano, la stessa ignoranza, gli stessi proclami di avere una laurea in ingegneria e una in matematica, lo stesso fidanzato sudamericano, la stessa età, la stessa provenienza geografica, lo stesso aspetto fisico di pallone gonfiato di muscoli, la stessa altezza, lo stesso curriculum porno.
            Strano.
            Appena ho un minuto , trovo il passaggio in cui ti dichiari Carlo Masi, comunque.

          2. storico

            Giulio : ” sono carlo masi,
            nessun travestimento semplicemente bestemmie o no mi tolgono i miei post e devo cambiare nome. tanto un pensiero è un pensiero cosa importa se ad elaborarlo sia io o un altro?
            cmq, come già ti ho detto la mia biografia la trovi anche su Wikipedia e da li vedi che sono ing e che sto finendo mat”

            In questo brano ti chiamavi Giulio, poi ti sei chiamato Luca perché censurato in continuazione per le volgarità e il vilipendio .
            Inoltre , ammetti le bestemmie e di presentarti come attore porno, con un compagno attore porno.

          3. luca

            stesso cv porno? quando mai!
            per il resto forse, ma perché tu mi hai visto o mi conosci?
            stessa ignoranza?
            sarò pure ignorante ma almeno riesco a capire quello che leggo, a differenza tua che invece capisci fischi per fiaschi e finisci poi per fare collegamenti arditi tra cose e persone che hanno poco a che fare l’una con l’altra.
            infine, vedi, io non mi domando spesso che sia la persona che mi risponde in internet perché è uso comune nella rete avere doppi e cose del genere, quindi me ne frego e mi limito a leggere e rispondere a quello che la persona a scritto. tu invece non avendo argomentazioni cerchi solo di screditare me come persona in generale, perché ovviamente contenuti non ne hai… ti do un consiglio continua a rispondere solo “certo come no” perché ogni altri tuo tentativo di risposta è risultato patetico.

          4. storico

            Se è uguale il resto ( ti sei descritto uguale a Carlo Masi, per fortuna non ho mai avuto a che fare con te ) è uguale anche il curriculum porno e il curriculum di bestemmie.
            Il primo non verificato, ma vantato da te stesso , il secondo verificato e confermato da te stesso, Carlo Masi.

          5. luca

            storico ricadiamo ne solito problema: avete proprio problemi gravi con la logica di base!
            quando in qua due elementi che condividono alcune proprietà allora sono lo stesso elemento?
            quindi se tu pesassi, avessi sessa età e stesso colore di capelli di Giovanna saresti lei?
            poi l’ho detto e lo ripeto, tu cerchi di screditare me solo perché ovviamente non puoi screditare quello che dico…

          6. storico

            Luca su Tempi
            14 luglio 2014 alle 21:02
            secondo, io non ho letto 4 cose di logica ma ho una laurea in ingegneria informatica con tesi in intelligenza artificiale e una laurea in matematica con tesi in reti neurali .

            Carlo Masi Wikipedia:
            Laureato in ingegneria informatica con una tesi sulle tecniche del riconoscimento ottico( campo dell’intelligenza artificiale ) dopo la laurea inizia a praticare il lavori più disparati…
            La sua carriera nell’industria della pornografia gay inizia quasi per caso…..

            Certo che ci siano due tizi in circolazione con due lauree, in ingegneria e matematica !, prese nello stesso periodo e addirittura con la stessa tesi, è statisticamente improbabile, tu mi insegni .
            E con la stessa stazza, la stessa romanità,lo stesso fidanzato sudamericano, la stessa volgarità e la stessa ignoranza.

            Non credo che sia ininfluente che si tenga conto nella discussione di che persona tu sia, che percorso lurido tu abbia avuto , propagandato da te stesso, soprattutto quando si argomenta su certi temi.

    4. Kan63

      Nino, il mio inglese é arruginito ma nella tua traduzione manca il significato di “our”: cosa intendeva esattamente con la “loro” via di uscita? era un “our” generico o si riferiva alla strategia considerata come primairia fino a quel momento (che forse l’articolista ha riassunto un po’ spicciamente in “diffusione del condom e dei trattamenti medici”).

      Per il resto siamo abbastanza d’accordo, nessuno nega che se proprio non si può fare a meno di un rapporto sessuale é meglio usare il preservativo piuttosto che prendere l’AIDS (o altra malattia) ma il gioco educativo sta proprio nel creare una ragionevole responsabilità su quel “se proprio non se ne può fare a meno”.

      1. Nino

        @Kan63: non sono un madrelingua, ma la frase “treating our way out” dovrebbe essere una frase idiomatica e quell’ “our” generico.

        Per il resto, quello che appunto non ho apprezzato dell’articolo è la sua parzialità. Da questo punto di vista continuo a ritenere (opinione personale) che l’avversione all’uso del preservativo per motivi religiosi sia qualcosa di negativo. Ecco perchè ho scritto che può essere difficile separare il grano dalla crusca. Anche le reazioni che si possono leggere qui fanno capire come le parti parziali del testo hanno oscurato quelle più importanti, ed è un peccato.

        Per quanto riguarda il ragazzino 13, una consapevolezza passa anche per educare la ragazzina di 12 anni a pretendere, se vuole far sesso, l’uso del preservativo (lasciamo perdere il piccolo dettaglio che il ragazzino africano di 13 difficilmente potrà permettersi di comprarlo, un preservativo) . Cosa assolutamente non facile, me ne rendo conto, ma se non lo si fa, si disarma una delle armi alla lotta contro l’AIDS. Ma per fare questo, bisogna fare educazione sessuale nelle scuole, informare i ragazzini (che non essendo esseri asessuati impareranno, casomai male, dai coetanei), spiegare cosa è il sesso, come si fa, perchè può essere pericoloso, quali sono i pericoli, come evitarli (castità?), come limitarli (fedeltà, condom), ecc.

        Dire che la soluzione è solo la castità e la fedeltà vuol dire ignorare la realtà, o credere in un mondo perfetto cui bisogna tendere ovviamente, ma da cui siamo lontani. Esattamente come si illude che la soluzione sia il solo condom.

        L’altra cosa che invece bisognerebbe sottolineare, è che l’AIDS è una malattia che ancora oggi non si cura, da cui non si guarisce. Purtroppo l’esistenza di cure sempre migliori sta portando a sottostimarla e, soprattutto nei giovani (ancora una volta, scarsa educazione) il suo pericolo è sottovalutato per cui qualunque azione di prevenzione ha poca presa.

        OT: per fortuna c’è chi come te, pur avendo opinioni diverse, discute nel merito, ovvero sulle idee e non sulla persona. Certo, se poi idee non se ne hanno (e non è il caso tuo, sia chiaro) …

        1. Grillo Parlante

          Peccato che stravolgere in malafede (hai avuto l’opportunità di correggerti ma hai fatto finta di nulla!) le “frasi idiomatiche” non sia un buon modo di discutere nel merito, eh?
          Caro Remy, se cucini come la vuoi dare a bere…

          1. Nino

            @Grillo Parlante: stravolgere in male fede? non mi risulta nè l’uno nè l’altro

          2. Giannino Stoppani

            Risulterebbe… senza la malafede.

          3. Grillo Parlante

            In effetti ha ragione Giannino.
            La frase “treating our way out” in realtà significa “get out of this situation by treating”, e dunque la traduzione di Nino-Remy, che esclude che in essa ci sia un preciso riferimento al “trattamento” finora adottato contro l’AIDS è grossolanamente e tendenziosamente errata.
            Messo al corrente dell’errore, l’ineffabile Nino-Remy non solo non fa ammenda, ma cerca di confondere le idee sproloquiando di un “generico””our” e negando in pratica che il significato della frase sia in realtà quello riportato dall’articolo, rivelando la più laida malafede.
            Ecco il sunto dell’ennesima prova scadente dell’aspirante chef della disinformazione all’amatriciana.

        2. giovanna

          Stellino, la mia idea è che tutto il tuo sbrodolamento non ha fatto che confermare l’articolo, mi sembra semplice, dai.
          L’hai confermato, continui a confermarlo.
          Poi, che a te l’articolo dia fastidio, per ragioni che non conosco, ma posso immaginare, è un altro dato di fatto.
          Ma la realtà è testarda e non si fa smentire nemmeno dalle tue inutili e ossessive e ridicole ricerche su Google, per non parlare di traduzioni farlocche, come se i giornalisti di Tempi fossero tutti cretini e anche i lettori.
          E qui sopra non ce la mettiamo una faccina che ride vicino alle vittime di aids ?
          Mi deludi, Topo-nino ! Poco sopra c’eri riuscito a ridere sulla malattia e sulla morte.

          Ma io dico, ma che cosa ci guadagnate a propugnare un mondo squallido in cui le persone si usano a vicenda e si eliminano a vicenda ? Se è vero che hai figli, quando saranno alle medie li manderai in giro col preservativo ? Anche se, immagino, che se li educherai con gli stessi criteri con cui vorresti educare gli africani, che descrivi come dei selvaggi in preda all’istinto, non ne potranno fare a meno già dai 12 anni.

          Curioso il riferimento , fatto da bravo pettegolo alle spalle, alla mancanza di idee da parte mia, dato che nel confronto con le mie, di idee, ci esci sempre scornato !
          Non che mi possa vantare di avere la meglio su idee superficiale e banali come le tue.

  3. stupefatto

    …quindi – per logica – suppongo che secondo voi presto potremo sconfiggere anche i tumori, con “un’educazione”.
    Siete sempre stupefacenti. Peccato che di mezzo ci sia la sofferenza di tante persone.

    1. Michele

      Già… Infatti i tumori sono malattie trasmissibili, vero?

      1. stupefatto

        Ok, chiaro, per voi ci sono malati di serie A e malati di serie B, dipende dalle modalità con cui ci si ammala. Proprio non riuscite a non dare un giudizio di carattere morale. E’ una cosa tremenda.

        1. Michele

          Ma cosa c’entrano malati di serie A e di serie B, veramente eh, cosa c’entrano?! Da dove deduci che per me (per noi) esistono malati di serie A o serie B? Forse perché AIDS e tumore si diffondono in maniera differente? E da qua avresti dedotto che esistono malati di serie A o serie B? Più che stupefatto, direi che sei stupefacente.

      2. Michele

        Inoltre, ti è mai passato per la testa che anche i tumori si cerca di prevenirli con una “educazione”? Vita sana, no fumo, ecc…

      3. luca

        michele non mettiamo limiti a quello che voi potete insegnarci, diccelo tu, la chiesa cosa dice? i tumori sono trasmissibili? leggere il vangelo previene i tumori?

        1. Michele

          Altro giro, altro fenomeno. Sentiamo, dov’è che avrei scritto (o lasciato intendere) che i tumori sono trasmissibili? O suggerito una cura spirituale?

          1. luca

            appunto chiedevo.
            mi domando cosa perdono tempo a fare gli scienziati a studiare le cose, basta chiedere al papa e lui ti dice come stanno. ha funzionato così per migliaia di anni ed eravamo tutti più felici ed eruditi

          2. Grillo Parlante

            Certo, come no.

  4. luca

    voi vorreste cavalcare l’onda di una malattia terribile e mertale per insinuare il vostro stile di vita in tutto il mondo?
    guardate che l’ihiv è una malattia e non una punizione per uno stile di vita.
    siete dei mostri, e sarete ritenuti responsabili dalla storia per le vostre disgraziate azioni!

    io ho avuto una relazione di diversi anni con un siero positivo, abbiamo continuato a fare sesso normalmente ma usando sempre il condom. il risultato? io non sono HIV+, qui non parliamo di una sera ma di una relazione di circa 4 anni…

    1. doctor

      Però, guarda caso, chi ha un certo stile di vita, diciamo cristiano, coerente ne è quasi indenne.

      1. luca

        guarda caso, ricordo ancora scandali su scandali di monasteri i cui monaci era stati tutti trovati positivi…

        1. Grillo Parlante

          Certo, come no.

          1. luca

            hai scavato una bella buca profonda nella sabia dove nascondere la testa? uno struzzo sarebbe fiero di te

          2. Grillo Parlante

            Certo, come no.

  5. beppino

    Povero Obama, doveva essere l’alba di un nuovo giorno ma si dimostra sempre più un prolungato tramonto. Se poi anche i numeri, le statistiche, i dati oggettivi girano inesorabilmente da una unica parte…

    1. doctor

      Beh, qui abbiamo una scottatura ben più ampia di Obama. Sotto accusa è tutta la politica internazionale dagli anni 60 in poi.

      1. luca

        io spero che voi capiate che un articolo del genere può essere pubblicato giusto in questo sito web, spero capiate che un articolo del genere è alla pari di un articolo che denuncia il problema sempre crescente dei rapimenti e stupri da parte degli alieni che vogliono conquistare il mondo…
        insomma tolto qualche bifolco totalmente rimbambito nessuno darebbe mai credito a cose così
        lo sapete vero?

        sapete vero che i preservativi hanno un efficacia tale da permettere come nel mio caso che in coppie in cui uno solo sia sieropositivo che l’altro dopo anni non si sia mai infettato, e che le medicine contro l’hiv hanno portato l’aspettativa di vita media di un malato da pochi anni a 30/40 anni, vero?

        1. Carlo

          Scusa, ma ri-leggiti l’articolo. Non hai proprio capito niente…

          1. luca

            no, no caro, ho capito benissimo purtroppo… site voi che ancora non avete capito

          2. Grillo Parlante

            Certo, come no.

  6. Shiva101

    Non è scientifico usare i medicinali contro una malattia?

    Il preservativo è… “ideologico”??

    Complimenti per la vostra opera di profonda disinformazione.

    Ovvimanete l’unica soluzione che ovviamente non è ideologica è fare sempre come dice la chiesa..

    1. ALèudin

      Shiva, sai cos’è la scienza? ecco, tu continua a credere nella tua “religione” paraocchi.

      1. luca

        no guarda, che in effetti uno che sconsiglia si usare le medicine per guarire le malattie e di fare invece quello che dice un religioso non può proprio parlare di scienza dopo

        1. doraemon

          Nella tua mentalità chi è religioso dovrebbe unicamente confidare nel cielo. Macnon è così, come dimostrano le suore in Burundi.

          1. luca

            con tutto il rispetto per loro infatti si è visto poi che fine hanno fatto… no grz

        2. Alèudin

          Luca

          E’ evidente che hai difficoltà nella comprensione del testo e magari io non mi sono spiegato bene.

          Nessuno parla di eliminare medicine e condom ma di basare la lotta all’aids sulla educazione.

          I fatti parlano chiaro, è una questione oggettiva, la religione non c’entra: dove si è data importanza all’educazione delle person,e l’aids è calata, dove si è creduto che i condom e le medicine bastassero l’aids è aumentata, ha aumentato il problema.

          La vostra condizione “religiosa” di anticlericali vi impedisce di vedere i fatti.

          Qua altre testimonianze:
          http://www.documentazione.info/lotta-allaids

          Ripeto: fatti reali e oggettivi, numeri, dati, in pratica scienza.

          Ora penso di essere stato chiaro.

          1. luca

            va bè,
            se dite che così funziona…
            anche se non mi spiego come facciate a convincere la gente a non ficcare il loro coso in qualunque pertugio senza riuscire a convincerli di mettersi il cappuccio

          2. Grillo Parlante

            Una risposta come questa denota il fatto inequivocabile che ti conviene tenerti alla larga da certi argomenti al di là della tua portata.

          3. luca

            risposte come questa è lampante intenzione da parte mia di dare ragione ai matti quando li incontro

          4. Grillo Parlante

            Ecco, appunto.

          5. Shiva101

            Documentazione.info (come “ilsussidiario”, “il timone”, “la nuova bussola”, ecc..) è un sito cattolico con spiccati intenti propagandistici, del tutto parziale e pertanto inattendibile come unica fonte.

            L’articolo in questione parla di uso “ideologico” del condom e che non si deve “inondare” l’africa di farmaci.
            Inoltre l’AIDS non si trasmette solo per via sessuale.

            Penso di essere stato chiaro.

          6. ALèudin

            Shiva101

            infatti la fonte di questo articolo è laica, i dati sono laici, la matematica è laica, i numeri se ne fregano delle ideologie o religioni.

            Le fonti che ti ho fornito provengono da ambiti cattolici perchè altri si rifiutano di prenderne atto.

            Due più due fa quattro sia che lo dica Madre Teresa che Dawkings.

            Verifica le fonti senza pregiudizi.

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