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C’era una volta la sinistra delle fabbriche, del salario, della scuola pubblica. Oggi resta la sinistra dell’identità, della lingua inclusiva, dell’autopercezione. Ogni battaglia sociale è diventata una rivendicazione individuale. Ogni richiesta è un diritto. Ogni diritto è un assoluto. La comunità è scomparsa. La società è scomparsa.
È rimasto solo l’io, fragile e ipertrofico, che pretende riconoscimento continuo. Una sinistra che ha smesso di redistribuire reddito e ha cominciato a redistribuire desideri. Quando lo facevano i radicali, almeno lo facevano meglio. Marco Pannella era un pensatore politico, non un profilo Instagram. Oggi la radicalità è ridotta a slogan, post, rivendicazioni che si cancellano da sole alla prima domanda scomoda. Non c’è più il conflitto, c’è la rappresentazione. Non c’è più la classe, c’è il target. L’identità è diventata una merce. Si vende, si promuove, si tutela solo se serve a costruire visibilità. E la sinistra ha accettato tutto questo. Ha scambiato...
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