Due poliziotti per ogni elettore: la nuova “democrazia” di Hong Kong

Di Leone Grotti
20 Settembre 2021
Solo 4.800 persone (0,06% della popolazione), sorvegliate da 6.000 agenti, hanno potuto eleggere 364 membri su 1.500 della potente Commissione elettorale, che deciderà il futuro di Hong Kong. I candidati erano tutti "patrioti" approvati dal Partito comunista
Poliziotti sorvegliano il voto per la Commissione elettorale a Hong Kong

Poliziotti sorvegliano il voto per la Commissione elettorale a Hong Kong

Hong Kong ha “eletto” domenica la potente Commissione elettorale di 1.500 membri. La commissione sceglierà a dicembre 40 deputati su 90 del Consiglio legislativo e a marzo il nuovo governatore della città. Si tratta della prima elezione dopo l’entrata in vigore della legge sul governo di Hong Kong che spetta solo ai “patrioti” e alcuni numeri aiutano a capire a che cosa si riduce la nuova “democrazia” architettata dal Partito comunista cinese.

Vota lo 0,06 per cento della popolazione

Su 1.500 membri solo 364 erano eleggibili, il 24 per cento del totale, gli altri sono selezionati d’ufficio o da particolari gruppi di interesse legati a doppio filo a Pechino. Tutti i candidati devono essere “patrioti”, cioè attivi sostenitori dell’establishment o del Partito comunista. I 364 membri eleggibili sono stati scelti da una platea ristrettissima di 4.800 persone, cioè lo 0,06 per cento della popolazione di Hong Kong. Questi cittadini sono sfilati nei cinque seggi aperti per votare sotto l’occhio vigile di oltre 6.000 poliziotti armati di tutto punto. Praticamente, due poliziotti per ogni elettore.

La governatrice Carrie Lam ha definito le elezioni «molto significative». Lo sono sicuramente per il regime, che ha architettato un sistema elettorale tale che solo pedine fedeli al Partito possono essere nominate tra chi governa Hong Kong e tra chi deve eleggerle.

Timide ed eroiche proteste a Hong Kong

Oltre il 90 per cento della popolazione non ha avuto voce in capitolo nell’elezione della potente Commissione elettorale, ma dopo l’arresto dei principali esponenti del movimento pandemocratico in pochi hanno protestato.

Solo quattro attivisti della Lega dei socialdemocratici, uno dei pochissimi partiti democratici ancora in vita nonostante l’arresto dei suoi principali esponenti, hanno sfilato per le strade di Hong Kong per denunciare le «elezioni riservate a un circolo ristretto» di cittadini. I quattro sono stati subiti fermati dalla polizia e per aver osato tanto potrebbero presto essere incriminati per violazione della legge sulla sicurezza nazionale.

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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