Dramma Libano: annunciato il default (alla Siria mancava solo questa)
Pubblichiamo un articolo dell’Osservatore Romano sul default finanziario del Libano annunciato dal capo del governo Hassan Diab, una svolta drammatica nella crisi che sta mettendo in ginocchio il paese. E una decisione che peserà gravemente anche sul destino della già martoriata Siria: il Libano è infatti uno dei pochi canali di finanziamento ancora aperti per il vicino paese in guerra, e moltissimi siriani avevano depositato i risparmi in Libano per tenerli fuori dal conflitto. Senza dimenticare il milione e mezzo di rifugiati siriani che secondo le stime si sono trasferiti qui dall’inizio della guerra.
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Per la prima volta nella sua storia, il Libano ha annunciato il default. Nel dare la notizia, il premier libanese, Hassan Diab, ha spiegato che il governo avvierà negoziati per ristrutturare il debito. «La decisione non è stata facile, ma il debito è troppo alto per essere gestito dal paese», ha precisato.
Il Libano – colpito da una forte crisi di liquidità e dopo mesi di proteste antigovernative – oggi avrebbe dovuto rimborsare bond europei per 1,2 miliardi di dollari, ma il primo ministro Diab ha reso noto che le riserve di valuta estera sono scese a «un livello preoccupante e pericoloso» tanto da spingere il governo «a sospendere il pagamento» alla scadenza. E ha aggiunto, in un discorso trasmesso dalla televisione nazionale, che «lo Stato libanese cercherà di ristrutturare i suoi debiti, in modo coerente con l’interesse nazionale, avviando negoziati equi con tutti i creditori».
L’onere del debito del Libano, tra i più grandi al mondo (ammonta intorno a 92 miliardi di dollari), è equivalente a quasi il 170 per cento del prodotto interno lordo. Nonostante una serie di crisi, è la prima volta che il paese dei cedri si trova in una tale emergenza dopo le turbolenze economiche avute durante la guerra civile del 1975-1990.
Gli afflussi di valuta estera sono rallentati, la sterlina locale è precipitata e le banche hanno imposto forti restrizioni ai prelievi e ai trasferimenti di dollari. «Secondo la Banca mondiale, il 40 per cento dei libanesi potrebbe ritrovarsi oltre la soglia di povertà», ha affermato Diab.
Il primo ministro ha spiegato che saranno avviati nel minor tempo possibile colloqui per la rinegoziazione delle scadenze. «Il Libano sta sospendendo il rimborso del debito del 9 marzo per poter soddisfare le esigenze dei suoi cittadini. È l’unica soluzione per proteggere l’interesse pubblico, parallelamente al lancio di un piano di riforme globale. La nostra decisione deriva dal nostro attaccamento all’interesse dei libanesi», ha aggiunto.
Il mancato rimborso delle obbligazioni avviene in quanto il Libano non è in grado, al momento, di ripagare i creditori, in tutto o parte, del proprio debito secondo quanto stabilito al momento della sottoscrizione. La scadenza del 9 marzo è la prima di una serie di tre relative al 2020. Le altre due scadenze sono previste ad aprile e a giugno, per un totale di circa 2,7 miliardi di dollari di capitale e di oltre 2 miliardi di interessi da pagare per tutte le emissioni.
Foto Ansa
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