Intervistato da Libero l’indomani dell’attentato a Charlie Hebdo e all’alimentari kosher Hyper Cacher, il filosofo francese Alain Finkielkraut disse che la profezia romanzesca di Michel Houellebecq si stava già realizzando in Francia. Quel che lo scrittore aveva immaginato accadere nel 2022 (la democratica islamizzazione del paese dei Lumi), sta già accadendo oggi, nel 2015.
Mauro Zanon, sempre su Libero, ha fatto notare che in Francia alle elezioni dipartimentali di marzo si presenterà l’Udmf, per ora minuscolo partito musulmano che, con un programma incentrato su educazione e finanza islamica, punta alle presidenziali del 2017. Per chi ha letto Soumission, le analogie si sprecano. Ma anche chi rifiutasse incredulo un imminente inveramento della distopia houellebecqiana dovrebbe fare i conti con la crescita nella società transalpina di viscerali sentimenti ostili verso la laïcité e l’ebraismo. Nel 2014, 6.500 ebrei hanno lasciato il paese per Israele. In tutta Europa sono stati 17-18 mila solo lo scorso anno. Anche nel libro di Houellebecq, l’amante ebrea del protagonista abbandona la Francia per “tornare a casa”. Anche se “casa” significa scud e qassam.
Il rabbino italiano Giuseppe Laras ha messo in guardia l’Occidente e i cristiani. Ignorare l’odio verso gli ebrei, trattare coi guanti il radicalismo islamico ha portato solo tragedie, vedi cent’anni fa gli armeni e oggi i cristiani di Mosul. Perché nella prospettiva del jihad, dopo il popolo del sabato, viene quello della domenica.