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Djokovic è un “no vax” che ce l’ha fatta

I soloni di casa nostra insorgono contro il campione serbo, poi bloccato in aeroporto per un problema di visti, che potrà giocare agli Australian Open senza vaccino (pare) grazie a un'esenzione medica. Ma lo «scandalo» è tutto fuorché «ingiustificabile»

Leone Grotti
05/01/2022 - 15:12
Sport
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Il campione di tennis Novak Djokovic

Breve e incompleta rassegna dei commenti dei soloni di casa nostra al caso Djokovic: «Ingiusto e inaccettabile trattamento di favore» (Cottarelli), «Se la sfanga è davvero game over» (Enrico Letta da urlo), «È uno schifo, schiaffo in faccia a chi lotta contro il covid» (Zingaretti, quello meno famoso), «Ingiustificabile» (Mentana), «Al posto degli avversari rifiuterei di affrontarlo. Per una questione di principio» (Condò), «Se li vinca da solo gli Australian open» (Castelnuovo) e via indignando.

La grande caccia a “Novax” Djokovic

Potenzialmente, questa volta hanno tutti ragione. Novak Djokovic è stato autorizzato a entrare in Australia (forse) e a partecipare agli Australian open anche se non è vaccinato (forse). Le regole non lo consentono, ma al numero uno del tennis mondiale è stato concesso lo stesso. Non è giusto, non si deve, non si può, non si fa. Come se non bastasse, Djokovic, il cui nome, magie del destino, è il più storpiabile sulla faccia del pianeta (il passaggio da Novak a Novax è più rapido di un tampone antigenico), ha twittato sorridente: «Ho l’esenzione». Un po’ come quando prima dell’interrogazione a scuola, davanti alla classe tremante, si presenta sornione il furbetto di turno brandendo il diario: «C’ho la giustifica».

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Djokovic è antipatico, antipaticissimo, è arrogante, arrogantissimo, ha strane abitudini alimentari, stranissime, e soprattutto ha trovato un medico compiacente che gli ha prescritto una finta esenzione. Questo è quello che pensano e scrivono più o meno tutti, anche se Craig Tiley, il direttore del torneo tennistico, ha sottolineato che anche altri sportivi e membri dello staff hanno ottenuto l’esenzione e «non c’è stato nessun favore speciale». Neanche per l’Innominabile, che guarda caso, notano i migliori minatori del web alla ricerca di frasi scottanti, nel 2020 disse: «Personalmente non sono pro vaccini. Non mi piacerebbe che qualcuno mi obbligasse a essere vaccinato per poter viaggiare». Frasi da perfetto no vax, si chiosa su Twitter.

Happy New Year! Wishing you all health, love & joy in every moment & may you feel love & respect towards all beings on this wonderful planet.

I’ve spent fantastic quality time with loved ones over break & today I’m heading Down Under with an exemption permission. Let’s go 2022! pic.twitter.com/e688iSO2d4

— Novak Djokovic (@DjokerNole) January 4, 2022

L’ovvia verità dietro alla diatriba

Ovviamente a nessuno importa se ci sono altri tennisti esentati. I comprimari non fanno notizia. I numeri due, tre, quattro potrebbero anche aver preso un volo diretto Wuhan-Melbourne e nessuno si sognerebbe neanche di controllare loro i documenti. Il punto è Djokovic, la tempesta mediatica ha investito solo lui e la ragione è la stessa per cui l’Australian Open è molto sollevato dal fatto che il campione serbo abbia un’esenzione (che tutti presumono falsa, ma che se risultasse vera provocherà una pandemia di travaso di bile).

Tutti sanno infatti che se il serbo vincerà il torneo diventerà ufficialmente il tennista più vincente della storia degli Slam superando anche Rafael Nadal e Roger Federer (con i quali ora condividere il record a pari merito). Tutti sanno che gli appassionati di tennis seguiranno il torneo per tifare pro o contro Djokovic (gli adoratori della classe di Federer sono quanto mai agguerriti). Tutti sanno che senza il campione serbo non sarà la stessa cosa e tutti vogliono vedere un grande torneo di tennis piuttosto che una sacra rappresentazione di prevenzione pandemica con una rete in mezzo.

Il gioco delle parti australiano

Gli organizzatori dell’Australian Open, insomma, si saranno fatti due conti in tasca, sapendo che il campione serbo ha il coltello dalla parte del manico e agendo di conseguenza. Poi ovviamente nessuno vuole rimediare una figuraccia e fa parte del gioco che il premier Scott Morrison reciti la parte del duro: «Djokovic deve avere la prova che la sua esenzione è giustificata, altrimenti salirà sul prossimo aereo per tornare a casa». È per lavarsi la coscienza che il governo dello Stato di Victoria sta cercando di far saltare il visto del tennista in ogni modo (ora pare che non possa scendere dall’aereo, anche se l’esenzione è stata certificata da medici australiani, non da agenti stranieri al soldo del coronavirus).

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Attualmente non ci sono certezze ed è ancora tutto in divenire: vedremo chi vincerà il tie-break tra il campione serbo e i suoi detrattori. Al momento, però, si può considerare Djokovic un no vax che ce l’ha fatta.

@LeoneGrotti

Foto Ansa

Tags: australiaAustralian OpenCovidnovak djokovictennisvaccino
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