
Viviamo in un mondo etero,
il più etero che si sia mai visto
da tempi immemorabili.
A furia di
“pensare con la propria testa”,
come fosse una virtù,
gli uomini e le donne,
tanti uomini e persino tante donne,
la maggior parte brave persone,
hanno perso la testa e il pensiero.
Che pensiero può essere,
infatti,
un pensiero che smetta di ospitare
la verità,
se non un pensiero di seconda mano
pensato per tutti da pochi,
venduto e comprato al mercato, per pochi denari?
Quella che avrebbe dovuto essere autonomia
è divenuta eteronomia;
quella che avrebbe voluto essere
autodeterminazione
è divenuta eterodeterminazione.
Verrà presto il tempo,
forse già comincia a venire,
in cui chiamati ad alzarsi,
come il giovane Samuele,
nessuno muoverà un piede,
una mano, un dito.
Sfiniti, sfibrati da una precoce vecchiaia,
uomini e donne in gran numero
non si muoveranno dal loro giaciglio,
invocando l’oblio, corteggiando l’inerzia,
maledicendo muscoli ed ossa.
L’autodeterminazione non può darcela
la società o chissà chi altro,
se non siamo noi
a determinare noi stessi.
E nessuno può darci la libertà,
se non siamo noi stessi
a deciderci per essa.
Chi ha osato dire queste cose?
Chi mai si è permesso
di dichiarare con tale franchezza
che l’unica
autentica
reale
autodeterminazione
si chiama Vocazione?
In corsivo J. Ratzinger omelia per la Korbinianfest, Duomo di Frisinga 11 novembre 1979, in L’Osservatore Romano 25 aprile 2023
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