La difesa del materno contro l’ideologia del gender e del “corpo cyborg”

Di Giuseppe Brienza
20 Novembre 2014
Sabato la presentazione del Sesto Rapporto dell'Osservatorio Van Thuân. O le donne seguono «la tendenza dominante alla destrutturazione del materno o difendono la differenza»

Una denuncia delle trasformazioni indotte nel mondo della donna, che è «sempre più oggetto di sperimentazione, di intervento culturale e tecnologico, di ri-progettazione e perfino di creazione». È questa la denuncia lanciata da esperti cattolici, due europei e due latino-americani, nella Sintesi introduttiva al Sesto Rapporto sulla Dottrina sociale della Chiesa nel mondo, curato dall’arcivescovo di Trieste monsignor Giampaolo Crepaldi e da Stefano Fontana, rispettivamente presidente e direttore dell’Osservatorio Internazionale “Cardinale Van Thuân” (Cantagalli, Siena 2014, pp. 302).

L’IDEOLOGIA DEL GENERE. Il peruviano Manuel Ugarte Cornejo, direttore del Centro de Pensamiento Social Católico dell’Universidad San Pablodi Arequipa, l’argentino Daniel Passaniti, direttore esecutivo del CIES-Fundación Aletheiadi Buenos Aires, lo spagnolo Fernando Fuentes Alcantara, direttore della Fundación Pablo VIdi Madrid e lo stesso Fontana, individuano una ben precisa origine a queste forze demolitrici dell’identità femminile odierna: «L’onda lunga del codice femminile lanciato ai Vertici ONU del Cairo (1994) e Pechino (1995)».
Monsignor Crepaldi, che è anche membro del Consiglio della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, in occasione della presentazione del Rapporto, che si terrà a Trieste sabato prossimo, si soffermerà in particolare sulla tesi centrale della sua Presentazione, ovvero che la “rivoluzione nella donna” è soprattutto figlia dell’ideologia del “genere”. «È quindi per una “logica delle cose” che questo tema si lega consequenzialmente a quelli dei Rapporti DSC dei due anni passati – scrive l’arcivescovo -. C’è una nuova ideologia mondiale, l’ideologia del gender (tema del IV Rapporto) alla quale sono a servizio anche le strutture giuridiche internazionali e nazionali (tema del V Rapporto) tese a cambiare la natura umana ab imis, ossia a partire dalla procreazione e dalla sessualità, dall’identità della persona umana e dalla sua natura. Ora, emerge dal Rapporto di quest’anno che questo cambiamento può essere fatto solo coinvolgendo la donna e rendendola protagonista – oggetto e soggetto – della rivoluzione. Ecco, allora, il tema di questo VI Rapporto».

IDENTITA’ CORPORALE. Il focus del lavoro di ricerca, intitolato “La rivoluzione della donna, la donna nella rivoluzione”, non poteva che essere affidato all’analisi di una delle maggiori esperte di cultura e dinamiche relative alla donna nel nostro paese, Eugenia Roccella, che oggi è anche parlamentare Ncd e vice-presidente della Commissione Affari sociali della Camera. Nel suo denso contributo sui “Cambiamenti mondiali e ruolo femminile”, la giornalista e saggista, che un tempo era femminista, analizza il “messianismo astratto e violento” dell’ideologia del “pensiero unico”, oggi dominante, con il realismo tipico della donna esaltata dal pensiero e dalla società cristiana. È per questo che, afferma la Roccella, «oggi le donne sono di fronte a un bivio. O seguire la tendenza dominante alla destrutturazione del materno e della differenza sessuale, che porta con sé lo smantellamento delle relazioni forti che costituiscono il gruppo umano e l’impoverimento del senso e della sacralità della vita, o difendere strenuamente la differenza, e tentare di frenare la deriva antropologica delle nostre società». Si tratta, quindi, come hanno ben capito quelli dell’Osservatorio “Van Thuân”, di difendere non solo la dignità della donna, ma lo stesso mondo dell’umano, cominciando dalla sua identità corporale.

VERSO IL CYBORG? Roccella riporta a questo proposito le teorie del cyborg, teorizzate da ultimo dal Manifesto Cyborg di Donna Haraway (il suo libro è stato pubblicato nel 1991). Il cyborg, infatti, come propagandato dalla nota femminista “postmodernista” americana, è un organismo cibernetico, destinato a mettere in soffitta definitivamente le identità maschile e femminile. Il corpo cyborgè destinato ad essere modificato chirurgicamente, con innesti animali, meccanici, elettronici. Insomma, spiega Roccella, il corpo imposto dallo scientismo biotecnologico di oggi è un qualcosa «che non ha più un’identità definibile, ma un’identità multipla, flessibile e indistinta, un’identità “fai da te”. Il corpo umano può quindi essere manipolato, annullando i tradizionali confini tra naturale e artificiale, uomo, macchina e animale, trasformandosi in un corpo decisamente post-umano».

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2 commenti

  1. Cisco

    Se qualcuno fosse interessato, ho fondato il Manifesto Terminator…

  2. Raider

    La cyborg-umanità… Il trans-umanesimo… Certo, ci sono atei allarmati da questi “sviluppi” mostruosi, da questi allucinanti orizzonti della scienza e della tecnica; ma ci sarà una ragione se la deriva nichilista allarma tutti i credenti. L’uomo è la creatura che, con tutti i limiti e le imperfezioni che lo segnano, nel suo volto reca impressa più degli stessi angeli l’immagine di Dio.

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