Da Michael Jordan a Dennis Rodman: la smodata passione dei dittatori nordcoreani, «drogati di Nba»

Di Leone Grotti
01 Marzo 2013
Dennis Rodman ha conosciuto «l'amico per la vita» Kim Jong-un. Il padre Kim Jong-il «drogato di Nba», aveva provato a invitare Michael Jordan.

«Anche se le relazioni tra Stati Uniti e Corea del Nord non sono buone, io personalmente sarà sempre un amico del generale Kim Jong-un e del popolo nordcoreano». Così l’ex stella del basket americano e attore Dennis Rodman ha detto ieri ai giornalisti all’aeroporto di Pyongyang, in Corea del Nord, prima di andare a conoscere di persona il dittatore comunista del paese e guardare insieme a lui una partita di basket tra Corea del Nord e Harlem Globetrotters.

STORICO FACCIA A FACCIA. La Corea del Nord, condannata dall’Onu per i test missilistici e nucleari condotti di recente e in perenne lotta con gli Stati Uniti considerati «nemici da distruggere», non aveva mai ricevuto una visita simile. Missioni diplomatiche a parte, i pochi personaggi americani di spicco che avevano visitato Pyongyang non si erano mai intrattenuti con il dittatore del paese, definito addirittura da Rodman «un amico per la vita».

DROGATI DI NBA. Nonostante i limiti nelle relazioni tra i due paesi, e l’odio per l’America espresso in continuazione dal regime nordcoreano, la famiglia Kim è famosa per essere «drogata» di Nba. Kim Jong-un, accogliendo con calore Rodman, ha confermato di essere un grande appassionato di basket americano e un grande tifoso dei Chicago Bulls, squadra dove Rodman ha militato a metà anni 90. Secondo Shane Smith, fondatore di Vice Media, che ha organizzato l’incontro tra i due, il tutto è stato possibile a causa dell’amore per il basket nutrito dal terzo Kim.

TALE PADRE, TALE FIGLIO. La passione di Jong-un, però, viene da più lontano e prima che a lui apparteneva al padre, il “Caro leader” Kim Jong-il. Si dice che il secondo dittatore della Corea del Nord disponesse dei filmati di quasi tutte le partite giocate da Michael Jordan. La passione era tale che quando il segretario di Stato americano Madeline Albright visitò Pyongyang nel 2000, portò in regalo a Kim Jong-il una palla da basket autografata da Michael Hordan. Pochi anni fa è anche venuto alla luce un documento che dimostra come il “Caro leader” avesse invitato Jordan a visitare la Corea del Nord, attraverso la mediazione del colosso sudcoreano Samsung. Jordan, gentilmente, rifiutò.

LA CARESTIA E LE SNEAKERS. Tornando a Kim Jong-un, l’attuale dittatore che dovrebbe avere intorno ai 30 anni, ha frequentato negli anni 90 la scuola in Svizzera, a Berna. Qui, sostengono i suoi compagni di classe, aveva dato più volte prova di adorare il basket. Registrato a scuola con il nome Pak Un «aveva in camera fotografie memorabili che lo ritraevano assieme a Toni Kukoc dei Chicago Bulls o Kobe Bryant dei Los Angeles Lakers». In più, «aveva una collezione di sneakers della Nike che noi ci sognavamo. Quelle scarpe costavano almeno 200 dollari a paio». Parliamo degli stessi anni in cui la Corea del Nord viveva la più grande carestia della sua storia, che portò alla morte di un numero di persone compreso tra 200 mila e 3 milioni.

@LeoneGrotti

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