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Crisi energetica. L’Europa dalla padella russa alla brace cinese

Di Leone Grotti
19 Aprile 2022
Bruxelles punta forte sulle rinnovabili per affrancarsi dal gas di Mosca. Ma non basterà per liberarsi dalla dipendenza dal regime di turno: oggi eolico, solare e auto elettriche sono “armi” di Xi Jinping
Ursula von der Leyen
Il presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen in conferenza stampa dopo un summit online con le autorità della Cina, Bruxelles, 1 aprile 2022 (foto Ansa)

«Dobbiamo diventare indipendenti dal petrolio, dal carbone e dal gas russi. Non possiamo assolutamente fare affidamento su un fornitore che ci minaccia esplicitamente». Difficile dare torto alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che a inizio marzo ha presentato un piano (RePowerEu) per affrancare l’Unione Europea dalla dipendenza da Mosca. L’invasione russa dell’Ucraina ha messo a nudo la strutturale debolezza dell’Europa, che non si è opposta con la forza necessaria alle mire espansionistiche di Vladimir Putin per non scatenare ritorsioni energetiche da parte di chi fornisce al Vecchio Continente il 40 per cento del gas che consuma.

Tagliata fuori dai tavoli che contano, Bruxelles è stata costretta a guardare al tema dell’energia con occhi nuovi e più realistici: se prima le politiche energetiche europee avevano come dichiarato obiettivo quello di «salvare il Pianeta» dal riscaldamento climatico, oggi la priorit...

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