Cresce la ricca industria dei figli in provetta. «Un milione di embrioni» già stoccati nelle celle frigorifere Usa

Di Benedetta Frigerio
21 Giugno 2015
Tanti finiscono al macero della ricerca, scartati, regalati, venduti. Alcuni addirittura vengono trasferiti in utero e poi abortiti, nel tentativo di attenuare il senso di colpa che invade tante donne

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Quando Karla Dunston nel 2010 scoprì di avere il cancro chiese al ragazzo che frequentava, Jacob Szafranski, di donarle lo sperma per fabbricare alcuni embrioni da congelare e sfruttare in futuro in caso di guarigione per avere figli. Gli embrioni vennero prodotti e congelati ma quando Dunston guarì, Szafranski aveva ormai cambiato idea. Dopo quattro anni di processo, venerdì scorso il giudice ha dato ragione alla donna, permettendole di impiantarsi gli embrioni e avere figli, nonostante l’assenza di un accordo con il padre. Questa è una sola delle storie raccontate in un lungo reportage del New York Times, scritto per rispondere alla domanda: dove finiscono gli embrioni congelati?

«RAGGIUNTO IL MILIONE». La realtà è drammatica, perché dalle stime si parla di circa un milione di embrioni chiusi nelle celle frigorifere. «Un sondaggio del 2002 ha contato circa 400 mila embrioni congelati, mentre un altro del 2011 ne contava 612 mila. Ma ora molti endocrinologi parlano di un totale che potrebbe aver raggiunto il milione» solo negli Stati Uniti. Il loro destino è quello di rimanere crioconservati nelle banche del seme finché le coppie pagano l’affitto delle celle. Altrimenti finiscono al macero della ricerca, quando non sono usati «per avere altri figli» o per essere consegnati, gratis o a pagamento, «ad altre famiglie».

«EMBRIONI CONGELATI DI BUONA QUALITÀ». Come riportato dalla American Society for Reproductive Medicine, gli embrioni venduti dalle “donatrici” «sono stati usati per 1.084 trasferimenti in utero nel 2013, mentre nel 2009 erano 596». Ma ci sono anche persone che vivono un profondo senso di colpa pensando a quei possibili figli congelati. Il Nyt riporta soprattutto il caso di due cristiani. La signora Watts, 45 anni, non volendo altri figli, a dicembre ha scritto su Facebook: «Abbiamo sei embrioni congelati di buona qualità da donare a una fantastica famiglia che voglia una grande famiglia». La coppia ha quindi specificato che «preferiamo qualcuno sposato da molti anni e che vive una relazione stabile con un solido background cristiano». La donna ha spiegato al giornale americano di aver diffuso l’offerta perché «quegli embrioni sono sempre nella mia mente. Ne ho parlato con il mio pastore e quando ero in chiesa ho pensato che avrei voluto una famiglia per loro».

CERIMONIE MACABRE. Ma per acquietare il senso di colpa c’è anche chi ricorre ad altri metodi. «Alcune persone dicono di sentirsi in difficoltà a distruggere i loro potenziali figli» e così «hanno creato la loro cerimonia di eliminazione o una procedura nota come trasferimento compassionevole, in cui il medico trasferisce gli embrioni nell’utero della donna che li ha fatti, in un periodo del mese in cui non può rimanere incita». Altri ancora hanno invece «trasferito la proprietà degli embrioni ai loro figli adulti». Alcune cliniche hanno alimentato la pratica del congelamento creando gruppi di embrioni degli stessi “donatori” e “donatrici”. Altre, come quella per la fecondazione in vitro di Davis, in California, comprano ovociti e sperma da persone «i cui profili sono altamente attraenti, come gli alti, i magri e i ben educati, e poi li combinano per creare embrioni che vengono distribuiti a tre o quattro famiglie». Al prezzo di «12.500 dollari, i pazienti hanno diritto a tre tentativi, ogni volta con un gruppo di embrioni differente». Ovviamente è previsto il rimborso, ma solo «se non si raggiunge la dodicesima settimana di gravidanza».

EMBRIONI VENDESI. Infine l’articolo parla della compravendita online e dei siti dove «i post tipici sugli embrioni disponibili sono: “4 bambini congelati pronti per una casa attiva e amante del divertimento”; “Embrioni caucasici belli, intelligenti e atletici in cerca di una casa”». Brian A. Schroeder, avvocato del signor Szafranski, commentando il caso del suo assistito ha dichiarato: «È difficile farlo rientrare in una cornice giuridica specifica (…), non si tratta più dei suoi ovuli o del suo sperma ma di un embrione. Trent’anni fa prima della fecondazione in vitro, questo non sarebbe mai successo. Ma ora che il problema esiste, cosa si può fare?».

@frigeriobenedet

Foto Ansa

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1 commento

  1. jumbo

    la pma ha creato la compravendita di uomini.

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