Cop27: va in scena la grande truffa dei paesi ricchi ai danni dei poveri
Ogni anno, ai vertici globali sul clima va in scena una parata di ipocrisia, con le élite mondiali che arrivano a bordo di jet privati per fare prediche all’umanità sul taglio delle emissioni di CO2. Il vertice sul clima di questo novembre in Egitto offrirà una dose di ipocrisia anche più incredibile del solito, perché i ricchi del pianeta offriranno ai paesi poveri fervorini sui pericoli dei combustibili fossili, dopo aver divorato nuove massicce quantità di gas, carbone e petrolio.
Paesi ricchi alla ricerca di nuove fonti
Da quando l’invasione russa dell’Ucraina ha spinto ulteriormente verso l’alto i prezzi dell’energia, i paesi ricchi hanno rovistato il mondo in cerca di nuove fonti. Il Regno Unito aveva criticato con forza il consumo di combustibili fossili proprio l’anno scorso al vertice di Glasgow, adesso invece il governo britannico ha intenzione di mantenere le centrali alimentate a carbone a disposizione per il prossimo inverno, anziché chiuderle quasi tutte come progettava. Le importazioni di carbone termico da Australia, Sudafrica e Indonesia in Unione Europea sono aumentate di oltre 11 volte. Nel frattempo, un nuovo gasdotto trans-sahariano permetterà all’Europa di spillare gas direttamente da Niger, Algeria e Nigeria; la Germania riaprirà le centrali a carbone già chiuse; e l’Italia si prepara a incrementare del 40 per cento le importazioni di gas dal Nord Africa. Gli Stati Uniti poi si presenteranno col cappello in mano in Arabia Saudita per pietire un aumento della produzione petrolifera.
Al vertice sul clima in Egitto, i leader di questi paesi in qualche modo dichiareranno tutti con gran faccia tosta che i paesi poveri devono evitare lo sfruttamento dei combustibili fossili, per paura che questo peggiori il cambiamento climatico. Questi stessi paesi ricchi inciteranno i più poveri del pianeta a concentrarsi sulle alternative energetiche green come il solare fuori rete e l’eolico. Una causa che stanno già perorando. Con un discorso da molti interpretato come un messaggio rivolto all’Africa, il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha detto che sarebbe «delirante» investire in altre esplorazioni delle riserve di gas e petrolio.
I limiti di energia eolica e solare
Tanta ipocrisia è semplicemente incredibile. Ogni singolo paese ricco è diventato tale grazie agli idrocarburi. Le maggiori organizzazioni per lo sviluppo del mondo – per volontà dei paesi ricchi – si rifiutano di finanziare lo sfruttamento di combustibili fossili che i paesi poveri potrebbero utilizzare per uscire dalla miseria. Per di più la ricetta prescritta dalle élite per i poveri del pianeta – l’energia pulita – non è in grado di cambiare le loro vite.
Questo perché l’energia del sole e del vento è inutile quando il cielo è coperto dalle nubi, o quando è notte, o quando non soffia il vento. L’energia solare fuori rete può garantire un gradevole luce solare, ma tipicamente non è in grado di alimentare nemmeno il frigorifero o il forno di una famiglia, figurarsi se può fornire l’energia necessaria alle comunità per far funzionare tutto, dalle fattorie alle fabbriche, i veri motori della crescita.
Una ricerca in Tanzania ha evidenziato come il 90 per cento dei nuclei familiari riforniti con elettricità fuori rete vuole semplicemente essere allacciato alla rete nazionale per avere accesso ai combustibili fossili. Il primo test rigoroso pubblicato sull’impatto dei pannelli solari nelle vite dei poveri ha dimostrato che costoro hanno beneficiato di un pochino di elettricità in più – quanto basta per alimentare una lampada durante il giorno – ma non c’è stato alcun effetto misurabile sulla loro situazione: non hanno potuto aumentare risparmi né spese, non hanno lavorato di più né avviato più imprese, e nemmeno i loro figli hanno studiato di più.
La truffa degli evangelizzatori green alla Cop27
I pannelli solari e le pale eoliche inoltre non servono ad affrontare uno dei principali problemi energetici dei poveri del pianeta. Quasi 2,5 miliardi di persone continuano a patire l’inquinamento dell’aria domestica, dovendo bruciare combustibili sporchi come legna e letame per cucinare e riscaldare le proprie abitazioni. I pannelli solari non risolvono questo problema perché sono troppo deboli per alimentare fornelli e radiatori puliti.
Di contro, la rete elettrica – che significa quasi ovunque per lo più combustibili fossili – ha effetti positivi significativi per le famiglie su redditi, spese ed educazione. Uno studio condotto in Bangladesh ha rivelato che grazie all’elettrificazione le famiglie hanno beneficiato mediamente di un incremento di reddito del 21 per cento e di una riduzione della povertà dell’1,5 per cento ogni anno.
In tutto ciò la truffa più grossa è che i leader del mondo ricco sono riusciti in qualche modo a dipingersi come evangelizzatori green, quando secondo l’Agenzia internazionale dell’energia oltre tre quarti della loro produzione energetica primaria deriva da combustibili fossili. Meno del 12 per cento della loro energia proviene da fonti rinnovabili, per lo più legna e idroelettrico. Solare ed eolico ammontano ad appena il 2,4 per cento della produzione.
L’Africa è il continente più rinnovabile
In confronto a questi numeri, l’Africa risulta essere il continente più rinnovabile del mondo, con oltre metà della propria energia prodotta da fonti pulite. Queste ultime, però, sono per la quasi totalità legna, paglia e letame, a riprova di quanto sia scarsa l’energia a cui il continente ha accesso. Nonostante tutto il battage, l’Africa ricava da sole e vento appena lo 0,3 per cento della propria energia.
Per risolvere il riscaldamento globale, i paesi ricchi devono investire molto di più in ricerca e sviluppo di migliori tecnologie green, dalla fusione e fissione nucleare ai biocarburanti di seconda generazione, fino al solare ed eolico con mega batterie. È cruciale riuscire con l’innovazione a ridurre il loro costo al di sotto di quello degli idrocarburi. In tal modo, tutti alla fine sceglieranno la transizione. Ma dire ai poveri del mondo di cavarsela con fonti energetiche inaffidabili, costose e deboli è un insulto.
Già si assiste a un rifiuto da parte dei paesi in via di sviluppo, che vedono tale ipocrisia per quel che è. Il ministro delle Finanze egiziano ha detto recentemente che le nazioni povere non devono essere «punite», e ha avvertito che le politiche climatiche non dovrebbero infliggere loro altra sofferenza. Bisogna porgere l’orecchio a questa avvertenza. L’Europa sta setacciando il mondo in cerca di altri combustibili fossili, perché il continente ne ha bisogno per la propria crescita e prosperità. Questa stessa opportunità non dovrebbe essere negata agli ultimi del pianeta.
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