Il caldissimo 2023 è stato un annus horribilis o il migliore di sempre?

Di Francesco Ramella
22 Gennaio 2024
Pil mondiale cresciuto, tasso di povertà diminuito, produzione di cereali da record, disastri meteo nella media e non tutti attribuibili ai cambiamenti climatici. Contronarrazione per pensare al futuro senza eco-ansia
Liverpool pupazzo di neve gelo artico clima
Un uomo osserva un pupazzo di neve in un parco di Liverpool, in Inghilterra. Il nord della Gran Bretagna è stato investito in questi giorni da un'ondata di gelo artico (foto Ansa)

Le misurazioni terrestri e quelle dei satelliti concordano: il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato con una temperatura di 1,43°C superiore a quella del periodo preindustriale e di circa di 1°C rispetto al 1970.

Gli effetti di El Niño, un fenomeno climatico che riscalda l’atmosfera e influenza le condizioni meteorologiche in tutto il mondo, l’eruzione del vulcano Hunga Tonga nell’Oceano Pacifico e la riduzione delle emissioni inquinanti (e con effetto raffreddante) delle navi mercantili, sovrapposti a quello dei gas serra di origine antropica ci hanno portato, almeno temporaneamente, molto vicino alla soglia di 1,5°C oltrepassata la quale, a detta di molti, il mondo diventerebbe invivibile. In realtà, una Terra più calda di 1,6°C non è molto diversa da una a +1,4°C. Il mondo non bollirà quando quella soglia verrà raggiunta; gli scienziati ci dicono solo che gli effetti negativi del cambiamento climatico non sono lineari e aumentano più che proporzionalmente al riscaldamento.

Il clima nel 2023 e i dati mondiali

Ma il 2023 è stato un “annus horribilis” a causa del clima? No, al contrario. I dati a nostra disposizione ci dicono che si è rivelato uno dei migliori di sempre.

Non siamo mai stati così numerosi sulla Terra. E non abbiamo mai creato così tanta ricchezza: il pil mondiale ha raggiunto i 105 mila miliardi di dollari; al netto dell’inflazione si tratta di circa 2.800 miliardi in più rispetto all’anno precedente e circa il doppio del valore registrato alla fine del XX secolo. In termini pro capite la crescita nello stesso periodo è stata di circa il 50 per cento.

Il tasso di povertà non è mai stato così basso nella storia umana: secondo la Banca Mondiale, dopo la battuta d’arresto causata dal Covid, la percentuale di coloro che vivono con meno di 2,15 dollari al giorno è scesa all’8,61 per cento. Nel 2000 era il 30.

Povertà mondiale graficoA dicembre le stime della FAO relative alla produzione mondiale di cereali nel 2023 sono state riviste in aumento a 2.823 milioni di tonnellate, 10,4 milioni di tonnellate in più rispetto al precedente record raggiunto nel 2021.

Incendi e disastri meteo: un po’ di numeri

Per quanto riguarda gli eventi estremi, abbiamo avuto moltissime informazioni sugli incendi in Canada: nel 2023, la superficie totale bruciata è stata cinque volte la media degli ultimi vent’anni. Ma, come sempre – le buone notizie non sono notizie –  nessuno ci ha parlato dei casi al di sotto della media come, ad esempio, gli Stati Uniti. E se guardiamo al mondo nel suo complesso, le emissioni di carbonio causate dagli incendi (un indicatore dell’entità delle aree arse dal fuoco) sono state effettivamente più elevate rispetto agli anni precedenti, ma molto simili a quelle registrate all’inizio di questo secolo.

Incendi emissioni graficoIl numero totale di disastri meteorologici nel 2023 è stato di 307 inferiore alla media (340 eventi) del periodo 2000-2022.

disastri meteo graficoLe vittime sono state ventunomila con un tasso di mortalità pari a 2,7 per milione di persone. Si tratta di un valore circa doppio della media del decennio 2011-20 e inferiore a quelli delle decadi precedenti.

morti eventi estremi meteoPiù della metà delle vite umane sono andate perdute in un unico evento: il crollo di due dighe vicino alla città di Derna in Libia, dopo giorni di piogge torrenziali. Il cambiamento climatico ha avuto un ruolo nella catastrofe? Non possiamo dirlo con certezza ma sappiamo che il cattivo stato delle infrastrutture era stato più volte denunciato e un appalto per la sistemazione delle opere era già stato assegnato nel 2012 ma poi non eseguito.

Le colpe del clima e le catastrofi naturali

Le tredici catastrofi più gravi hanno provocato un totale di 17.800 vittime. Tutti questi disastri hanno avuto luogo nei paesi poveri dell’Africa e dell’Asia. In Europa l’evento peggiore è stato un incendio in Grecia con 26 morti.

In confronto, una serie di eventi di El Niño nell’ultimo terzo del XIX secolo e gli eventi siccitosi che ne derivarono portarono alla morte di circa 50 milioni di persone, il che equivale a un tasso di mortalità di 40.000 per milione di persone, cioè più di diecimila volte maggiore rispetto a quello dello scorso anno.

Le perdite economiche derivanti dai disastri naturali (che comprendono anche terremoti e altri eventi non meteorologici) sono state di 269 miliardi di dollari contro 295 miliardi nel 2022 e una media di 235 miliardi nei dieci anni precedenti. Il costo dei disastri naturali è stato pari a circa lo 0,25 per cento del pil mondiale, percentuale  grosso modo invariata negli ultimi trent’anni. Ovviamente, solo una frazione di questa cifra è attribuibile al cambiamento climatico. Gli “effetti indesiderati” dell’uso dei combustibili fossili, un ingrediente essenziale per la crescita economica fino ad oggi, sono quindi in media piuttosto limitati. Tuttavia, possono provocare danni molto rilevanti in aree specifiche e probabilmente aumenteranno nei prossimi anni. Per questo motivo è auspicabile ridurre le emissioni in modo efficiente senza dimenticare che ricchezza e capacità di adattamento sono stati e saranno i principali fattori a determinare il benessere delle persone.

Ci sono sulla Terra cose assai più importanti della temperatura superficiale media.​

(Traduzione di un articolo pubblicato su IREF Europe)

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.