«Prima di tutto, voglio sottolineare una cosa molto importante: non ho mai detto né scritto di essere stata abusata sessualmente». È quanto ha dichiarato Peng Shuai domenica a un quotidiano di Singapore in lingua cinese, Lianhe Zaobao. La star del tennis cinese, da un mese al centro di uno scandalo internazionale dopo un post pubblicato su Weibo nel quale accusava un importante papavero del Partito comunista cinese in pensione, cerca così di seppellire definitivamente la polemica. Ma è davvero difficile credere che le sue parole siano spontanee o che, come afferma ancora nell’intervista video, il polverone sia stato sollevato da un testo «male interpretato».
Le accuse di Peng Shuai e lo scandalo
A scatenare lo scandalo è stato il messaggio scritto sulla piattaforma social cinese il 2 novembre, in cui Peng accusava l’ex membro del Comitato permanente del Politburo, Zhang Gaoli, di averla stuprata. Il post è stato cancellato mezz’ora dopo la pubblicazione, ma tanto è bastato per far sparire improvvisamente Peng dalla scena pubblica. Quando gli organismi internazionali del tennis hanno cominciato a chiedersi dove fosse finita l’ex numero uno al mondo nel doppio, Peng è riapparsa con una misteriosa email in inglese, e non in cinese, nella quale assicurava di stare benissimo.
Alla mail è seguita una videochiamata con il presidente del Comitato olimpico, ma né l’una né l’altra sono servite a rassicurare le istituzioni. Quello di Peng, infatti, contrariamente a quanto scritto da alcuni giornali, non è un caso di #MeToo con caratteristiche cinesi, ma un caso politico. Nessuno nel Dragone può permettersi di infangare la reputazione di un alto papavero del Partito comunista, a meno che lo stesso Partito non abbia deciso di farlo fuori.
La sparizione di Peng e le rassicurazioni posticce
E in questo caso, a quanto pare, non era prevista nessuna epurazione o damnatio memoriae per Zhang Gaoli. Ecco perché Peng è sparita dopo la sua dolorosa confessione ed ecco perché ora riappare con dichiarazioni così tanto rassicuranti da apparire patentemente false: non sarebbe la prima volta che il regime obbliga anche importanti personaggi a finte confessioni per placare i media internazionali. Soprattutto, durante l’intervista non le è stata fatta neanche una domanda sulla sua relazione con Zhang.
Di sicuro la decisione della Wta, l’associazione internazionale del tennis femminile, di sospendere tutti i suoi tornei in Cina nel 2022, deve aver sortito qualche effetto se Peng, come sembra, ha subito pressioni per rilasciare questa intervista. In precedenza il direttore del Global Times, megafono del Partito comunista, aveva pubblicato sul proprio account Twitter alcuni video di Peng al ristorante «con l’allenatore e gli amici».
La difficile battaglia della Wta
La Wta ha affermato di non essere affatto rassicurata dall’ultima apparizione di Peng: è probabile dunque che la sfida lanciata al governo cinese continuerà. Per quanto però l’associazione potrà ignorare le rassicurazioni fornite dalla stessa Peng?
Pechino sa bene come gestire casi internazionali, anche molto delicati. La sua politica è sempre la stessa: negare la repressione, anche contro ogni apparenza. È quello che farà anche stavolta. Finora Pechino ha perso qualche game, qualche set, ma mai il match. Chissà che questa partita non sia quella buona.
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