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La preghiera del mattino

Dialogare con la Cina senza legittimare il suo regime poliziesco

Di Lodovico Festa
22 Gennaio 2024
Mentre si propone come mediatore del conflitto israelo-palestinese, Pechino punta al controllo dei mari, continua a minacciare Taiwan e arresta vescovi non allineati. Opportunità e rischi di un dialogo con Xi Jinping. Rassegna ragionata dal web
Xi Jinping Biden Cina Pechino Stati Uniti
Il presidente cinese Xi Jinping incontra il presidente degli Stati Uniti Joe Biden a margine del G20 di Bali, nel novembre 2022 (foto Ansa)

Sul Sussidiario Leonardo Tirabassi scrive: «Sullo sfondo si muove la Cina, che a passi lenti ma continui si sta ritagliando un ruolo anche politico diplomatico, si veda la mediazione tra Iran e Arabia, e i segnali che sta lanciando, ad esempio alla conferenza di Doha, nel proporsi, anche se in modo cauto, come mediatore del conflitto israelo-palestinese forte di tre argomenti, come ha sottolineato Wang Hueiyao, direttore dell’autorevole Centro per la Cina e la Globalizzazione. La totale estraneità di Pechino a quello scontro, il passato di vittima del colonialismo occidentale, il peso dei rapporti economici nell’area. La Cina è infatti il partner commerciale più importante per i Paesi arabi e, dopo gli Stati Uniti, il partner commerciale più importante per Israele. Difficile predire il futuro; l’unica speranza è che a nessuna potenza è utile che la macchina – leggi l’economia e il commercio mondiale – si inceppi».
L’intreccio tra commercio ed egemonismo caratterizza la linea postdenghi...

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