Ci vuole la zattera di Giovanni e Andrea per fissare il titolo del Meeting
Eccoli al largo, due uomini da nulla, fino a un attimo prima ammaccati come due silenti bussole antiche che d’improvviso iniziano a fare il loro dovere: molti conoscono il preciso momento in cui tutto ha avuto inizio sulle sponde del fiume Giordano – “erano circa le quattro del pomeriggio” – e che è proseguito nella storia, in ogni angolo della terra e del tempo fino a raggiungerci. Pochi però sanno raccontarlo, cosa afferrò quei due fin nel midollo delle ossa mentre “lo guardavano parlare”, e un mondo incognito ed eccezionale si apriva ai loro occhi di piccoli pescatori di lago.
LA ZATTERA NEL VILLAGGIO
“Giovanni e Andrea” non è solo il nome di quei due, è anche il nome di uno spettacolo nato da ciò che in ogni angolo della terra e del tempo è stato fissato, il volto di un uomo che a quelli che sarebbero stati i primi ha detto solo “venite a vedere”. Lo hanno scritto il nostro inossidabile supereroe del Meeting, padre Marco Finco e il bravissimo Giampiero Pizzol, lo stanno portando in scena lo stesso padre Marco e quel talento di Pietro Grava nel Villaggio dei Ragazzi del Meeting due volte al giorno (alle 12 e alle 19, su prenotazione), ogni santo giorno. Uno spettacolo fatto da Dio, insomma, per i più piccoli ma inevitabilmente affollato dai più grandi, perché anche il più coscienzioso degli adulti in balìa della corrente sa afferrare una zattera quando d’improvviso ne vede una.
LENZA, PESCA E SALVA-GENTE
“Se Dio fosse troppo grande spaccherebbe la barca della nostra testa, allora deve farsi piccolo”, “Piccolo quanto?”, “Piccolo come noi”: di quel Gesù salva-gente, della creazione che è un po’ come pescare (“tiri su la lenza e zac, dal nulla del mare tiri su un pesce di argento vivo”) e delle cose che “se uno le vede ci crede, ma se uno non le vede non ci crede, e cosa abbiamo fatto di speciale da raccontare alla gente?”, “padre, figlio, spirito, colombe, acqua, perfino una mamma: non ci crederà nessuno”, discutono animatamente il buono e stupefatto Giovanni (Grava) e l’ottuso e sanguigno Andrea (padre Marco) a bordo di una vera e propria zattera traballante tra le onde ricreate nel Villaggio dei Ragazzi. Tra lenze, cadute in acqua, tempeste, affrontano il tema del Padre, del Figlio, dell’annuncio di Cristo agli amici, al fratello di Andrea, quel Simone che è “come un pescespada, non si farà mai pescare” e soprattutto la domanda “perché proprio noi due?”, “non lo so, ma sarà una grande avventura”.
LA VERONICA E GINEVRA
Un’avventura cominciata con uno sguardo che indica una via, “venite a vedere”, una via che dal tempo di Giovanni e Andrea fino ad oggi è sempre la stessa: “Nacque il tuo volto da ciò che fissavi”, recita il titolo del Meeting, un verso della celebre poesia dedicata alla Veronica di Karol Wojtyla. Non per nulla la porzione di Villaggio in cui la compagnia del Rosetum di padre Marco ha raccontato un “pezzo di Terra Santa”, dove ogni giorno è possibile incontrare personaggi il cui nome o la cui vita è nata o rinata dall’incontro con lo sguardo di Gesù (Giovanni e Andrea, ma anche Pietro, Veronica, la Maddalena, la Samaritana e Elisabetta) è l’unico posto della fiera in cui abbiamo trovata riprodotta poesia di Wojtyla, l’unico in cui ogni sera, alle 20.45, viene data lettura teatrale della stessa.
E dove non ci si dimentica di nessuno: a scrivere il grande pannello che fissa la zattera agitata dal mare e dal cuore di Giovanni e Andrea sono i più piccoli visitatori del Meeting: “Gesù ti ha guardato?” chiede il grande titolo in rosso, “io non lo so – spunta tra i centinaia e centinaia di pensieri scritti in pennarello dai bambini quello di Ginevra – ma dalle cose belle che ho, credo proprio di sì”.
Foto Meeting e tempi.it
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