Ci vorrebbe un Mendel day per ricordare che la scienza è un dono del cristianesimo

Di Redazione
16 Dicembre 2012
Alla fine del Novecento, emuli tardivi di Comte, per lo più legati alla Uaar, hanno lanciato i Darwin day, una sorta di festa laica dello scientismo, scagliato contro i credenti

Eravamo nell’Ottocento. In quel secolo di illusioni si pesavano le urine e si misuravano arti e crani (convinti che il cervello espella pensieri come la milza secerne la bile), allo scopo di classificare, graduare gli esseri umani, “scientificamente”. Si riteneva, da parte di molti, che la scienza umana avrebbe risolto tutto, compreso ogni cosa, realizzato un mondo futuro di uomini felici, perfetti, sani… Intanto si ponevano le basi per il razzismo “scientifico”, anglosassone e nazista.

In quell’epoca, un intellettuale alla moda, Auguste Comte, propose di sostituire i santi, nel calendario, con gli scienziati. Oltre un secolo dopo, alla fine del Novecento, emuli tardivi di Comte, per lo più legati alla Uaar, hanno lanciato i Darwin day, una sorta di festa laica dello scientismo, scagliato contro i credenti. A costo di fare violenza su Darwin stesso, che fu certamente tentato dall’ateismo e dalla ribellione, ma che si definì sempre agnostico, spiegando in più occasioni che proprio lo studio della natura può portare o allontanare da Dio a seconda del punto di vista e delle esperienze personali. Ai Darwin Day, ultimamente, qualcuno ha proposto di contrapporre i Mendel day. Una giornata all’anno, cioè, per ricordare che la scienza sperimentale è uno dei tanti doni della grecità e del cristianesimo al mondo. Mendel, padre della genetica come Lazzaro Spallanzani, “principe dei biologi”; come Copernico, pioniere dell’astronomia. Era, inoltre, Mendel, un monaco come san Benedetto, padre dell’Europa; come Alcuino, “ministro dell’istruzione“ di Carlo Magno; come Guido d’Arezzo, inventore del pentagramma musicale; come padre Benedetto Castelli, padre dell’idraulica moderna… Come loro amava la natura, il canto liturgico, la Sacra Scrittura, e la carità cristiana. Mendel day, dunque, per ricordare che la genetica penetra l’intelligenza del Creatore posta nel creato; per rammentare che la vita non è cosa nostra, ma realtà che obbedisce a leggi e che nello stesso tempo sprofonda nel Mistero; per tornare ad uno sguardo, sulla natura e sull’uomo, religioso, cioè stupito, amorevole, estraneo ad ogni riduzionismo materialista. Dietro il genoma, infatti, c’è un mondo, e, soprattutto, una domanda: di Chi ci parla l’“intelligenza” della vita?

Sulla vita di Spallanzani e Mendel: Lazzaro Spallanzani e Gregor Mendel. Alle origini della biologia e della genetica. di Francesco Agnoli ed Enzo Pennetta, Cantagalli (120 pagine, 14 euro).

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5 commenti

  1. Emanuele Sarti dice: “Fosse per il cristianesimo saremmo ancora con le carrozze e a pregare per guarire dal raffreddore!”
    Tutto qui quello che ha da dire? Solo uno slogan di una banalità infinita?

    Merita un ringraziamento, infatti interventi come il suo sono in realtà molto utili in quanto permettono di mostrare l’inconsistenza delle critiche che vengono mosse a quanto affermiamo.

    1. Emanuele

      Slogan? Intanto chi è che mandava al rogo la gente? O torturavano delle povere sfortunate per compiacere i bisogni sadici di certi preti repressi?

      1. Bene, vedo che continua a sfornare luoghi comuni già confutati da tempo (almeno per chi studia un po’ di storia).

        La laicissima Rivoluzione francese fece più condanne capitali in un anno e mezzo di quante ne abbia fatte l’inquisizione spagnola in tre secoli.
        La laicissima Rivoluzione francese ghigliottinò il padre della chimica Lavoisier in nome della Ragione.
        Il “sadismo” poi è un termine nato con il laicissimo e anticlericale De Sade, che lo ha eletto a pratica sublime.

        E i suoi non sarebbero slogan?

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