
Ci pensi bene Salvini a mettere in piedi questo governo

Che sta facendo Matteo Salvini? Cari amici di Tempi, io ho votato centrodestra ma non certo per ritrovarmi un programma di governo in cui – così leggo dalle bozze che circolano sui siti internet – c’è dentro il reddito di cittadinanza, manette a go-go, riferimenti sulfurei alle coperture, un’idea di scuola che non condivido, altre cose che non sto qui a dettagliare (no vax e no Tav, per dire). Capisco che l’unica maggioranza possibile sia quella gialloverde, ma ci pensi bene Salvini a metterlo in piedi questo governo. Non mi pare proprio che sia ciò di cui l’Italia ha bisogno.
Angelo Archetti via email
Ai programmi di governo crediamo tanto quanto crediamo alle statistiche. Però, sì, come abbiamo già avuto modo di scrivere, siamo molto perplessi anche noi (eufemismo). Un amico che se ne intende ci dice che, almeno, questo sarà un governo che rispecchia il volere del popolo e non delle élite, sgarruppato quanto si vuole, ma «nessun cambiamento – mi dice – avviene senza essere un po’ sgangherato». Va bene, capisco. E tuttavia, come lei, anche io scorro le 39 pagine del “Contratto” e non posso fare a meno di aggrottare le ciglia (eufemismo 2) e sorridere (eufemismo 3) quando trovo le parti evidenziate in rosso. Ci sarà modo su tempi.it di entrare nel merito di questo Contratto, ma intanto – giacché non siamo fessi e capiamo bene che queste bozze vengono fatte circolare per misurare le reazioni – rimaniamo sbalorditi da quest’idea che c’è un governo, ma c’è anche un «Comitato di conciliazione» che avrebbe il compito di conciliare ciò che è inconciliabile tra M5s e Lega. Quindi chi comanda? Il governo o ogni volta bisogna passare dal Comitato? Sono anni che soffriamo di lentezza e immobilismo parlamentare, ora dobbiamo aggiungere quella del Comitato? L’impressione generale sul Contratto è che contenga i cavalli di battaglia della Lega e quelli del M5s e rimanga vago sul resto. Ci sono anche alcune cose apprezzabili (reintrodurre i voucher, per dire), ma su molte altre siamo lontanissimi dal poterle condividere (statalismo, nessun cenno alle paritarie, reddito di cittadinanza, un’idea di giustizia da far accapponare la pelle, conflitto di interesse, il vincolo di mandato…). Di sussidiarietà si parla una volta sola, e solo per indicare i rapporti tra Stato, Regioni e Comuni. Se questo Contratto serve a evidenziare gli intenti di Lega e M5s, ne constatiamo la lontananza da quei criteri che il 4 marzo hanno orientato il nostro voto.
Foto Ansa
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