Antonia Arslan immagina la notte dell’inverno del 1915 in cui l’illusoria quotidianità degli armeni di Turchia maturò all’improvviso nella cosciente rassegnazione dei martiri. Un secolo fa nella cattedrale di Costantinopoli
L’inferno avanza e ne vediamo i segni, si vogliono trasformare le persone in cose ma il popolo ormai è informato e non si fa fregare, reagisce e si mobilita. Resiste
Nel tafferuglio quotidiano del mio cuore e dei miei ambienti, questo rasserena e sprona: che Qualcuno vagli il tempo e abbia il potere di vagliare quello che vale davvero, al di là delle apparenze, dei miei moti di soddisfazione e di ripugnanza, degli altrui apprezzamenti
Luigi Brugnaro: «Non si scappa dalla regola della fatica e del lavoro, occorre spendersi perché la protesta diventi proposta. Venezia mi ha eletto per questo. Ed è questo che le sta permettendo di riprendere il largo»
Per tutte le volte che farei qualsiasi cosa invece che il mio dovere, e trovo urgentissimi smalti da rifare e grandi slanci filantropici da assecondare, mentre quello che mi chiedi è solo stare. Qui, ora
Il missionario padre Aurelio Gazzera: «È venuto il Papa e sembrava che la gente non aspettasse altro. Ci ha ricordato che anche in questo paese, dove ci si massacra per meno di niente, può tornare il desiderio di costruire»
«Ho vissuto l’epoca migliore. Basta con gli stadi, l’indignazione, doping e anti-doping». Il Te Deum di Roberto Perrone (per gentile concessione di Fred Perri)