Una coppia catanese che ha sempre onorato le rate del mutuo bancario – ottenuto per la metà grazie alla Regione Sicilia otto anni fa – si è ritrovata in una grave situazione di povertà: grazie all’Associazione tutela dei diritti del debitore, nata e attiva in città, è riuscita ad ottenere in pochi giorni l’attenzione dell’istituto di credito, che, riconoscendo la gravità della situazione, ha subito prorogato il mutuo di un anno e mezzo. «Ma, dopo oltre un mese, nessuna risposta abbiamo avuto invece dalla giunta guidata da Rosario Crocetta, cui pure ci siamo rivolti subito, chiedendo una moratoria per la coppia» denuncia Salvatore Alessandro, presidente dell’associazione, che aggiunge come «non si tratti di un caso isolato».
Signor Alessandro, cosa è successo alla coppia catanese?
Corrado Trovato è un bidello di una scuola privata, Anna Consoli è infermiera. Circa otto anni fa hanno comprato una casa in edilizia convenzionata, grazie ad un contributo della Regione, che periodicamente indice bandi per le famiglie più in difficoltà. Ai vincitori del bando è concesso un mutuo in conto interessi dalla Regione (cioè gli interessi in parte sono coperti dall’istituzione). Questa famiglia, come avviene in genere per chi vince questi bandi, ha anche aperto un secondo mutuo, a condizioni normali, con una banca, per coprire le restanti spese dell’abitazione. Si tratta di una situazione molto diffusa: per i successivi otto anni la coppia ha regolarmente pagato i due mutui. Poi, con la crisi, a novembre 2012 lei è stata licenziata, mentre lui è dovuto passare ad un contratto part time, con stipendio dimezzato, per decisione del datore di lavoro. Purtroppo, pochi mesi dopo, a lui è stato diagnosticato un grave carcinoma, un tumore con metastasi: la maggior parte delle spese della famiglia è ovviamente destinata da allora alle cure mediche, e agli esami necessari. La coppia si è così rivolta a noi: avevano comunque pagato la metà dell’ultima rata del mutuo, ma non riuscivano semplicemente più a coprirla per intero.
E la vostra associazione cos’ha fatto?
Lo scorso 30 giugno abbiamo scritto alla banca, che in questo caso è Unicredit, agli assessorati regionali dell’Economia, delle Infrastrutture e mobilità (direttamente competenti per il finanziamento in questione) e alla presidenza della Regione. A tutti abbiamo chiesto una proroga del mutuo per 18 mesi, allegando una completa documentazione medica che certfica il grave tumore. Unicredit ci ha risposto pochi giorni dopo, il 4 luglio, e alla coppia è stata già concessa la proroga. La Regione siciliana, dopo oltre un mese, non ci ha risposto, allora abbiamo mandato di nuovo anche una email, e poi ancora una email con posta certificata.
E che è successo?
Ancora nulla.
Crocetta ha promesso il suo impegno per le famiglie in difficoltà. Non vi ha fatto nemmeno una telefonata a titolo informativo?
Niente.
E quindi?
Insisteremo. Non resta altro da fare. Nei pochi mesi di vita dell’associazione abbiamo capito che non è affatto un caso isolato. Seguiamo famiglie ridotte in povertà, e non per motivi futili, ad esempio non perché hanno perso dei soldi al gioco: basta magari che un membro della famiglia rimanga senza lavoro, che si debbano aiutare i figli nello studio o nell’attività o, peggio ancora, sostenerli nella disoccupazione al posto dello Stato. In sei mesi, ho raccolto 80 pratiche per altrettante famiglie di Catania. Ci siamo offerti al Comune per collaborare con i servizi sociali, e collaboriamo per le famiglie con Caritas, Libera e con il Movimento cristiano lavoratori di Catania. Tutto ciò che sappiamo e possiamo fare, lo faremo. A settembre presenteremo un piano, basato su un caso che abbiamo appena risolto. Un uomo che con uno stipendio da 1800 euro era sovraindebitato per 1600 euro con alcune finanziarie. La nostra associazione, sulla base della legge sul sovraindebitamento, ha presentato un “piano di risanamento per il consumatore”: dato che secondo l’Istat si consuma in media 1100 euro al mese, abbiamo negoziato e ridotto i tassi delle finanziarie e allungato le rate, in modo che ora non superino più i 700 euro al mese. Quest’opportunità potrà essere “allargata” anche ad altre famiglie.