È difficile dar torto a Sallusti quando, nel commentare il caso De Girolamo, incastrata da registrazioni abusive, mostrificata in prima pagina e quindi, nel paese in cui Dio provvede e magistratura comanda, “sottoposta a indagini”, accusa la sinistra di un uso spregiudicato da “usa e getta” dei ministri del “partito alfaniano”. Ma come, l’establishment (da Scalfari a De Bortoli) che ha promosso Letta a ennesimo “salvatore della patria” si ostina a illustrare la “necessità” di un patto di governo che duri per tutto il 2014, e poi, tra una chiacchiera sulla “stabilità” e l’altra sulla “legalità”, accetta senza colpo ferire che quella parte di esecutivo che non risponde a Renzi (che per altro non sta ancora né al governo né in parlamento), sia quotidianamente provocata e addirittura aggredita con metodi illegali? E nessuno (compreso il marito piddino della signora) dice niente?
«Vive con la bocca e non ascolta nessuno». Il verso di un cantautore-poeta (Claudio Chieffo) è la misura di questa classe dirigente. E non parliamo solo dei politici. Parliamo soprattutto del contorno di piccoli uomini e grandi ipocriti. Che da una parte ci raccontano l’ennesimo mito nuovista. Dall’altra continuano a sfasciare qualunque rappresentanza di quell’Italia che non si riconosce nel progressismo analfabeta stile ultimo film di Virzì sulla Brianza.
C’è da aggiungere che Alfano e i suoi non sembrano così ingenui da non aver capito il giochino. Attenti a tirare troppo la corda, avverte il leader di Ncd. «Siamo pronti alle elezioni». Massì, Angelino, se questi insistono nella “doppia morale” forse è meglio che la corda la spezzi tu. E poi vediamo se a maggio vince il “fare” delle balle o l’Italia del “fare” stile Brianza.