Tratto dal blog di Matteo Forte, consigliere comunale di minoranza a Milano – Quel che è accaduto in Corvetto, e l’altro ieri al Giambellino, non può passare sotto silenzio, perché qualcuno deve risponderne politicamente. Infatti, se dal 2010 al 2014 le occupazioni abusive delle case popolari, a Milano, sono cresciute fino a contarne 1.600, qualcosa è successo.
Innanzitutto che nell’ottobre 2011, ricevendo a Palazzo Marino il centro sociale il Cantiere, l’assessore Castallano disse che occupare in stato di necessità non è reato, e che per questo motivo avrebbe istituito una commissione per garantire a chi aveva sfondato una porta, ma fino ad allora con la fedina penale pulita, di dormire sonni tranquilli. Poi c’è il delegato del sindaco ai rapporti con la città, Paolo Limonta, che suo malgrado o no si è sempre trovato in mezzo quando gli antagonisti hanno occupato, fatto senza precedenti, prima sala Alessi, per protestare contro un convegno alla presenza di Giancarlo Caselli, e poi la sala commissioni di Palazzo Marino. Infine c’è il singolare pensiero dello stesso Pisapia che, ogni volta che a Milano si parla di criminalità, ne individua l’origine nella crisi economica e, anche qui, nello stato di necessità. Quasi a stabilire un nesso automatico tra chi vive nell’indigenza e chi, per reazione, commetterebbe reati.
Del resto i dati forniti da Aler non lasciano spazio ad interpretazioni. Nel 2009 l’amministrazione Moratti firma con la Prefettura il Patto Milano Sicura. Tra i punti salienti, un’attenzione particolare all’abusivismo per quanto riguarda le case popolari. Le nuove occupazioni registrate in quell’anno erano 63, mentre l’anno successivo scendono a 25. Nel 2011 ci sono le elezioni e cambia la Giunta. Le occupazioni cominciano a crescere: ne vengono registrate 97 nuove. In autunno arriva la presa di posizione chiara dell’assessore alla Casa davanti agli occupanti del centro sociale di via Monte Rosa: nel 2012 salgono vertiginosamente a 210. Ed è un fiume in piena fino all’esplosione di questi mesi: 659 nel 2013; 732 nel 2014.
C’è per lo meno una continuità ideologica tra esponenti della Giunta e la cosiddetta “immobiliare rossa”, che opera soprattutto sui navigli, a San Siro, Lambrate, Corvetto e protesta al grido di “destra o sinistra, sgomberare è sempre fascista”. Una continuità ideologica di cui è vittima la città di Milano e settori della maggioranza di Palazzo Marino, che dovrebbero trovare il coraggio di una posizione decisamente più virile nei confronti di Sindaco e sinistra antagonista. Soprattutto dopo che un circolo Pd è stato preso d’assalto e devastato.