Cartoline per Formigoni

Di Redazione
30 Giugno 2019
Il nostro amico Roberto non potrà andare al mare o in montagna. Allora perché non spedire il mare e la montagna a Roberto?

Pubblichiamo di seguito altre lettere giunte in redazione dopo la condanna di Roberto Formigoni e dopo la missiva che l’ex governatore ci ha inviato, raccontando la sua detenzione a Bollate. Per scrivere a Tempi: [email protected]. Per scrivere direttamente a Formigoni: Carcere di Bollate, via Cristina Belgioioso, 120, 20157 Milano – Italia. Siate intelligenti e prudenti in quel che scrivete nei messaggi. Che siano testimonianze d’affetto, lasciate perdere altre considerazioni. Noi provvederemo ogni mese a mandargli Tempi con una copia dei vostri messaggi.

Cari amici di Tempi, stavo pensando che le vacanze si avvicinano e il nostro amico Roberto non potrà andare al mare o in montagna. Allora perché non spedire il mare e la montagna a Roberto? Io pensavo di mandargli cartoline dai vari posti che visiterò, ma si potrebbe invitare tutti i lettori di Tempi a fare la stessa cosa. Cosa ne pensate? Cari saluti
Claudio Alberti

Caro Formigoni, non so cosa sia il carcere, ma mio fratello ci ha passato 9 mesi per motivi ideali. Erano i tempi della legge sulla obiezione di coscienza già approvata, ma non erano ancora pubblicate le disposizioni applicative. Mio fratello è stato condannato a 18 mesi per rifiuto della divisa per obiezione di coscienza e il giudice invece di scarceralo, in attesa dei decreti applicativi per effettuare il servizio civile, lo ha incarcerato. Ogni giorno mio fratello sarebbe potuto uscire, e ogni mese l’avvocato presentava istanza, ma ha fatto i maledetti 9 mesi di carcere, per poi fare gli altri 9 mesi di servizio civile: tu che sei in carcere puoi capire come sono pesati questi 9 mesi in attesa continua di uscire. Questa è la giustizia italiana e non aggiungo altro. Capisco quindi il tuo dramma, e mi permetto di darti del tu perché ti ho stretto la mano a una festa popolare e ti ho introdotto a un incontro al mio paese, e ho condiviso i tuoi ideali e le tue convinzioni politiche. Non aggiungo altro se non che prego tutti i giorni per te, perché ti ho inserito nella mia lista personale delle persone per cui pregare. Ecco questa cosa la consiglio anche a te: scriviti una lista di persone per cui pregare e ricordati che Gesù ascolta di più due tipi di persone: i bambini e i sofferenti (di qualsiasi tipo) come te. Con amicizia,
Vittorino Bocchi

Caro Presidente, ieri sera, con alcuni amici, sono andata a Messa a Trivolzio. Abbiamo pregato per tutti-tutti, quindi anche per lei. Il ricorso è costante, prego don Giussani tutte le sere perché l’aiuti. Buona continuazione, buon cammino.
Gemma Timo, Saronno 
Allego la preghiera a San Pampuri per il giubileo

Preghiera a San Riccardo

San Riccardo, umile figlio della Chiesa, giovane innamorato di Cristo, medico attento e disponibile, religioso lieto nell’offerta di sé, oggi mi rivolgo a te con fiducia, con la semplicità e la confidenza dei tuoi malati.

Ti chiedo d’intercedere per me e per le persone care: aiutaci a crescere nella fede, che si nutre di preghiera, nella speranza, che mai viene meno, nella carità, che trasforma il mondo.

Insegnami a camminare, come hai fatto tu, seguendo e amando il Signore, sotto lo sguardo sereno di Maria, sua e nostra madre, testimoniando la gioia del Vangelo, senza vergognarmi della mia fede.

Ottienimi dal cuore di Gesù la grazia che umilmente invoco, non permettere mai che io mi allontani dall’amicizia di Cristo, fino al giorno in cui c’incontreremo tutti nella luce piena del cielo. Amen.

+Corrado Sanguineti, Vescovo di Pavia

Carissimo Roberto, ti ho scritto tramite una mail, diretta al carcere di Bollate, pochi giorni dopo la tua carcerazione. Mi rammarico di non essere più riuscito a scriverti, è una cosa che faccio con difficoltà. Ma ti assicuro la mia vicinanza e la mia preghiera. Come ti ho detto la volta scorsa, ci siamo incontrati solo una volta, in una cena nel 77 a Genova, ma per me sei un Amico, parte della mia storia e di quella fraternità che è compagnia al destino. Il tuo impegno in politica, è sempre stato per me un esempio di vita. Quindi te ne ringrazio con tutto il cuore. Ma proprio da questo parto per raccontarti come, quando mi è stato chiesto (a me che non ho mai fatto politica attiva, e che ho 62 anni) di presentarmi come candidato consigliere comunale di Sassari, dove adesso vivo, per una lista civica, ho accettato.
Chi mi ha cercato lo ha fatto esplicitamente avendo avuto modo di conoscere il mio impegno sul fronte della difesa della famiglia, della libertà di educazione, dei principi non negoziabili, a partire dalla dottrina sociale della Chiesa, e sapendo che il mio impegno era direttamente legato alla mia appartenenza e alla mia educazione in Cl. Sul “santino” che ho utilizzato per la mia propaganda elettorale ho voluto fosse messo il frammento lirico di Clemente Rebora: “Urgono i tempi agir forte nel mondo”, suggeritomi da un amico come motivazione del mio andare. (L.Giussani, L’io rinasce in un incontro, Bur, pag. 118). E ho subito pensato che lo stavo facendo e mi sarei impegnato anche per te. Ho detto sì pensando a te, mi impegnavo per lo stesso motivo per cui ci hai messo la faccia, e il tempo, e la vita tu, e volevo portare tra la gente quello che hai portato tu. Le elezioni adesso sono passate. Il mio candidato sindaco va al ballottaggio. Io ho preso pochissimi voti, vuoi anche perché cercato a neppure 20 giorni dal voto e quindi con poco tempo per farmi propaganda a sufficienza, solo incontri personali all’uscita dal lavoro. Ma andando tra la gente, per parlare, ascoltare, prendere impegni, ho incontrato una grande compagnia di persone piene di entusiasmo e una grande domanda, non solo di risolvere i problemi, ma di verità e giustizia. Spero nella possibilità di un lavoro sui temi a noi cari, e di maggior conoscenza della città: per parlare alla gente, bisogna conoscerla. Oggi, finito lo spoglio dei voti, stanco, mi riposo. Ma voglio condividere con te le riflessioni che, ringraziando Dio di questa avventura, mi son venute alla mente: «O Signore, guarda il Tuo popolo sfinito (come sono io oggi ) nella sua debolezza mortale». Siamo così fragili e così deboli che possiamo avere come cosa che definisce la vita il non essere troppo impacciati dalle circostanze che ci son date da vivere, dal lavoro che stiamo facendo, o che sia non pesante, che non ci sfibri e in cui si riesca perciò facilmente a “essere”. Ma noi non abbiamo nessun rapporto, non possiamo avere nessun rapporto se non è dentro, se non è coscientemente dentro il disegno di Dio, il cuore di Dio, la volontà di Dio. Sacrificio non è togliere qualcosa, ma vivere pienamente tutto. Non si sacrifica nulla per un Presente che ce lo chiede. Non sacrifichiamo niente per un Presente – con la maiuscola – che ce lo chiede! È così terribile questa cosa… Invece il sacrificio bisogna che sia voluto, come iniziativa previa e coincidente: non voluto come insorgenza, ma voluto come esito; il sacrificio (sacrificio personale, rinuncia a qualcosa, fatica) deve c’entrare nell’esito della tua vita, nel comportamento che nella vita avrai in questi tempi. “Signore, cosa vuoi da me? Con questo, cosa vuoi da me? Cosa vuoi dirmi?”. Questa è l’affezione vera. E la risposta sarà sempre: “Che sia vero quello che tu volevi prendere, afferrare, possedere”. Anche il progetto politico, anche la ricerca del voto. Che sia vero, perché solo ciò che è vero è eterno. Se tutti i rapporti con tutte le cose sono rapporti con Dio, col Dio creatore o col Dio redentore, se tutti i rapporti sono così, non c’è nessun rapporto di nessun tipo in cui io non sia responsabile (di nessun tipo: dalla sedia che deve girare bene all’amica che ha parlato male di te). L’iniziativa fondamentale è quella di alzarsi alla mattina, ogni giorno, e di richiamarsi a questo, che tutta la giornata è di un Altro. È la cosa più impressionante che possa capitare sulla terra, nella storia: che ci sia un popolo di gente che alla mattina – ogni mattina – sa, pensa, è cosciente di dove va a finire e per che cosa lavora e vive. È una cosa dell’altro mondo! (me li ero appuntati questi pensieri, durante la campagna elettorale, erano ciò che mi dava entusiasmo, libertà, consistenza, gioia. Prendendo da una conversazione di don Giussani con un gruppo di Novizi dei Memores Domini Milano, 11 aprile 1999). È per questa cosa dell’altro mondo che faccio ogni cosa, e che sono con voi. Con gli amici più cari. E anche con te, Roberto. È per questa cosa dell’altro mondo che faccio ogni cosa, ho fatto anche una campagna elettorale, tanto breve quanto intensa, perché sono con voi, e in questo voi ci sei anche tu. Stai certo, Presidente, della mia preghiera per te. E ti mando un abbraccio. 
Giorgio Canu Sassari

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