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C’abbiamo già il Covid, vogliamo pure la peste dell’odio in salsa Lgbt?

Sono sempre lì col francobollo in mano per spedire ora la petizione, ora la denuncia. Stavolta tocca alla scuola paritaria La Traccia di Calcinate, Bergamo, colpevole di dire "uomo" e "donna". E il ddl Zan non è ancora legge

Luigi Amicone
10/03/2021 - 2:00
Interni
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Petizione delle associazioni Lgbt contro la scuola paritaria La Traccia di Bergamo

È pazzesco. Ma succede anche in Italia. Si radunano intorno a una scuola pubblica paritaria e procedono come certi indù del Madhya Pradesh dove essere cristiani, cioè persone libere, può costare fino a 10 anni di carcere. Questi però non sono indù estremisti. Sono solo Lgbt fissati. Succede in quel di Bergamo, alla scuola La Traccia di Calcinate.

Dicevo “fissati”. Ma forse sarebbe meglio sospettare: finanziati a esistere per mettere le dita negli occhi altrui. È un metodo. Stare dal mattino a sera a cercare i modi per sfasciare l’altrui libertà e cercare di imporre la tua fissa ideologica. È un mestiere.

Obiezione: “Ma anche la tua, per loro, è una fissa e un mestiere”. D’accordo, ma io non vado in giro a insultare e a mettere le dita negli occhi altrui. E se lo facessi, stai sicuro che siccome non mi vesto come a Sanremo, mi manderebbero subito i carabinieri.

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Robe vecchie, robe binarie

A questi qua no. Questi possono insultare, intimidire, denunciare una scuola perché la Costituzione a loro non va bene e perché la libertà di educazione costituzionalmente garantita per loro è un orrore omofobo e transfobico. Perciò sono sempre lì col francobollo in mano per spedire ora la petizione, ora il comunicato stampa, ora la denuncia. In questo caso al provveditore scolastico.

Perché? Perché in questo caso la scuola pubblica paritaria presa di mira non insegna la novità che non esiste l’essere umano “uomo” e non esiste l’essere umano “donna”. Robe vecchie e binarie. Da treni merci.

Oggi ti senti piuma o Achille Lauro?

Già. Io dovrei insegnare ai miei studenti e ai miei figli che uomo e donna sono solo stereotipi culturali. Che esiste solo come ti senti stamattina. Se ti senti con due piselli e una vagina. O ti senti la piuma di Achille Lauro. Oppure niente. Bene così. Vale tutto, pure il sentirsi semplicemente uno scolapasta impiegato nel terziario. Ma non “uomo” e “donna”. No. Questo è fascismo binario.

Ma scusa, tu sentiti pure un treno e vedi un po’ se riesci a non pagare mai il biglietto. Lascia a me la libertà di sentirmi quello che sono e di pagare il biglietto al vero. In sintesi. Conseguenza di questa Babilonia, visto che la scuola libera insegna ancora vecchie falsità – tipo mamma e papà – eccoti l’esposto al provveditore.

Conflitti fasulli

E va bene. Tenete tutto in sordina e fate sbollire il caso nella speranza che anche questa finisca in barzelletta. Però, passata questa, non pensate che ne arriverà un’altra? Funziona così ormai. E cosa pensate che accadrà quando sarà legge il ddl Zan?

Conflitti fasulli perché un paio di teste calde si impongano sugli altri. Dalla preside del liceo Giulio Cesare alla scuola paritaria di Bergamo. A me pare che sia venuto il momento di chiedersi e chiedere apertamente: cosa bisogna fare con questi provocatori tra il nazistello e il manicomio? Vogliono finalmente fare qualcosa le civili autorità per bandire o, per lo meno, limitare certe manifestazioni in cui si deve pagare un pegno per la diffamazione e l’intimidazione alla libertà altrui attraverso la violenza di un certo genere, fatta in effigie o in carte bollate, da taluni intolleranti Napoleoni? O continuando a tollerare le bravate di minoranze prepotenti vogliamo scivolare di nuovo in bocca a conflitti truci e inutili – c’abbiamo già il Covid, vogliamo pure la peste dell’odio in salsa Lgbt?

Rispettate la libertà altrui

Ok. Se lo vogliamo, seguitino pure le autorità civili a condiscendere con questi del carnevale quando gli pare e piace, con la blasfemia della madonna vagina piuttosto che con le denunce contro le scuole perché pretendono insegnare che i figli non li portano le cicogne, le vagine e gli ani non sono la stessa cosa, rispettabili entrambi, ma insomma con significati laici e funzioni oggettivamente (non cristianamente o islamicamente) differenti.

C’e gente in giro che pensa che siano discorsi fascio-binari? Molto bene. Pensino alla loro vita e ai loro pensieri su monorotaia, ma facciano il favore democratico di rispettare i binari di libertà di pensiero, educazione, espressione, di tutti gli altri cittadini. O vogliamo che prima o poi, a furia di esasperare la vita della gente pacifica e semplice, qualcuno si incazzi e prenda sul serio il forcone?

Ritorno agli anni Settanta

Continuare a far finta che non succeda niente e che tutt’al più certa prepotente arroganza è solo colore, non va bene. Ciascuno di noi è responsabile che la società non si trasformi in terra di nessuno e che la scuola non declini in pattumiera ideologica. Non va bene la Dad. Ma se obbligano mio figlio anche a ripetere alla maestra che dire uomo è un’offesa al multigender e dire donna è omofobia, penso che tra un po’ assisteremo a scuole trasformate in curve da stadio. E chi ha già visto gli anni Settanta vi assicura che non sarebbe un bello spettacolo.

Perciò, Lgbt, allargate i cuori e rispettate i binari. Il mondo è bello tutte le volte che qualcuno non pensa di metterselo in saccoccia. E gridare: “l’ho preso! L’ho preso! Adesso comando io.”

Tags: bergamoddl ZanIdeologia GenderlgbtScuolascuola paritaria
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