Buongiorno? Buonanotte

Di Emanuele Boffi
28 Ottobre 2016
Per ventiquattro ore la morte di Valentina Milluzzo e dei suoi due gemelli all’ospedale Cannizzaro di Catania è stata imputata a un dottore «obiettore di coscienza»
L'intervento di Massimo Gramellini, Modena, 14 settembre 2013. ANSA/ CAMPANINI BARACCHI

Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – Per ventiquattro ore la morte di Valentina Milluzzo e dei suoi due gemelli all’ospedale Cannizzaro di Catania è stata imputata a un dottore «obiettore di coscienza». Per un giorno intero è parso che la tragedia fosse imputabile a un sadico che, in nome dei suoi princìpi morali, avrebbe fatto perire la donna e i due piccoli. Poi si è scoperto che non era andata così, che la vicenda era stata raccontata male – molto male – e che, fatte salve eventuali responsabilità da accertare, di certo l’obiezione di coscienza non c’entrava nulla.

Ma questo non ha evitato che, oltre ai soliti balordi di Twitter, anche due opinionisti come Roberto Saviano e Massimo Gramellini la facessero fuori dal vaso. Con il primo che ha scritto che «l’obiezione di coscienza, imposta ai ginecologi più che liberamente scelta, in un Paese dove i padiglioni degli ospedali pubblici e laici sono intitolati a santi, è una piaga che rende la 194 la più tradita delle leggi».

E con il secondo che nel suo “Buongiorno” sulla Stampa ha concluso il suo astruso ragionamento con queste parole: «Quando una donna viene ricoverata dopo una violenza si ricordano di sottoporla all’esame per l’Aids, ma si dimenticano quasi sempre di somministrarle la pillola del giorno dopo. Sarebbe piacevole vivere in un Paese dove una donna che entra in un ospedale pubblico non fosse costretta a preoccuparsi della fedina morale del medico che ha di fronte».

Già. Così come sarebbe piacevole leggere un quotidiano senza essere costretti a preoccuparsi che il tal opinionista si sia fatto due domande prima di scrivere una qualche frase che faccia obiezione all’intelligenza.

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